Il Messaggero, 5 gennaio 2020
I numeri del Gruppo Misto
Nel gruppo Misto di Camera e Senato solo posti in piedi. La grande fuga M5S di queste ore porta dritto al rassemblement dei senza casacca, che senza casacca però non sono affatto ma solo in attesa di accasarsi meglio. Tendenzialmente governativo (la maggior parte dei misti ha votato la fiducia), le mutazioni che di volta in volta lo fanno crescere o sgonfiare nel corso di una legislatura, sono spesso specchio dei movimenti politici che la caratterizzano. Lì vanno a finire tutte le formazioni che non riescono a determinare un gruppo autonomo, perché non hanno i numeri sufficienti: 20 alla Camera, 10 al Senato, salvo particolari deroghe. Ma anche i singoli parlamentari che, per una ragione o un’altra, escono dalle fila del partito in cui sono stati eletti.
Il gruppo Misto di Montecitorio, in questo momento, è composto da 29 deputati, stesso numero di aderenti – ad esempio – di Italia viva. Ma presto potrebbe diventare più numeroso di quello di Fratelli d’Italia, che attualmente è a quota 35. Tra gli iscritti, infatti, non c’è ancora Michaela Biancofiore, così come, non ne fa ancora parte l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ufficialmente ancora iscritto al gruppo M5s nonostante il dichiarato addio. Che, peraltro, dovrebbe trascinarsi dietro altre defezioni.
Risultano invece già transitati nel Misto i due deputati Gianluca Rospi e Nunzio Angiola che appena due giorni fa hanno lasciato i grillini. Non stupisce, vista la fuga di questi mesi, che ben 8 siano già gli ex M5s che fanno parte di questo gruppo. Va detto, però, che in alcuni casi si tratta di espulsioni avvenute in corso d’opera (vedi Sara Cunial), in altri casi ancora prima che la legislatura avesse inizio, come Andrea Cecconi o Silvia Benedetti.
Per lo più, al momento, gli ex M5s rientrano tra i deputati non iscritti a nessuna componente. In totale, invece, le componenti ufficiali sono quattro: Centro democratico-Radicali italiani-+Europa, Maie, Minoranze linguistiche, Noi con l’Italia-Usei-Cambiamo-Alleanza di centro, di cui dunque fanno parte anche gli ex Fi che hanno seguito Giovanni Toti. Va detto, che ci sono stati anche movimenti in uscita, come quello di Civica popolare di Beatrice Lorenzin, poi passata al Pd. Inoltre, quattro degli iscritti al gruppo Misto sono eletti all’Estero. Il presidente è Manfred Schullian.
Anche nel gruppo Misto di palazzo Madama gli ex M5S sono una parte fondamentale. In tutto i senatori che lo compongono sono 16, il doppio delle Autonomie, due meno di Fratelli d’Italia, un’unità meno di Italia viva-Psi. Anche in questo caso, tuttavia, altre novità potrebbero accrescerne il numero: Luigi Paragone, fresco di espulsione dal M5s, risulta ancora iscritto.
Se approdasse nel Misto, andrebbe a fare compagnia ad altri sei ex colleghi: di questi due sono stati espulsi a inizio legislatura per lo scandalo rimborsi, e sono Maurizio Buccarella e Carlo Martelli. Altri sono noti ex dissidenti come Gregorio De Falco, Saverio De Bonis, Elena Fattori e Paola Nugnes. Quest’ultima, dal 29 giugno, ha scelto di aderire a Liberi e uguali che, all’interno del gruppo Misto, può contare anche su Loredena De Petris (che è peraltro presidente), Vasco Errani, Pietro Grasso e Francesco Laforgia. A questi si aggiungono due eletti all’estero con il Maie, ma anche due senatori a vita: Mario Monti e Liliana Segre. C’è poi Emma Bonino, ma anche un ex Pd: Matteo Richetti, che ha aderito alla formazione di Carlo Calenda.