Corriere della Sera, 3 gennaio 2020
Bloomberg usa l’intelligenza artificiale
L’oggetto misterioso delle primarie democratiche che inizieranno tra un mese esatto in Iowa – l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, l’ultimo a scendere in campo per la conquista della Casa Bianca – non scommette solo sulla sua enorme potenza finanziaria, ma anche su una sofisticata campagna digitale che sfrutta un’intelligenza artificiale capace di scandagliare l’elettorato, raggiungendo i cittadini considerati, in base a vari parametri, più facili da spingere a votare per l’imprenditore miliardario. I suoi avversari si chiedono da tempo fino a che punto i moltissimi milioni investiti da Bloomberg in pubblicità elettorale (nel 2019, nonostante si sia candidato solo a fine novembre, ne ha spesi ben 155) possano sostituire i dibattiti televisivi ai quali lui non partecipa o la presenza fisica negli Stati che votano, battuti di persona, villaggio per villaggio, dagli altri candidati, ma non dall’ex sindaco. Poi si è scoperto che Bloomberg fin da aprile aveva creato in modo riservato una società tecnologica, Hawkfish, per sostenere candidature democratiche (ma, a questo punto, soprattutto la sua) usando strumenti simili a quelli che, quattro anni fa, furono messi a disposizione di Donald Trump dall’ormai celebre Cambridge Analytica. Nulla di illecito, anzi un passo forse opportuno, visto che secondo molti Trump sarà confermato alla Casa Bianca anche grazie alla sua superiore capacità di influenzare l’elettorato attraverso le reti sociali e la macchina digitale costruita dal suo campaign manager Brad Parscale. Gli avversari che fin qui hanno criticato Bloomberg per il suo uso disinvolto del denaro, ora possono attaccarlo perché Hawkfish ha fatto una campagna di reclutamento di cervelli tecnologici presentandosi come una società al servizio del Dnc, il partito democratico, mentre invece lavora per l’ex sindaco (che, peraltro, in passato, ha finanziato molti candidati democratici). Ma il punto vero è che, se l’intelligenza artificiale di Hawkfish – gestita da ex manager di Facebook e Foursquare come Gary Briggs e Jeff Glueck – dimostrerà di poter fare la differenza, si creerà una situazione pericolosa per la democrazia: l’impossibilità di vincere senza usare i dati personali di decine di milioni di americani e senza dotarsi di una tecnologia sofisticata e costosa che nessun altro progressista è in
grado di mettere in campo.
(collegare con il pezzo su Pino Gentile di Salvatore Merlo)