La Lettura, 5 gennaio 2020
Presto gli atei saranno maggioranza negli Usa
Mancano dieci anni al grande sorpasso. Al momento cioè in cui coloro che si dichiarano non appartenenti ad alcuna religione diverranno il primo gruppo nella mappa delle fedi d’America (nella foto: una bandiera Usa in una chiesa). Lo sostiene Ryan Burge, politologo della Eastern Illinois University, in un intervento sul blog Religion in Public. È da anni in crescita anche in America, oltre che in Europa, la categoria dei «nones», composta da chi risponde «nessuna», «none» appunto, alla domanda «a quale religione appartieni?». Secondo Burge, costoro continueranno ad aumentare nel prossimo decennio, anche applicando un tasso di crescita prudenziale, e raggiungeranno nel 2029 una fetta tra il 25 e il 30 per cento. Tale quota non sarà sufficiente a superare il numero dei cristiani nel loro insieme, previsto intorno al 50 per cento, ma sarà maggiore di ogni singola Chiesa. Si calcola infatti che i due gruppi di cristiani più dinamici, gli evangelici e i cattolici, saranno in grado di tenere, ma non saliranno oltre il 22 per cento ciascuno, e saranno dunque superati, come singoli gruppi, dai «nones».
Peggiore il destino dei protestanti moderati, se Burge ha fatto bene i conti, in particolare dei metodisti e degli anglicani che negli Usa sono chiamati episcopaliani. Questo gruppo è oggi accreditato del 10 per cento, ma Burge prevede che nel prossimo decennio scenderà al 5: un tracollo, se si pensa che quarant’anni fa apparteneva a queste Chiese il 30 per cento degli americani. Si stanno dunque restringendo i cristiani in America? Oppure tra i «nones» si nasconde un nuovo cristianesimo stufo delle Chiese?