la Repubblica, 5 gennaio 2020
Anche gli alunni bravi ora vanno a ripetizione
Quattro studenti italiani su dieci hanno una o due materie insufficienti, quest’anno. E uno su tre ha già scelto di recuperare i debiti con le ripetizioni. Le classiche ripetizioni sono diventate fenomeno di massa, è un dato. Gli iscritti per la stagione scolastica in corso, alle medie inferiori e a quelle superiori, sono stati un milione e centomila: significa, seguendo il dato, che trecentotrentamila ragazzi tra gli undici e i diciannove anni tornano ad accodarsi al vecchio rito del precettore privato per poter proseguire il percorso in una scuola troppo selettiva o troppo distante dalle proprie capacità.
Il dato è offerto da Skuola.net, portale che ha scelto di affidare a un sondaggio su dodicimila discenti la questione. Bene, a inizio dicembre – due mesi e mezzo di lezioni macinate, il primo giro di colloqui con i genitori realizzato, le medie matematiche per ogni materia in via di consolidamento – il 30 per cento degli studenti intervistati ha già preso ripetizioni (tra i liceali si arriva al 34 per cento): il mercato del recupero assorbe quasi un terzo degli studenti del secondo ciclo scolastico.
È in questa fase della vita dell’adolescente che le famiglie iniziano a investire seriamente sul suo curriculum scolastico: d’altro canto, nel primo anno delle superiori un iscritto su dieci non riesce a passare alla seconda.
Le ripetizioni di massa, ecco. Potrebbe essere il nuovo addendo critico da aggiungere alle statistiche interne e internazionali: il 35 per cento degli studenti di Terza media non comprende un testo in Italiano, solo uno su venti sa distinguere i fatti e le opinioni, al Sud otto su dieci sono in ritardo sull’Inglese. E la scuola fatica ogni giorno molto a insegnare ai ragazzi della generazione social.
Questo dossier sottolinea bene come le ripetizioni da questione emergenziale si siano trasformate in affiancamento lungo i due quadrimestri. Pietro, laureato in Lettere classiche alla Sapienza, da sei anni assiste studenti a Roma e conferma: «Tra ottobre e novembre ho ricevuto sei richieste di aiuto didattico: i ragazzi avevano avuto solo due valutazioni. La metà, ho scoperto, ha un voto sopra il “sei”. Negli anni passati le ripetizioni partivano solo dopo gennaio, con il debito sancito in pagella».
Paola Tassini, da ventitré anni docente di Latino e Greco al Liceo Tasso di Roma, spiega: «I ragazzi sono sempre meno strutturati e lo studio sta diventando per loro un’impresa faticosissima». Marzia, un’esperienza sul campo, oggi dottoranda in Classics and Ancient History all’Università di Saint Andrews (Scozia): «Ho riscontrato un 70 per cento di ragazzi insufficienti e un 30 per cento di studenti desiderosi di far crescere la loro media. Ricordo un genitore che spingeva le figlie a prendere lezioni private di tutto, incluse anche quelle musicali a cui lui solo teneva. Ci sono famiglie che ambiscono a fare dei figli le vetrine dei desideri personali senza mai davvero valorizzare i loro punti di forza. La cosa più preoccupante è che recentemente mi sono giunte più richieste da parte di matricole universitarie piuttosto che da liceali. L’insegnamento nelle scuole sembra essere incapace di liberare dentro a ogni ragazzo quello che è il suo genio».
Se cinque studenti su cento oggi sono comunque insufficienti in tutte le materie, due su tre hanno la possibilità di servirsi dei corsi di recupero organizzati dagli stessi istituti che frequentano, in gran parte già avviati a questo punto dell’anno. Alcuni licei fanno partire a inizio stagione, automaticamente, post-lezioni sulle lingue antiche: Greco, Latino. Il sondaggio di Skuola.net dice, tuttavia, che le discipline da recuperare sono soprattutto quelle tecnico- scientifiche. Il 35 per cento degli intervistati prende lezioni private in Matematica; il 15 per cento in Fisica, Chimica, Biologia. C’è poi un 10 per cento che chiede aiuto per Italiano. Per ritrovare formule saltate e colmare vuoti, il 48 per cento dei ragazzi si rivolge a professori di scuola, il 22 per cento a neolaureati. Il 13 per cento si fida di amici e parenti, il 10 per cento di altri studenti.
Per trovare gli insegnanti più adatti resta primo strumento il passaparola, canale privilegiato da sempre. Nelle ultime stagioni si stanno diffondendo, però, le piattaforme che offrono docenti a domicilio. Kijiji dispone, dice, di trentamila insegnanti in tutta Italia “a partire da 8 euro l’ora”. Superprof segnala 20.001 richieste solo lo scorso novembre. E con le possibilità digitali si riesce a superare un annoso problema legato alle ripetizioni: i pagamenti in nero, che ancora oggi premiano il 90 per cento delle ore spese. Il precedente governo aveva provato a fissare l’aliquota per il ripetitore al 15 per cento, ma fin qui poche lezioni sono emerse.