la Repubblica, 2 gennaio 2020
Airbus vende più di Boeing
Dopo otto anni Airbus riconquista il trono dei cieli. Nel 2019 il costruttore europeo è tornato ad essere il più grande produttore del mondo, spodestando Boeing per la prima volta dal 2011 e chiudendo l’anno con un record di 863 aerei consegnati, in crescita del 7,9% rispetto agli 800 del 2018.
Resta invece lontanissima la rivale americana, che sconta soprattutto lo stop alle consegne per il 737 Max, il modello coinvolto nelle due tragedie aeree in Indonesia ed Etiopia costate le vita complessivamente a 346 persone, e di cui l’azienda ha annunciato a metà dicembre la sospensione della produzione a partire da gennaio 2020.
I numeri per l’intero 2019 di Boeing non sono noti, ma da gennaio a novembre la società ha consegnato appena 345 velivoli, poco più della metà dei 704 realizzati nello stesso periodo dell’anno precedente, quando il 737 Max veniva ancora venduto alle compagnie. Nell’intero 2018 invece il costruttore americano aveva chiuso l’anno a quota 806 aerei. I numeri 2019 sono costati il posto al ceo Dennis Muilenburg costretto a lasciare la casa di Seattle dopo 3 anni e mezzo da amministratore delegato e 34 passati a scalare tutti i gradini della società (ma consolatosi con 60 milioni di dollari tra buonuscita e stock option).
I risultati di Airbus invece, sono stati diffusi ieri dalla Reuters e ancora non sono ufficiali, ma parlano del superamento del traguardo di 860 aerei fissati dall’azienda alcuni mesi fa. Ad ottobre Airbus era stata costretta infatti a rivedere i propri obiettivi al ribasso del 2-3% a causa di problemi industriali interni. Il particolare il costruttore europeo ha incontrato forti ritardi nella produzione dell’A321neo, assemblato negli stabilimenti di Amburgo, in Germania, che hanno richiesto il dispiegamento di forza lavoro supplementare per rispettare i tempi. Tanto che le catene di montaggio hanno funzionato a pieno ritmo anche nell’ultima settimana dell’anno, tradizionale periodo di chiusura.
In assenza di questi intoppi, il distacco di Airbus nel 2019 su Boeing sarebbe stato probabilmente ancora maggiore, senza contare che secondo gli analisti citati dall’agenzia britannica i turni extra richiesti per raggiungere il primato registrato l’anno scorso dovrebbero fare aumentare i costi sostenuti dall’azienda. Incrementi in ogni caso mitigati dalla crescita dei ricavi determinati dal record di consegne messo a segno negli ultimi dodici mesi.
Consumato il sorpasso, il 2020 si annuncia difficile per entrambe le compagnie. Boeing continuerà a pagare le conseguenze del fallimento del progetto 737 Max, come il risarcimento alle compagnie che lo avevano ordinato: ieri si è diffusa la notizia di un accordo con la Turkish Airlines per 200 milioni di dollari.
Ma anche Airbus affronta le ricadute dello stop alla produzione dell’A380, il gigante dei cieli, che si avvia alla chiusura del progetto per mancanza di domanda dopo poco più di un decennio.
Sullo sfondo, dietro ai due costruttori si agita lo scontro tra Stati Uniti e Unione Europea. Nell’ultimo capitolo di una lunghissima controversia commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, lo scorso ottobre l’Organizzazione Mondiale del Commercio ha dato il via libera ai 7,5 miliardi di dollari di dazi imposti da Washington contro le esportazioni Ue, come sanzione contro i presunti sussidi ottenuti da Airbus in Europa per lo sviluppo e la produzione dei modelli A350 e A380.