la Repubblica, 31 dicembre 2019
I 100 nomi di Gianni Mura
Abbott Sebastian (giornalista). Merita attenta lettura il suo Fuori casa, ed. Luiss, sottotitolo L’Africa, il Qatar e la costruzione delle stelle del calcio. Come nascono e muoiono i sogni, tra procuratori avidi e passaporti falsi. Adamowicz Pawel (sindaco di Danzica). Difensore dei diritti di migranti, rifugiati, Lgbt. Forte oppositore del governo polacco, di estrema destra. Ucciso a coltellate durante una manifestazione di beneficenza. Era sindaco di Danzica dal 1998.
Aiuti Fernando (immunologo). Fondatore dell’Anlaids (Associazione nazionale per la lotta all’Aids). Fece il giro del mondo la foto in cui bacia sulla bocca Rosaria Iardino, 25 anni, sieropositiva da 8. Foto scattata nel 1991 a Cagliari, durante un convegno in cui si dibatteva sulla possibilità che l’Aids si trasmettesse anche per via orale. Trovato morto, forse suicida, al Gemelli di Roma. Tanti dovrebbero dirgli grazie.
Alaphilippe Julian (ciclista). Al di là di quello che fatto e vinto (e non è poco) nelle ultime stagioni, il 9 è in prospettiva futura. Ha fatto capire anche agli organizzatori più conservatori, come quelli del Tour, che le grandi gare a tappe non c’è un solo modo di correrle. E che, in bici, l’attacco appassiona più della difesa, la fantasia vale più della tattica. Il suo pizzetto da guascone rimanda alla Belle Epoque, ma si correva come piace a lui (e a tantissimi altri) fino agli anni ’70. Un po’ mi ricorda Cyrille Guimard.
Albiol Raul (calciatore). Con lui se n’è andata da Napoli la sicurezza in difesa.
Ancelotti Carlo (allenatore). Per chi sa navigare, il mare sempre mare è, a Napoli come a Liverpool. Capitan Carloeu, non c’è bisogno di augurargli buon vento.
Ansaldi Cristian Gli rubano in casa, a Torino, poco prima di Natale. Per fortuna, della famiglia non c’è nessuno. Suo commento scritto: “Affido al perdono di Dio le persone che mi sono entrate in casa e mi hanno rubato tutto”. Per circa 200mila euro.
Atalanta (squadra di calcio). Per me non sarà mai la Dea, ma accidenti come gioca, con che spirito, con che fierezza. Ne sarebbe felice Felice (Gimondi, che è stato un’Atalanta in bicicletta). Se l’Atalanta trabocca, ecco un pessimo gioco di parole: Atatanta. Voto: 9.5.
Balestrieri Gerardo (cantautore). Il suo ultimo cd, uscito in novembre, (“Canzoni del mare salato”, ed. Egea) è tutto dedicato alle avventure di Corto Maltese. Dalla Melanesia all’Argentina, con un passaggio da Venezia, dove Balestrieri abita. Una ricerca da amatore, molte cose interessanti.
Barlaam Simone (nuoto paralimpico). Un bel sorriso, una bella affermazione (“io non sono un atleta paralimpico, sono un atleta, e basta”). E tante vittorie. Quest’anno, ai mondiali di Londra, partecipa a 6 gare: in 5 conquista l’oro, nella sesta (una staffetta) l’argento. Ha 19 anni e i suoi guai cominciano quand’è ancora nella pancia della madre e la manovra sbagliata di un medico gli frattura un femore. A seguire: infezioni, rischi d’amputazione, 12 interventi chirurgici. Ha ragione lui, è un atleta e basta. Da 9,5. Un atleta con qualcosa in più: la cognizione del dolore, direbbe Gadda.
Basket (nazionale C21). Interamente composta da atleti con la sindrome di Down, ha rivinto il mondiale in Portogallo battendo in finale 36-22 i padroni di casa. Dei 36 punti, 28 sono stati realizzati dal sardo Davide Paulis, votato miglior giocatore del torneo. Bravi tutti: 9.
