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 2020  gennaio 04 Sabato calendario

Periscopio

Ormai è evidente, i grillini vanno in ordine sperso. Dino Basili. Uffa News.

All’epoca vedevo le carovane verso la Libia: i migranti erano aggrappati ai tetti sui camion, tra le taniche di acqua. Camilla Lunelli, responsabile comunicazione di Cantine Ferrari (Luciano Ferraro). Corsera.

Ai grillini sono perdonati gli affari dei papà Di Maio-Di Battista, la casa popolare della mamma della Ruocco, i finti curriculum di Conte e tutti i peccatucci che stanno emergendo perché il popolo sa benissimo che non ci sono differenze genetiche fra destra e sinistra, o fra populisti e anti-populisti. Tutti sono tentabili dal demonio dell’interesse personale, solo che «di quegli altri ci siamo stufati, adesso vogliamo provare questi». Luca Ricolfi, sociologo (Pietro Senaldi). Libero.

Nel caso di Berlusconi, le accuse coprivano un ventaglio amplissimo (dal favoreggiamento della prostituzione alla frode fiscale) tanto da suscitare perplessità nel pubblico. L’antiberlusconismo, in parte, ha funzionato, il problema è che non è stato capace di indurre l’elettorato a smettere di votare per Berlusconi. Magari non lo dicevano in pubblico, ma continuavano a votarlo. Ha funzionato dal punto di vista dell’immagine di Berlusconi, colpita soprattutto all’estero, ma non a livello di consenso elettorale. Ernesto Galli della Loggia (Alessia Gozzi). Quotidiano Nazionale. QN

Come un ipocrita che davanti sorride e dietro lancia il malocchio, la sinistra parla di pace e semina guerra. L’odio è connaturato al Pd. Accusa la destra di violenza, fascismo, intolleranza, antisemitismo ma è lei che picchia, vieta, calunnia, ingiuria. Impedì a papa Ratzinger di tenere una lectio magistralis all’Università di Roma sotto il governo Prodi II. Nella stessa università, i suoi ragazzotti vietarono a Gianfranco Fini di parlare. Boicottare libri sgraditi sui delitti della resistenza è prassi normale per gli illuminati democratici, come si è visto con Giampaolo Pansa. Altrettanto ovvio è sbarrare agli intellettuali sgraditi saloni del libro, stand fieristici, comparsate tv. La destra, anche la peggiore, non è mai stata così rozza. La sua tendenza è semmai, per antiche illusioni culturali, quella della pacificazione nazionale. Giancarlo Perna. LaVerità.

I partiti ormai non parlano di futuro: amministrano il presente e le sue pulsioni. In Italia la forza che, nel bene e nel male, ha rappresentato la politica, contrapposta all’antipolitica, era il Partito democratico. Ma oggi nessuno conosce le idee del Pd: è come se avesse finito il repertorio. Ieri era il partito degli ultimi, oggi dei centri storici. Enrico Mentana, direttore del Tg de La7 (Federico Novella). LaVerità.

Mara Carfagna - Ricordata solo per le pose sexy su Maxim nel 2001 (la intervistai quand’era ministro per le Pari opportunità e constatai che aveva la profondità di una pozzanghera), la deputata di Forza Italia ha radunato i suoi seguaci in un ristorante di Roma. Per non allarmare il suo mentore Silvio Berlusconi ha poi stemperato: «Non era una congiura carbonara». Solo amatriciana. Stefano Lorenzetto. Arbiter.

All’inizio facevo delle strisce su giornalini locali. Alla fine decisi di spedirne alcune a Linus, considerato in quel momento il tempio del fumetto italiano. Era la fine di ottobre e non seppi nulla per più di un mese. Poi, a dicembre, la mia striscia con Bobo protagonista comparve su quelle pagine. Fu tutto merito di Oreste Del Buono che vide in me qualcosa che probabilmente neppure sapevo di avere. Non c’era aspetto della vita sociale e culturale che non interessasse a Del Buono. Tieni conto che tutto quanto faceva (nell’ambito del fumetto, del fotoromanzo, del giallo, del romanzo di appendice e perfino della cronaca sportiva) era visto con sospetto dalla cultura ufficiale. Sergio Staino, disegnatore satirico, creatore di Bobo (Antonio Gnoli), la Repubblica.

I Niarchos furono i primi ad avere un aereo privato: Stavros aveva un Dc3 con cui venne giù a Tripoli e poi ci dette uno strappo fino a Gadames, un sito che avevo sempre voluto visitare, un’oasi molto a sud. Attraversammo immense distese di deserto, poi all’improvviso comparve per miracolo la visione di un giardino verdissimo al cui centro si ergeva un piccolo, candido villaggio. Niarchos era seccatissimo, faceva troppo caldo. Marina Cicogna (Michele Masneri). Il Foglio.

A quell’età, nell’adolescenza, si è uguali, ai miei tempi ed oggi, quando solo la tecnologia fa la differenza. C’era più misura, questo sì. Uno parlava e l’altro ascoltava, concetto contro concetto. Oggi si urla troppo, siamo disabituati ad ascoltare. Riccardo Muti (Pietro Visconti). la Libertà.

Sono stata una bambina timida, anzi, timidissima. Ho patito la guerra, la fame, la povertà: è naturale che un po’ di impaccio ti rimanga. Poi il mestiere mi ha cambiato. Oggi non ho più paura di niente. Mi ricordo i primi tempi al Giorno, il giornale progressista diretto da Italo Pietra. A parte che allora era un lavoro da ricchi (ben pagato, macchina con l’autista, riconoscimento sociale) ogni volta che partivo per un servizio mi dicevo: speriamo che l’auto si fermi oppure speriamo di non trovare il paese. Poi quando arrivavo sul posto e venivo inghiottita in cose tremende come ammazzamenti, e magari i genitori dell’assassino mi accoglievano «sa, è tanto buono», la timidezza improvvisamente scompariva». Natalia Aspesi, 90 anni, giornalista (Simonetta Fiori). la Repubblica.

Guardo le ballerine che fra poche ore sembreranno uguali come gocce d’acqua con le parrucche bionde e il trucco uguale: ora sono diverse l’una dall’altra, sembrano commesse della Rinascente, stordite di stanchezza, parlano di questioni sindacali, la televisione, con tutti gli spettacoli leggeri che faceva, le ha incoraggiate a lasciare la danza classica e a buttarsi sul moderno, adesso che c’è il giro di vite per il varietà, bisognerebbe ripiegare ancora sul Lago dei cigni. Luca Goldoni, Esclusi i presenti. Mondadori, 1973.

Il Conte soddisfatto guardò il gatto (intento a leccare via la panna dalla zampa, comodamente seduto sulla poltrona dallo schienale alto). E disse: «Che mi dici adesso, vecchio pirata?». Amor Towles, Un gentiluomo a Mosca. Neri Pozza, 2016.

Sono le signore dei Parioli con gli armadi pieni di volpi e i pianerottoli pieni di volpini: sciolte nelle terme, sicure negli trii, sempre sulla loro poltroncina nei negozi, sempre col portagioie e la trousse sugli aerei. Mai ferme un attimo. Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo. Einaudi, 1969.

L’uomo, è più disinteressato della donna: se tradisce la moglie non lo fa per dispetto. Roberto Gervaso. Il Giornale.