Corriere della Sera, 3 gennaio 2020
Parigi ha perso 50 mila abitanti
Parigi è il sogno dei turisti di tutto il mondo; la meta di tanti francesi di provincia che ambiscono a vivere finalmente nella capitale del Paese più centralista d’Europa; e la casa di molti cittadini agiati che vivono benissimo in una metropoli straordinaria. Ma la ville lumière continua a perdere abitanti.
Secondo le ultime cifre diffuse dell’Insee (Istituto nazionale di statistica) tra il 2012 e il 2017 la capitale francese è stata abbandonata da 53.095 residenti. Ogni anno se ne vanno 11 mila persone in più di quante ne arrivano, mentre fino al 2012 accadeva il contrario. Oggi Parigi ha due milioni 187 mila 526 abitanti (nel 2012 erano due milioni 240 mila 621).
«Parigi ha il più forte deficit migratorio di tutti i dipartimenti francesi», si legge nello studio dell’Insee. Non è una questione legata al dinamismo economico, anzi: la capitale è sempre di più una calamita per i lavoratori qualificati, i servizi e le start-up legate alle nuove tecnologie sono riusciti a compensare il declino degli stabilimenti industriali del secolo scorso. Ma chi trova lavoro a Parigi spesso va ad abitare nei comuni vicini, e infatti la popolazione aumenta in tutti gli altri dipartimenti della regione, grazie anche alla natalità.
La capitale soffre del suo successo, molti non possono più permettersela. Soprattutto i giovani e le famiglie non riescono ad affrontare un mercato immobiliare dove il prezzo medio l’estate scorsa ha superato i 10 mila euro a metro quadro. I candidati alle municipali del marzo 2020 – dalla sindaca uscente Anne Hidalgo agli sfidanti Benjamin Griveaux e Cédric Villani – promettono una Parigi di nuovo accessibile alle persone comuni, e incolpano il turismo e il fenomeno Airbnb. «A Parigi solo l’82% degli appartamenti sono case di chi ci abita – dice l’assessore socialista Emmanuel Grégoire —. Una quota diminuita del 3% negli ultimi anni perché aumentano le seconde case e gli appartamenti affittati per pochi giorni». Il sindaco ecologista del secondo arrondissement Jacques Boutault stima che il rendimento di una casa destinata ai turisti superi di due volte e mezzo quello di un appartamento affittato tutto l’anno. Quindi le case da abitare scarseggiano e i prezzi continuano ad aumentare. «La sfida del prossimo mandato sarà ridare ai quartieri centrali la loro vocazione residenziale», ha detto Boutault al Parisien. Nel centro di Parigi chiudono alcune scuole, le classi vengono raggruppate per mancanza di bambini, diminuiscono i negozi di alimentari – nell’île Saint-Louis sono praticamente scomparsi – a vantaggio di caffè e ristoranti di lusso. Una tendenza all’opera anche a New York, dove nel 2018 gli abitanti sono diminuiti di 39 mila 500 persone. Londra invece cresce, sostenuta dalla forte demografia dei nuovi arrivati.
A Parigi molti abbandonano perché la città è diventata troppo cara, ma aumentano anche quelli che pur potendo rimanere sono attratti da una vita più tranquilla in provincia. Il sito «Paris, je te quitte» (Parigi, ti lascio) ha fatto fortuna organizzando a parigini stanchi una seconda vita a Montpellier, Limoges, Strasburgo o Rennes.