Baslot (scodella di legno o terracotta in cui si versa il vino). Da qui il soprannome di Giovanni Rossignoli, figlio di un oste pavese. Ciclista degli anni eroici, Il romanzo di Baslòt (ed. Bolis) di Claudio Gregori ne racconta vita e imprese. Nato nel 1882, morto nel 1954, corse dal 1903 al 1927. Quattordici partecipazioni al Giro, l’ultima nel ’27, a 45 anni, vincendo 4 tappe. E 4 anni prima aveva vinto la classifica degli isolati. E avrebbe vinto il Giro del 1909 e quello del 1911, se la vittoria finale fosse venuta dalla classifica a tempo (come accadde dal ’14 in poi) e non a punti. Un romanzo vero (8,5), picaresco e un po’ banditesco, allora non s’andava tanto per il sottile. E c’è spazio anche per un giovane Albert Einstein, al seguito del padre che apre una fabbrichetta a Pavia dopo due fallimenti in Germania.
Battistella Samuele Ai mondiali di Harrogate, prima medaglia d’oro assegnata via Var. Nella gara Under 23 l’azzurro è battuto allo sprint di mezza ruota dall’olandese Nils Eekhoff, ma la giuria scopre che, dopo una caduta a 128 km dall’arrivo, Eekhoff è stato trainato a 80 all’ora, per circa 500 metri, dalla sua ammiraglia. Squalificato.
Bernal Egan È nata una stella. Molto brillante. Durerà a lungo: 9.
Berrettini Matteo (tennista). Entra tra i primi 10 del mondo e partecipa alla campagna Tennis for Africa. Altro 9.
Bettiol Alberto Una vittoria da grande campione in una carriera normale. Attacco sul Kwaremont, ultimi 18 km in solitudine, braccia alzate sul traguardo di Oudenaarde. È il sogno di ogni corridore, scalatori esclusi. Fin lì, Bettiol aveva vinto solo una cronosquadre alla Tirreno- Adriatico. Aspettiamo che lampeggi per sapere da che parte si colloca. Ma per quel giorno, quel giorno solo, è 9. Stesso volto per Marta Bastianelli, campionessa europea, che poche ore prima aveva vinto il Fiandre in una volata a tre.
Bielsa Marcelo Lo chiamano El Loco, il Matto, ma con una punta d’ammirazione. Per alcuni è un bluff, per altri (Guardiola) “il miglior tecnico del mondo”. Gli piace il 3-3-3-1, ma è un dettaglio. Quel che segue non è un dettaglio: Bielsa allena il Leeds, la partita con l’Aston Villa vale la promozione diretta in A per i suoi, se vincono. A 18’ dal termine segna il Leeds, ma con un avversario a terra, protesta il Villa. Rissa in campo, un giocatore ospite espulso. Bielsa ordina al Leeds di far pareggiare il Villa. Non tutti i suoi giocatori sono d’accordo, ovviamente, ma così accade, a porta vuota. E addio promozione, agli spareggi gli dice male. La Fifa gli assegna il Premio Fair Play. E il Leeds non lo licenzia, se pensate ai nostri presidenti non è una decisione tanto scontata Ecco perché il mio 9 al Loco è da dividere col Leeds. Ci stanno riprovando insieme.
Camilleri Andrea (scrittore). Confesso che ho vissuto potrebbe essere il titolo di un suo libro. Ne ha scritti tanti, e tante emozioni ha dato. E fermiamoci qui, per non rompere i cabasisi.
Carapaz Richard Vincitore del Giro un po’ a sorpresa ma con merito, passa all’Ineos di Bernal, Froome e Thomas. Con quali compiti? Ancora Giro, credo. Voto 8.
Cassano Antonio (ex calciatore). Obladì obladà, prima o poi la cassanata te la fa. Magari litigando per un posto a sedere in una trasmissione tv. Voto: è inutile.
Castrovilli Gaetano Come mio centrocampista titolare agli Europei sta perdendo le posizioni, anche da riserva, coinvolto nel poco felice momento della Fiorentina. Su con la vita, 7. C’è tempo. Reagire.
Civitanova Lube In cima al mondo: 9.
Conegliano Imoco (volley femminile) (ciclista) (volley maschile).
Coppi Fausto A cent’anni dalla nascita tantissimi libri hanno ricordato il Campionissimo. Non posso segnalarli tutti. Uno sì, curato da Sergio Meda, antico sodale di pedivelle, edito da Bolis: Il mio Coppi. Raccoglie gli articoli su Fausto scritti dal mio amatissimo (e vostro, spero) Mario Fossati negli anni ’40, nel decennio successivo e dopo la morte di Coppi (1960). C’era un grande feeling tra i due, fatto di stima ma anche di pudore e silenzi. A Doha, batteria dei 5.000, trascina al traguardo Jonathan Busby, di Aruba. Squalificato, è contro il regolamento.
