Corriere della Sera, 31 dicembre 2019
Il libro di Eugenio Borgna
WIMBLEDONX
Visto che siamo in esuberante vena di classifiche, vorrei proporre come miglior libro dell’anno vecchio con cui inoltrarsi nell’anno nuovo un libro di Eugenio Borgna, lo psichiatra novarese, classe 1930 e soprattutto classe raffinata di intellettuale che «vede» la realtà del nostro tempo dal punto di vista della malattia e del dolore. È il saggio per eccellenza, trattandosi di un saggio sulla Saggezza (edito dal Mulino): libro breve e dal tono cordiale, che dispone alla lentezza dell’ascolto. L’ideale per transitare verso il 2020 senza asperità e con qualche speranza. Ci sono alcune parole chiave, nel pensiero di Borgna, che si tengono strette a vicenda. Tra queste, oltre a saggezza: gentilezza, nostalgia, responsabilità, speranza, mitezza, fragilità («dovremmo imparare a sentirci un po’ più fragili» è una sua frase)... Parole (e concetti) inattuali e poco popolari, ma secondo Borgna sono parole che ci salvano. Non a caso «Curare con la parola» è il titolo scelto da Franco Esposito, direttore della rivista Microprovincia, per il nuovo numero monografico dedicato allo stesso Borgna, maestro di cura e di pensiero. Che ci introduce ai grandi temi, su cui non dovremmo stancarci di riflettere. Prendiamo, per esempio, la gentilezza: essa «consente di essere aperti agli stati d’animo e alle sensibilità degli altri, e di interpretare le richieste di aiuto che ci giungano non solo dalle parole ma dai volti e dagli sguardi delle persone». Non è difficile immaginare che cosa comporti, prima sul piano individuale e poi sul piano civile, questa idea di gentilezza, capace di vincere l’indifferenza verso gli altri, in alleanza con la saggezza. Che va distinta dalla sapienza e che si può definire come la conoscenza delle faccende umane e del modo migliore di condurle (con passione, aggiunge Borgna). Oppure: la capacità di «prendere decisioni non improvvise, ma meditate e libere da pregiudizi». Un vademecum in compagnia dei poeti e dei filosofi cari a Borgna: Schopenhauer, Leopardi, Hölderlin, Rilke… Gente che ha passato la vita a misurare il peso delle parole. E sarebbe già un magnifico auspicio entrare nell’anno nuovo con la convinzione che le parole vanno opportunamente rispettate, misurate e pesate. La saggezza e la responsabilità delle parole. Più che un bell’auspicio, una vera e propria rivoluzione.