La Stampa, 5 gennaio 2020
Biografia di Patrick Seguin, gallerista, raccontata da lui stesso
Patrick Seguin è il fondatore della Galerie Patrick Seguin a Parigi, e ha un amore particolare per il lavoro del designer francese Jean Prouvé. Promuove e colleziona sia i mobili di produzione industriale di Prouvé sia le sue case smontabili. Ha allestito numerose mostre, tra cui quelle al Centre Georges Pompidou e al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, al Museum of Modern Art di New York, alla Biennale di Venezia e al Musée des Beaux Arts di Nancy, in Francia.
Qual è lo scopo della sua galleria?
«L’ho aperta nel 1989. Si concentra sul design e l’architettura francese della metà del 20° secolo di Jean Prouvé, Charlotte Perriand, Le Corbusier e Pierre Jeanneret, che era suo cugino. Ho pubblicato molti libri su Prouvé, lo trovo molto interessante».
Come mai ha deciso di dedicare la sua vita a tutto ciò?
«Sono nato a Montpelier, nel sud della Francia, dove ho gestito un ristorante e una discoteca dal 1974 al 1986, quando mi sono trasferito a Parigi e ho aperto la discoteca El Globo. A Parigi avevo anche un bar-ristorante, il Distrito. Non andavo a dormire prima delle 6 del mattino. Mi sono divertito. ma con l’arrivo di mia figlia ho deciso di cambiare vita e svegliarmi alle 6, anzichè coricarmi. Ero già un collezionista, modesto. Ho aperto una galleria a La Bastille in unedificio industriale e quando mi sono separato dal mio ex socio, ho chiesto a Jean Nouvel di riqualificare lo spazio. Sono il padrino della figlia di Jean, ci conosciamo da 35 anni. Amo l’arte e la vita nel mondo dell’arte».
Perchè si è concentrato su quei particolari designer?
«Collezionavo arte contemporanea e con Prouvé capisci subito che non c’è conflitto con l’arte contemporanea per via della linea essenziale dei suoi mobili. In effetti c’è un dialogo tra Prouvé e l’arte contemporanea, come Prouvé e Matisse o Prouvé e Picasso o Prouvé e Twombly. Nel 1990 stavamo entrando in una grande recessione che in Francia è durata a lungo, sette o otto anni. Sono stato fortunato. Ho avuto questa idea di Chandigarh, la città che Nehru ha chiesto a Le Corbusier di progettare come capitale politica e amministrativa dell’India settentrionale, il Punjab. Ha costruito questa città a un’ora di volo a nord di Nuova Delhi e per un milione di persone».
Perché parla di fortuna?
«In quel momento molto difficile di crisi economica sono riuscito a bussare alla porta dell’amministrazione francese di Chandigarh e ad acquistare l’intera collezione di 454 sedie Prouvé e 87 tavoli Compas. Li ho comprati per niente, a quel tempo non valevano niente. Sono stato fortunato perché non avrei mai potuto costruire questo mercato con un’economia forte».
La stessa sedia ora quanto vale?
«Tra i 18 e i 25 mila dollari».
Perchè oggi questi mobili sono così preziosi? È solo una moda?
«Quando le persone mi chiedono perché le case destinate agli sfollati dopo la guerra dovrebbero finire come guesthouse in una proprietà o come dependance, la risposta è che o quelle case scompaiono o diamo loro una seconda possibilità adattandole. E lo stesso vale per l’arredamento».
Era l’inizio della produzione in serie?
«La casa dei sogni di Prouvé è costruita in una fabbrica: era a favore dell’industria. E quando guardo il tavolo che Prouvé realizzò per Arts et Métiers penso che fosse un genio, un umanista, un filantropo ».
Usa questi mobili o sono solo da collezione?
«Vivo con questi mobili. Consumo regolarmente i miei pasti al tavolo da pranzo . Non è come la preziosa art deco che devi stare attento. Tutto è utilizzabile».
Ci sono state molte speculazioni su Prouvé?
«No. È un mercato cresciuto gradualmente, ha impiegato 30 anni per affermarsi. Ora, se metti all’asta un tavolo Prouvé Trapèze, è difficile che sia venduto a meno di ottocentomila dollari ».
Ci sono le sedie e i tavoli, ma pure gli edifici smontabili. Quanti ne ha?
«Ho 24 case, ed è la maggiore collezione di case smontabili Jean Prouvé. La più grande è la scuola di Bouqueval e la più piccola è di trentasei metri quadrati, 6 x 6, costruita per gli sfollati nel Nord-est della Francia dopo la guerra. Prouvé era originario di Nancy, che a causa della sua vicinanza alla Germania fu duramente bombardata, e collaborò alla ricostruzione».
E la scuola Bouqueval?
«Come accade ovunque con le scuole rurali i genitori devono guidare 45 minuti per portare i bambini . Prouvé ha detto: "costruiamo una scuola smontabile in 7 giorni e la casa dell’insegnante in 7 ore". Sorprendente».
Quanto costa una casa Prouvé oggi?
«Tra 1. 250mila e 10 milioni di dollari».
Ha fatto una mostra a Torino nella Pinacoteca Agnelli con architettura, mobili e arte?
«Prouvé ha avuto l’idea di costruire i mobili di una casa con la tecnologia impiegata a realizzare gli aerei e le auto».
Quali sono i suoi progetti?
«A febbraio metto insieme arte e mobili in un progetto di casa sotterranea nel sud della Francia su cui ho lavorato per 5 anni con Jean Nouvel. Mia moglie Laurence e io abbiamo un grande rispetto per la sua architettura. L’abbiamo costruita come una casa di famiglia con quattro camere per gli amici. E’ un prototipo, un’opera d’arte. Non è mai stato fatto nulla di simile».
traduzione di Carla Reschia