E poi premiato per il fairplay.
Dalla Porta Lorenzo (motociclista). Primo italiano a conquistare il titolo mondiale di Moto 3. Voto 8.
Dandini Serena (conduttrice tv). Gradevole e gradito (8) ritorno sui teleschermi. Se poi ti presenti con Neri Marcorè nel taschino, non senti la catena (espressione ciclistica).
De Laurentiis Aurelio (presidente Napoli). Mai buttare via nulla. Archiviare. Così, dall’edizione 2018 dei 100 nomi, integralmente trascrivo: “E pensarci un po’ prima di dire certe cose, valutando le possibili ripercussioni? Voto 4.5”. Recidivo: 4.
De Michele Girolamo (scrittore). Le cose innominabili (ed. Rizzoli). “Nella città dei veleni nessuno è innocente”, si legge in copertina. La città è Taranto. Il libro, tra noir e denuncia sociale, qualche innocente lo contiene, e molti colpevoli.
Due Platani (trattoria di Coloreto, frazione di Parma). Miglior cena del 2019.
Dybala Paulo (calciatore). E meno male per la Juve che alla fine se l’è tenuto. 9.
Dzeko Edin Il suo lo fa sempre, a volte qualcosa di più: 8.5.
Egonu Paola (pallavolista). E se la smettessimo di chiamarla Paoletta, una che tira randellate pazzesche? Non sto proponendo Paolona. Paola va bene. Paola vola. Paola va. 9.
Fair Play (premio). Difficile lo vinca la Juve, che dopo la finale persa con la Lazio si presenta alla premiazione con l’aria allegra di chi va verso la ghigliottina (e ci può stare). Molti dei suoi fanno due passi e si tolgono la medaglia dal collo, manco pesasse un quintale, e qui non ci siamo. Vale per CR7, che ha vinto tantissimo, come per Bernardeschi, che da mettersi al collo ha per ora più cravatte che trofei. Atteggiamento antisportivo e diseducativo: 3.
Falqui Antonello (regista tv). Come si stava bene una volta davanti alla tv: il Musichiere, Canzonissima, Studio Uno, Milleluci. Spettacoli moderni, con ritmo, classe, divertimento, bella musica, grandi interpreti. Con lui scompare un maestro.
Fonseca Paulo (allenatore). Ha coraggio e non perde la testa. Due buone doti, per un tecnico. Alla Roma se ne stanno accorgendo, 8.
Fotografia (del 25 novembre). Alla Camera si dovrebbe discutere di disposizioni urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici. È un lunedì. Deputati presenti: 8 su 630 alle 10.30, poi diventeranno una ventina. La frase del Marchese del Grillo (“Io so’ io e voi non siete un cazzo”) è arcinota, ma il Marchese del Grillo era uno, mentre qui a pensarla allo stesso modo sono più di 600.
Disonorevoli singolarmente e in blocco: -20.
Ganna Filippo (ciclista). Inseguitore spesso inseguito e raramente raggiunto. Campione del mondo in carica (4’02” 64).
Gasperini Gian Piero Fin troppo facile. 9.
Gauff Coco (tennista). A 15 anni ha già vinto due tornei Wta. “Da decenni non vedevamo in campo una luce così splendente”, e se lo dice la grande Martina Navratilova bisogna crederci. Per ora 8.5.
Gervinho Sembrava aver chiuso col calcio ad alto livello e invece è ancora molto utile al Parma. 7.5.
Giampaolo Marco Due errori del Milan. Ingaggiarlo senza conoscerne bene le caratteristiche e silurarlo troppo presto.
Gomez Alejandro “Papu” Senza di lui, non so quanto Gasperini avrebbe potuto costruire questa Atalanta. Nel tempo il Papu gioca più alla Maradona, che non vuol dire come Maradona. Si muove sul centrosinistra, indirizzando la squadra. Va dove serve che vada. Imprescindibile: 9.
Gradoni Marco (velista Optimist). A 15 anni, premiato alle Bermude come miglior velista del mondo. Come lui, prima, solo l’olimpionica Alessandra Sensini. Auguri, 8.5.
Hirscher Marcel (sciatore). Lascia dopo 8 Coppe del mondo consecutive. Un bellasciare.Voto 9.
Hosszu Katinka (nuotatrice). Ha già raccolto 99 medaglie nelle competizioni di maggior rilievo. Voto 9.
Iapichino Larissa (atleta). Oro nel lungo negli Europei Under 20, come sua madre Fiona May a Birmingham nel 1987. Avanti così, 8.
