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 2019  dicembre 31 Martedì calendario

Matzneff, francese, intellettuale e pedofilo

PARIGI Uno scrittore francese oggi 83enne per tutta la vita ha avuto rapporti sessuali con decine di bambini, bambine e adolescenti tra gli 8 e i 16 anni, a Parigi e da turista sessuale in Thailandia, descrivendo minuziosamente quegli atti nella sua corposa e apprezzata opera letteraria. Una delle sue vittime, Vanessa Springora, direttrice delle edizioni Juilliard, ora denuncia la relazione avuta a 14 anni (lui ne aveva 50) in un libro significativamente intitolato «Il consenso». E stavolta, dopo #MeToo, i casi Weinstein ed Epstein, scoppia lo scandalo.
Al centro delle polemiche ci sono la pedofilia rivendicata di Gabriel Matzneff, ma soprattutto decenni di impunità e onori concessi a colui che passa oggi, improvvisamente, dallo status di letterato a quello di predatore sessuale.
Matzneff è un volto noto tra le case editrici di Saint-Germain-des-Prés e la brasserie Lipp, ma non solo. Fino agli anni Novanta quell’uomo riconoscibile per il cranio lucido, il sorriso aperto e i modi delicati appariva anche sulla tv pubblica, ospite più volte del celebre Bernard Pivot, al quale raccontava un po’ divertito e un po’ pudico delle sue tante conquiste all’uscita di scuola, in un Paese dove la relazione sessuale di un adulto con un minore di 15 anni (anche senza violenza) è punibile con sette anni di carcere.
Eppure, Matzneff non è mai stato neppure indagato per gli atti da lui stesso confessati in tante pagine e interviste. Il coltissimo dandy nato a Neuilly da una famiglia di aristocratici russi, che adora l’Italia e parla perfettamente l’italiano, scrive passaggi come «ti sciogli nella mia bocca come un sorbetto (…), mio bambino caro, quando domani all’ora di ginnastica gli altri correranno intorno al giardino del Lussemburgo, io ti insegnerò nuove carezze». Forse era arte, ma soprattutto era vita reale, la sua e quella del bambino. Come è possibile allora che Matzneff abbia ricevuto nel 1995 la medaglia di «officier des Arts et des Lettres» dal ministro della Cultura Jacques Toubon?
Si dirà che lo sguardo nei confronti della pedofilia è cambiato, l’atteggiamento libertario post-68 ha lasciato il posto alla coscienza dei danni inflitti ai bambini. Ma ancora di recente, nel 2013, Matzneff ha ricevuto il prestigioso Renaudot per il saggio (niente fiction, proprio un saggio) Séraphin, c’est la fin!, una raccolta di testi, bambine e bambini compresi, scritti tra il 1964 e il 2012. Con il Renaudot, Matzneff ha ricevuto una sorta di premio alla carriera di letterato e – pur raffinato ed erudito – pedofilo.
A 83 anni, Matzneff è uguale a se stesso. Di nuovo c’è il clima post-Me Too e il libro di Springora che esce il 2 gennaio per Grasset. «Finalmente, ecco la soluzione – scrive la donna – prendere il cacciatore nella sua stessa trappola, rinchiuderlo in un libro».
La procura valuta un’azione penale, il ministro Riester (Cultura) preannuncia la soppressione del sussidio versato a Matzneff in virtù di una specie di legge Bacchelli. Sullo sfondo, il nuovo capitolo di una rinata lotta di classe. A parità di azioni, un sottoproletario di campagna sarebbe stato giudicato criminale e sbattuto in carcere; Matzneff invece, amico di ministri e colleghi scrittori, è stato trattato da inguaribile libertino.