La Stampa, 5 gennaio 2020
L’acqua minerale estratta dal mare
È tutto pronto per il grande momento: martedì la Õdeep One, grossa imbarcazione di 27mila tonnellate, salperà dal porto di Sète, nel Sud della Francia. Da lì si sposterà a un centinaio di km a sud delle isole Porquerolles, nel cuore del Mediterraneo, e inizierà a pompare acqua a 300 metri di profondità. Una volta arrivata su quella nave, sorta di fabbrica galleggiante, a bordo una sessantina di persone al lavoro, l’acqua sarà purificata e sbarazzata del grosso del sale (in media 70 grammi al litro), senza ricorrere a trattamenti chimici. Ma conserverà i propri benefici sali minerali.
Sono particolarmente abbondanti in quelle acque così profonde. Proprio lì, sulla nave, sarà anche imbottigliata, nuova frontiera delle acque minerali di lusso. Sì, Õdeep, questo il marchio, sarà venduta in bottiglie di 600 ml a partire da 1 euro e novanta centesimi.
«È una sorta di talassoterapia dell’interno del corpo – ha spiegato a «Le Parisien» Régis Revilliod, l’inventore di una delle prime acque minerali del mondo in arrivo direttamente dal mare -. Ci siamo basati sullo stesso principio del metodo Quinton». Réné Quinton, famoso biologo francese (1866-1925), inventò un siero fisiologico a base di acqua marina. Revilliod è stato capitano della marina mercantile, poi diventato specialista di ingegneria industriale. Ha fondato il gruppo Ofw, che commercializzerà Õdeep.
La sua potrebbe sembrare un’idea bislacca, ma non tutti la pensano così. Ha iniziato una produzione sperimentale da alcuni anni con un’imbarcazione più piccola della Õdeep One. Ed è riuscito a raccogliere trenta milioni di euro presso diversi investitori e più tardi ancora una ventina: le acque minerali «strane» vanno, è un mercato in forte crescita. La sua azienda conta ormai un centinaio di dipendenti e alcune bottiglie sono già in vendita: nella zona di Sète, ma soprattutto in un luogo esclusivo come La Grande Epicerie, a Parigi, dove apparentemente i clienti (difficilissimi) hanno apprezzato. L’obiettivo, però, è vendere almeno l’80% della produzione in Cina, dove, sulla base di alcuni test, i consumatori si sono rivelati estremamente interessati a un’acqua del genere.
«I cinesi non hanno pregiudizi – ha sottolibeato Revilliod – e hanno sete di personaggi per il benessere, di un’acqua che tonifichi il corpo». La Õdeep One è in realtà un vecchio ferry sovietico. Era utilizzato fra San Pietroburgo e Kalinigrad, rompendo i ghiacci per un periodo dell’anno. Trasportava un treno intero e i passeggeri, nelle sue 150 cabine. Ora l’Õdeep One è stato completamente ristrutturato: a bordo, una linea d’imbottigliamento ultramoderna, che utilizza solo bottiglie di plastica riciclata Rpet, per dare un’immagine «ambientalista» al prodotto. Presto sarà aggiunta un’ampia vela da kite, da utilizzare nei momenti di produzione.
Alla guida della nave, da martedì, ci sarà Carl, figlio di Revilliod. Sarà ancora lui a trasferirla l’anno prossimo al largo della Cina, per pompare acqua anche lì e fornire direttamente i mercati asiatici. Tra pochi giorni s’inizia con una produzione di 800 mila litri alla settimana, ma nelle intenzioni dei Revilliod dovrebbe essere già quattro volte tanto alla fine del 2020. Sempre che il consumatore apprezzi. Ma questa Õdeep, oltre che sana (assicurano che contenga 78 tipi diversi di sali minerali), sarà pure buona?