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 2020  gennaio 02 Giovedì calendario

Gran Bretagna, unioni civili anche per gli etero

Nell’ultimo giorno dell’anno, alle dieci e mezzo del mattino, Rebecca Steinfeld e Charles Keidan si sono presentati all’ufficio dell’anagrafe di Chelsea, nel cuore di Londra, per ufficializzare la loro relazione di fronte alle figlie e agli amici, non con un matrimonio ma con una partnership civile. «Oggi, mentre un decennio finisce e un altro sta per cominciare, diventiamo partner civili di fronte alla legge», ha detto la donna. «Per noi è un momento unico, speciale e molto personale». Ma è stata anche una giornata a suo modo storica: per la prima volta anche le coppie eterosessuali in Inghilterra hanno potuto usufruire dell’istituto dell’unione civile, finora consentito solo alle coppie omosessuali.
Rebecca e Charles, 38 e 43 anni rispettivamente, sono stati tra i primi a presentarsi in comune, con le figlie Eden, quattro anni, ed Ariel, due. Sono emersi poco dopo, tenendo le piccole in braccio, si sono dati un bacio sui gradini dell’edificio e hanno mostrato felici il loro certificato di «civil partnership». Hanno di che essere soddisfatti: sono loro che hanno combattuto una battaglia legale che, dopo anni, ha portato alla modifica della legge. «Volevamo formalizzare la nostra relazione in modo moderno, basato su parità e rispetto reciproco», ha detto Rebecca.
Le unioni civili sono state create nel 2005 come una forma di tutela per le coppie Lgbt; Rebecca e Charles hanno cercato di usufruirne dal 2014: privare le coppie etero di una tale opportunità, hanno sostenuto, equivale a una forma di discriminazione. Nel 2018, la Corte Suprema ha accolto il ricorso della coppia, e nello stesso anno il governo dell’allora premier Theresa May ha apportato le modifiche di legge.
Boom di richieste
Martedì era il primo giorno utile per registrarsi dopo l’entrata in vigore della legge. 
I partner civili avranno diritti praticamente identici a quelli delle coppie sposate, in termini di eredità, esenzioni fiscali, e riconoscimento e diritti dei figli. La nuova legge rispecchia i cambiamenti in atto nella società britannica, dove sempre più coppie eterosessuali optano per la convivenza invece del matrimonio (tra loro anche Boris Johnson, che convive a Downing Street con la fidanzata Carrie Symonds). Sono più di tre milioni le coppie etero che convivono, e il governo stima che nel 2020 circa 84 mila coppie utilizzeranno le unioni civili. Per alcuni, si tratta di dare protezione legale alla loro unione ma senza vincoli religiosi; altri ritengono il matrimonio un istituto antiquato che non rispetta la parità tra i sessi. «La nostra relazione non cambierà di una virgola», ha detto Julie Thorpe, che si è unita civilmente al suo compagno, Keith Lomax, dopo 37 anni di vita insieme e tre figli. «Un pezzo di carta non ci cambierà la vita. Ma ci dà delle protezioni legali all’interno della relazione». Mary Ann Lund e Gareth Wood hanno posto l’accento sull’uguaglianza nella loro relazione. «C’è una sorta di retaggio patriarcale nel matrimonio che non ci appartiene», ha detto la donna alla Bbc.
La nuova legge è entrata in vigore in Inghilterra e Galles, dopo che la Scozia aveva già provveduto e il Nord Irlanda lo farà il mese prossimo. Le coppie omosessuali continuano a godere della tutela offerta dalle civil partnership anche dopo aver ottenuto nel 2013 l’accesso al matrimonio egualitario introdotto da David Cameron. Ma secondo Rebecca e altri attivisti, nuove battaglie sono all’orizzonte per tutelare i vincoli di amicizia o di co-genitorialità. «Avendo posto fine alla posizione privilegiata del matrimonio - ha detto - possiamo discutere del riconoscimento legale di altri tipi di relazioni».