Libero, 2 gennaio 2020
Nel 2019 più multe per velocità eccessiva
Chiariamo subito: i 178 morti nelle “stragi automobilistiche del sabato sera”, che polizia stradale e carabinieri hanno conteggiato nel 2019, sono 178 morti in più di quelli che vorremmo leggere nelle statistiche nazionali. E però ci sono anche le buone notizie. Sì, perché il numero complessivo (che è, e resta, drammatico) è in calo rispetto al 2018, quando le vittime dell’asfalto fuori dalle discoteche italiane erano ben 197, cioè undici in più. Ovvio, siamo lontani dallo zero spaccato che ci metterebbe l’anima in pace, ma è già qualcosa. Ché basta salvare una vita per salvare il mondo. Crescono, invece, e qui non c’è proprio nulla di cui sentirsi sollevati, i conducenti che spingono sull’acceleratore da ubriachi. Sarà che nei fine settimana i posti di blocco si intensificano e l’etilometro di turno lavora a ritmo serrato, ma il 5,7% degli autisti fermati dalla polstrada quest’anno è risultato positivo al test per il tasso alcolemico. L’anno scorso quella percentuale si assestava “appena” (si fa per dire) al 5,2%. Significa, tabelle alla mano, che 11.063 persone si sono messe al volante dopo (almeno) una birra di troppo: nella stragrande maggioranza si tratta di maschi (9.432), ma anche 1.631 donne hanno alzato il gomito prima di prendere la macchina. Incuranti delle conseguenze.
VEICOLI CONFISCATI E questo solo nei fine settimana, che sono 52 in un anno: figuriamoci complessivamente (23mila e ottocento sanzioni, il 2,2 in più del 2018). Sempre nei fine settimana sono finiti nei guai, con una denuncia sonante per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, 408 patentati e le forze dell’ordine hanno confiscato 613 veicoli. Tutta colpa (o meglio, merito) delle quasi 154mila pattuglie che hanno perlustrato ogni strada “a rischio” del Paese nelle notti tra venerdì e domenica. La prevenzione, si sa, è la miglior forma di cura. Guardando ai dati forniti dall’Arma e dalla Stradale, poi, si scopre che anche il computo generale degli incidenti in carreggiati si è smussato da gennaio a questa parte. Il numero totale dei sinistri è diminuito dell’1,3% rispetto al 2018 (oggi se ne contano 70.801), mentre quello degli incidenti mortali registra un’inflessione minima dello 0,6%. Si riduce molto di più, tuttavia, la cifra delle vittime che passa da 1.612 a 1.566 e che, quindi, subisce uno scarto di 46 unità. Qui però andrebbe fatto un distinguo perché nel dato del 2018 sono ricompresi anche i 43 morti del Ponte Morandi a Genova, uno dei disastri stradali più atroci che il nostro Paese abbia mai visto.
LIMITI CONSENTITI Dal primo gennaio al 15 dicembre passato (per avere un’analisi più puntuale e calibrata sull’intero 2019 tocca attendere lo studio dell’Istat che arriverà nei prossimi mesi) i nostri militari hanno effettuato 859.538 pattuglie di vigilanza e hanno contestato più di due milioni di infrazioni al Codice della strada. Bisogna metterlo in conto, fare i furbetti non paga mica. Le multe più staccate sono quelle per eccesso di velocità (quasi 700mila verbali e oltre 61mila patenti ritirate con un ammontare di qualcosa come tre milioni e 581.140 punti decurtati). Idem in autostrada: la polizia stradale ha setacciato circa mille chilometri di corsie a pagamento da inizio anno al 30 novembre per pizzicare 657.804 scalmanati che correvano un po’ troppo oltre i limiti consentiti. I verbali dopo il casello hanno fatto il boom, sono il 35,7% in più di quelli staccati nel 2018, complice anche il sistema di “tutor” che da solo ha permesso di accertare quasi 307mila violazioni. Ma è giusto così, che senso ha pigiare troppo sull’acceleratore fuori dal parcheggio dell’Autogrill? Con la sicurezza non si scherza. Ci mancherebbe altro.