il Giornale, 2 gennaio 2020
I diari dell’ostetrica dei record
Quella che vi raccontiamo è una storia da Primo dell’Anno, che sia di buon auspicio per tutti quelli che sono nati e per quelli che nasceranno. Per quelli che fanno nascere i bambini, per chi li mette al mondo e per chi mette cuore e passione accompagnando il miracolo della vita che si compie. Ed è la storia dell’ostetrica dei record, Marina Semenzato, classe 1959, che da ieri è ufficialmente in pensione. E il miracolo della vita dinanzi a lei si è compiuto 3.173 volte. Oltre tremila bambini coccolati, presi, tenuti al caldo, confortati. Oltre tremila bambini che hanno visto la luce grazie a questa donna. E oltre tremila mamme che l’hanno ringraziata. E che ormai la considerano come un’amica.
Perché lei, quarantadue anni di servizio, di cui quaranta all’ospedale dell’Immacolata Concezione di Piove di Sacco in provincia di Padova, già a otto anni, aveva capito che la sua strada sarebbe stata questa. Far nascere i bambini. Contribuire a metterli al mondo. Far sì che vedano la luce, sganciandosi dal corpo della madre. A otto anni quando è nato suo fratello aveva deciso di diventare ostetrica. «Avevo appena otto anni quando ho deciso che avrei fatto questo mestiere – ha raccontato tempo fa al mensile locale La Piazza -. Mia madre, purtroppo, partorì un bimbo privo di vita e questa cosa la segnò molto. È stato allora che decisi che, da grande, avrei aiutato le donne a partorire». Non ha figli suoi, ma i figli che ha fatto nascere sono per lei le sue tante famiglie. E questi bimbi compongono la storia dei suoi sei diari dove lei ha messo per iscritto tutto. Ha annotato ogni parto, ha fissato ogni nome, ogni madre, ogni cognome. Ha scritto tutto quello che contribuisce a dare un posto nel mondo a un figlio, e l’ha fatto con testa, cuore e mani. Quelle mani che hanno toccato la vita che nasce e che prosegue.
«Ognuno ha una sua storia – ha detto Marina Semenzato – che non ho dimenticato, tanto sono stata onorata di essere alla porta d’ingresso della vita. La mia professione – ha continuato – incorpora un privilegio e una responsabilità nelle quali emozioni come paura, speranza, desiderio e trionfo tendono a intrecciarsi creando un corredo emozionale forte, intenso e unico. Essere ostetrica racchiude un universo di saperi, di tecniche, includendo una memoria storica di tradizioni, fatte anche di forza fisica e interiore per il grande dono di accompagnare alla nascita una nuova vita, completando il miracolo che è insito dal suo concepimento al primo vaglio».
L’ostetrica Marina – dice il direttore generale dell’Ulss 6 (Unità locale socio sanitaria), Domenico Scibetta – rappresenta la cifra dei nostri professionisti che vivono giorno dopo giorno il loro mestiere come una missione con una vocazione mai venuta meno in tanti anni di servizio».