Libero, 2 gennaio 2020
I numeri delle aste di auto d’epoca nel 2019
Calano i prezzi e diminuisce il fatturato totale delle aste internazionali di auto d’epoca e supercar dell’ultimo anno: 824 milioni di euro contro i 1.011 della stagione 2017/2018. L’andamento del mercato e i risultati dei grandi eventi organizzati da RM Sotheby’s, Bonhams, Artcurial, e Gooding & Co. confermano le previsioni di un arresto della bolla speculativa che nell’ultimo quinquennio ha travolto il mondo del Classic. È tempo di bilanci per le principali case d’asta: scende il prezzo medio delle auto vendute, con un calo drastico di quelle aggiudicate sopra il milione di dollari, e Ferrari si conferma la superstar dell’anno con il record stabilito dalla 290 MM del 1956, venduta da RM Sotheby’s a ventidue milioni di dollari (19.350.000 euro); seguono la McLaren F1 con specifiche LeMans del 1994 aggiudicata a 17.880.000 euro e la Alfa Romeo 8C 2900B Berlinetta carrozzata Touring venduta a 16.745.000 euro. Nella top ten anche la Ferrari 312T del 1975 di Niki Lauda battuta all’asta per 5 milioni 416.000 euro, il prototipo di Ford GT40 Roadster del 1965 venduto a 6 milioni e 900.000 euro, e la“Bond Car” Aston Martin DB5 Coupé del 1965 venduta a Monterey da RM Sotheby’s a 5 milioni 726.000 euro, la terza delle quattro costruite con le specifiche del film Goldfinger. Dall’analisi del Classic Car Auction Yearbook di Adolfo Orsi e Raffaele Gazzi, edito da Historica Selecta, punto di riferimento a livello mondiale per l’andamento del mercato, Ferrari resta il marchio più venduto- su un totale di 5467 auto offerte- seguito da Porsche e Mercedes-Benz. Ma non è la Casa del Cavallino quella col valore medio più alto, che è appannaggio di McLaren con un milione e mezzo di dollari in media ad auto, seguito da Shelby con un milione e 400 mila dollari e Bugatti con 937.000 dollari. Solamente quinta Ferrari, con un valore medio di circa seicento mila euro a vettura, a causa delle tante 308, 208 e Dino in vendita (quindi modelli con valori più bassi che abbassano la media). Il trend I dati presi in considerazione dal Classic Car Auction Yearbook arrivano fino alle ultime aste di Monterey, le più importanti della stagione, quelle che influenzano il trend del mercato fino alle prossime significative che saranno a Scottsdale tra due settimane. «Dalla stagione 2008-2009 c’è stato un trend crescente del mercato delle auto d’epoca che ha attirato sempre più investitori», spiega l’esperto e storico Adolfo Orsi, «i più ottimisti speravano in un aumento costante dei prezzi del 20-30%, ma un andamento così non poteva durare per tanti anni di seguito, e siamo arrivati ad una battuta d’arresto naturale e necessaria». E se i prezzi e le vendite iniziano a scendere, con il calo che per il Classic Car Auction Yearbook si è attestato su un – 18% del fatturato totale, è stato importante per sostenere le trattative il ricorso alla mancanza del prezzo di riserva, addirittura per un 30% dei lotti offerti. Oggi più che mai le condizioni dell’auto, la sua storia e il palma res sportivo sono determinanti per il prezzo, e analizzando le vetture offerte per periodo di costruzione, le cosiddette Classic e Post Classic costruite dal 1946 al 1974 rappresentano il cinquanta per cento del mercato, contro un dieci per cento di supercar “contemporanee” (dal 2000 in poi) e un venti per cento di quelle costruite dal 1975 al 1999. «I veri collezionisti», spiega Adolfo Orsi, «dovranno guardare con attenzione a quanto verrà offerto d’ora in poi, perché potrebbero arrivare delle opportunità interessanti proprio nei mesi a venire».