La Stampa, 3 gennaio 2020
Le lettere di T. S. Eliot all’amica Emily Hale
Più di 1100 lettere scritte dal poeta T. S. Eliot all’amica e confidente Emily Hale sono da ieri a disposizione degli studiosi che vogliano recarsi al terzo piano della Princeton University Library, dove sono state custodite per 60 anni. Le lettere non andranno online, e ci vorrà dunque qualche tempo per capirne l’importanza. Molti pensano che sarà una delle rivelazioni letterarie più importanti del momento, che svelerà nuovi aspetti della complessa personalità dell’autore di Assassinio nella cattedrale e La terra desolata.
Sapremo dunque che cosa Eliot pensava del suo lavoro e di quello degli altri autori suoi contemporanei, e capiremo forse perché i suoi rapporti con le donne siano stati sempre così complicati. Alcuni biografi si sono convinti che fosse omosessuale e che solo l’omosessualità consenta di capire a fondo le sue opere. Nato in America, Eliot aveva sposato nel 1915 in Inghilterra, a 27 anni, Vivienne High-Wood, una ragazza perennemente malata di qualcosa, dipendente dai farmaci e con un carattere molto vivace. Il filosofo Bertrand Russell andò a cena da loro e trovò Vivienne tanto brillante quanto Eliot era apatico e noioso. Predatore seriale di donne, Russell conquistò anche Vivienne, senza peraltro scuotere l’apatia del poeta. Eliot aveva imposto alla moglie camere separate e non riteneva possibile fare davanti a lei cose intime come radersi la barba.
Eliot si liberò di Vivienne tornando un po’ in America e annunciando di avere fatto un voto di castità. Al ritorno in Inghilterra cercò in ogni modo di sparire dalla vista: quando la moglie andava a cercarlo alla casa editrice Faber & Faber dove lavorava, il centralino lo avvisava con uno squillo del telefono per farlo scappare dalla porta posteriore. Vivienne morì nel 1947 per una overdose e lasciò campo libero a Emily Hale. Avevano studiato insieme a Harvard, lei era diventata un’apprezzata insegnante e in età adulta avevano cominciato una lunghissima e probabilmente del tutto casta relazione. Emily divenne la sua confidente, la sua assistente, la sua dispensatrice di consigli, ma gli amici del gruppo di Bloomsbury non la amavano molto, la definivano «quella noiosa signorina di Boston». Mentre Eliot bruciava le lettere che riceveva da lei, Emily le conservava tutte, ordinate per data nelle buste che ha poi consegnato a Princeton, con l’impegno a non renderle note se non dopo 50 anni dalla sua morte.
Mentre frequentava Emily, Eliot conobbe un’altra donna inglese, Mary Trevelyan, che cercò in ogni modo di sposarlo. Ma lui impose che non cenassero mai insieme per due volte consecutive, e restarono solo amici per 20 anni. Senza dire nulla a Emily e a Mary, Eliot sposò a 68 anni, nel 1957, la trentenne Valerie Fletcher, sua segretaria a Faber & Faber. Emily Hale si fece ricoverare in un ospedale del Massachussetts e Mary Trevelyan non gli parlò più. Valerie è morta nel 2012, felice se non altro per essere diventata molto ricca grazie ai diritti di Cats, il musical basato sui versi del Libro dei gatti tuttofare, scritto nel 1939 da suo marito.