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 2020  gennaio 03 Venerdì calendario

La difesa di Salvini sul caso della nave Gregoretti

Matteo Salvini si difende sul caso della nave Gregoretti, tenuta al largo dei porti italiani quando era ministro dell’Interno e che ha portato il leader della Lega a essere incriminato per sequestro di persona.

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STAVOLTA LA GIUNTA POTREBBE DARE L’OK L’autorizzazione a procedere da parte della Giunta per le immunità del Senato, venuto meno il sostegno a Salvini da parte del M5s, questa volta ha buone chance di essere concessa prima delle elezioni regionali in programma il 26 gennaio in Emilia-Romagna e Calabria. Poi sarà l’Aula di Palazzo Madama ad avere l’ultima parola.

SALVINI RIVENDICA UNA GESTIONE COLLEGIALE Salvini ha depositato in Giunta una memoria difensiva in cui cita tutti i colleghi del governo gialloverde coinvolti nella chiusura dei porti. Ci sono dichiarazioni pubbliche e interviste di Alfonso Bonafede e Luigi Di Maio, ma il documento mette nel mirino soprattutto il premier Giuseppe Conte. Si legge infatti che «il 26 luglio 2019 la presidenza del Consiglio aveva inoltrato formale richiesta di redistribuzione di migranti ad altri Paesi europei». Il leader della Lega ha tirato in ballo pure i vescovi italiani, affermando che con la Cei era stato raggiunto un accordo per l’accoglienza dei naufraghi. «È dunque evidente come fosse il governo, in modo collegiale, a gestire tale attività», si legge ancora nella memoria difensiva.

AFFINITÀ E DIVERGENZE CON IL CASO DICIOTTI Salvini, in sostanza, sostiene di aver agito nell’interesse dell’Italia, col pieno coinvolgimento di Palazzo Chigi e dei ministeri competenti, in modo perfettamente sovrapponibile a quanto accaduto per la nave Diciotti. Ma Conte e Di Maio sostengono che si tratti di due casi diversi, perché la decisione di lasciare la Gregoretti in mezzo al mare sarebbe stata presa in maniera autonoma dall’ex responsabile del Viminale.