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 2020  gennaio 02 Giovedì calendario

MODA, BREVI NOTE DI FINE ANNO - QUIRINO CONTI: DONATELLA VERSACE, GIÀ PRONTA PER ESSERE DISEGNATA IN UN CARTOON – SE LA STORIA È MAESTRA DI VITA, MIUCCIA PRADA È MAESTRA DI STORIA - PER SARAH BURTON (ALEXANDER MCQUEEN) UN SOLENNE TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO - TISCI DA RIMPATRIARE SUBITO - VINTAGE, RI-USO, RICICLO. ANCHE PER LA MODA SARANNO QUESTI I TERMINI PIÙ USATI (E ABUSATI) DEI PROSSIMI MESI -

• Carpe diem. Il successo di un marchio? Lo indica il termometro Jacobs. Quando la temperatura sale e il marchio si fa caldo, subito Marc Jacobs prende, copia e incolla. Con intelligenza, però. Talvolta, perfino migliorando l’originale. E, come per un innamoramento, ne assapora l’atmosfera, ne aspira il profumo, arrivando a coglierne l’essenza.

• Brexit & Prexit. Se, come per le opere d’arte, anche per la Moda ci fosse un diritto di prelazione, Riccardo Tisci (Burberry) andrebbe rimpatriato subito. E messo sotto contratto a lucidare gli ottoni opacizzati di uno dei tanti nobilissimi casati che – sopravvissuti a sé stessi ma non alla noia creativa – languono tra la pianura padana e le paludi pontine.

• Lectio magistralis. Se, come si insegnava, la Storia è maestra di vita, Miuccia Prada si inoltra nel futuro della sua ardita ricerca partendo ogni volta da un passato lontanissimo. “Potrebbe ricordare Chanel, Yves Saint Laurent, potrebbe ricordare una certa Prada…” raccontava, lo scorso settembre, alla stampa (ma potrebbe ricordare anche Erté, Schiaparelli, Isadora Duncan, la Garbo, Lepape ecc.)

• Metamorfosi. Con tenacia e dedizione, Donatella Versace ha via via abilmente stilistizzato la sua immagine fino a farne un personaggio già pronto per essere disegnato in un cartoon.

• J'accuse. Restano leggendari i rancorosi scontri tra Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld (per consuetudini amorose e beghe che mai si sanarono). Così come la disputa sul primato tra Armani e Versace. Ora che nella guerra dei Grandi Gruppi le battaglie si combattono per un marchio, non fanno più notizia le gazzarre tra giornalisti/e, con reciproche accuse di servilismo e corruzione.

• All’ombra dei cipressi. Che dire delle numerose collezioni che, orfane d’autore, vengono ora alla luce affidate forse troppo in fretta alle volonterose mani di miracolate assistenti? Nel nome del Verbo, idee fragili, gracili germogli. O, come canticchiava qualcuno a bordo pedana: “Cha cha cha della segretaria!”

• Te Deum. Se l’impegno pubblicitario non fosse l’unica misura determinante per la visibilità sui media, per Sarah Burton (Alexander McQueen) a ogni collezione si dovrebbe intonare un solenne Te Deum di ringraziamento.

• Vintage, ri-uso, riciclo. C’è chi scommette che anche per la Moda saranno questi i termini più usati (e abusati) dei prossimi mesi.