La Stampa, 4 gennaio 2020
Lavoro, in Finlandia quattro giorni per sei ore
Lavorare meno, lavorare meglio. È questo il nuovo slogan destinato a sostituire in futuro quello più vecchio e ormai un po’ datato «lavorare meno, lavorare tutti», lanciato negli Anni Ottanta dello scorso secolo dal sindacato metalmeccanico tedesco Ig Metall e sperimentato per primo dal gruppo Volkswagen, che a suo tempo, per evitare il licenziamento di migliaia di operai, introdusse a Wolfsburg e in altri stabilimenti la settimana lavorativa di 32,5 ore.
Questa volta a fare da spartiacque nella sperimentazione del nuovo modello lavorativo è la Finlandia, dove la nuova prima ministra socialdemocratica Sanna Marin, che a 34 anni è la più giovane leader di governo a livello mondiale, ha annunciato l’introduzione della settimana lavorativa di 4 giorni per 6 ore quotidiane. La prima ministra si è detta convinta che la gente senta il bisogno di avere più tempo per la famiglia, per i cari, gli hobby o la cultura. Diverse ricerche avrebbero dimostrato l’efficacia di questa rivoluzione nel mondo del lavoro. Lavorando meno giorni la settimana e meno ore al giorno, dipendenti e operai sarebbero in grado di sbrigare la stessa mole di lavoro in maniera più concentrata ed efficiente.
Modelli di questo genere vengono sperimentati già in altri Paesi e da aziende soprattutto nel Nord Europa. Con risultati sorprendenti. A Goteborg, in Svezia, la municipalità impiega dal 2015 i dipendenti dei propri ospizi solo per 4 giorni la settimana e 6 ore al giorno, senza aver adeguato in giù gli stipendi; i dipendenti sono da allora più motivati e soddisfatti e si ammalano di meno. Il numero dei loro giorni di malattia è diminuito di oltre il 50%.
Un esperimento che sembra convincere anche sempre più imprese private nel settore dell’automotive e dell’high tech come la Toyota, Microsoft o la Planio, industria tedesca di software dove già da qualche tempo si lavora solo 4 giorni, dal lunedì al giovedì. «È molto più sano e la qualità del lavoro è di gran lunga migliore», sostiene Jan Schulz-Hofen, il fondatore della start-up. «I nostri dipendenti non fanno meno lavoro in quattro che in cinque giorni, perché in 5 pensi di avere più tempo per sbrigare le pratiche, ti permetti di avere più interruzioni, le pause del caffè sono più lunghe e così anche le chiacchierate con i colleghi».
Esperimenti di questo tipo sono in corso un po’ in tutto il mondo. In Nuova Zelanda la compagnia assicurativa Perpetual Guardian sta sperimentando da un anno la settimana lavorativa di 32 ore (4 giorni per 8 ore) e i risultati sono sorprendenti. Il personale è molto più soddisfatto e la produttività è aumentata. Alla fine potrebbero essere proprio le aziende private a spingere nella direzione di una settimana lavorativa più corta e - perché no - di una giornata di 6 anziché 8 ore. In Gran Bretagna il sindacato Trades Union Congress punta prudentemente all’ obbiettivo di una settimana di 4 giorni solo entro la fine del secolo, nella convinzione che sarà un processo lungo e sofferto. Ma per molte aziende il «lavorare meno, lavorare meglio» è già una realtà.