Ibrahimovic Zlatan (calciatore). Dice: cosa pensi del suo ritorno al Milan? Dico: nulla. Con questo Milan, pensare è faticoso e forse inutile. Voto? Nessun voto.
Inzaghi Simone (allenatore). Due sconfitte alla magna Juve in due settimane, mica facile. Continua a crescere e la Lazio con lui, quando riesce a distendersi è uno spettacolo. Si candida per la panchina juventina, anche se lì dov’è, nonostante Lotito e grazie alle intuizioni di Tare, ha più libertà d’azione. 8,5.
Juric Ivan A Verona, con l’organico che ha, sta facendo molto più delle nozze coi fichi secchi. 8
Khalaf Hevrin (politica curda).
Paladina dei diritti delle donne, sorta di ministro degli Esteri del Rojava, segretaria del Partito siriano del Futuro, ingegnere, 35anni, massacrata a pietrate e colpi di mitra, il cadavere vilipeso e trascinato fino a perdere tutta la pelle. Imboscata sulla M4 tra Ras-al-Ayn e Qamishli da parte di truppe siriane vicine a Erdogan. Pochi giorni prima di morire aveva scritto: “Un giorno, quando le cose andranno bene, ti guarderai indietro e ti sentirai orgoglioso di non esserti arreso”.
Klopp Jürgen L’allegria nella grinta, e viceversa. Liverpool a parte, uno che appena arrivato in Inghilterra si definisce Normal One, con chiara allusione allo Special One, non può che essermi simpatico. 9.
Kolisi Siya (rugbista). Primo capitano nero del Sudafrica che vince il mondiale (32-12 agli inglesi). Ha detto: “Oggi Mandela sarebbe felice. Colori diversi, vittoria di tutti”. Esatto.
Kragl Oliver Mio vecchio pallino, a Benevento il suo micidiale sinistro dà soddisfazioni.
Kulusevski Dejan Di proprietà dell’Atalanta, in prestito al Parma, se lo contendono Inter e Juve. Chi lo prende fa un affare [lo ha preso la Juve, vedi seconda pagina, ndr]. Vent’anni, centrocampista completo, molto resistente e abile negli assist, parla 5 lingue: macedone, svedese, italiano, inglese e tedesco. Già adesso è da 8.5.
Lodadio Marco (ginnasta). Argento negli anelli ai mondiali, un argento che vale oro. Già qualificato per Tokyo, dove andrà a caccia dell’oro. 9.
Lukaku Romelu Quanti di voi ricordano John Charles, attaccante della Juve detto “il gigante buono”? Gli affiancherei, per questo non secondario dettaglio, Lukaku. Fa sentire il fisico imponente, ma in modo correttissimo. Non si lamenta teatralmente dopo un fallo subito. Chiede scusa se ne commette uno. Non simula. È leale. Molti suoi colleghi dovrebbero imparare da lui. Che fosse un grande attaccante si sapeva. La scoperta è che è una bella persona. 9.
Mancini Roberto (ct). D’accordo, non era un percorso difficile, ma quante volte abbiamo visto le nostre squadre zoppicare su percorsi facili. Mancini ha lavorato bene, pensando al futuro azzurro non solo a parole, ha ridato fiducia e voglia a un ambiente che aveva il morale sotto ai tacchi. Ha ridato anche il gusto della giocata. Non montiamoci la testa, non siamo i migliori del mondo, ma un passo alla volta ci stiamo avvicinando. Voto 8,5.
Mandzukic Mario (calciatore). Contratto rinnovato ad aprile e dopo due mesi è indesiderabile e indesiderato, emarginato, tagliato fuori. Se c’è ancora uno stile Juve, quod est demonstrandum, in questa vicenda non s’è proprio notato. Neanche un barlume di rispetto, per uno che alla Juve ha dato parecchio, anche facendo il terzino. Voto (alla Juve): 3.
Marcantonio (caseificio) A Castelfranco in Miscano, sull’Appennino beneventano, produce un caciocavallo stagionato un anno (due, anche meglio) che si fa ricordare. 8.
Marchisio Claudio (ex calciatore) Ancora in attività si esprimeva sui social dicendo la sua, pacatamente, su argomenti via via diventati esplosivi: i ricchi, i poveri, le migrazioni. Giusto, per chi non vede il mondo solo dal campo. Quando hanno rapinato in cinque, armi alla mano, lui e la moglie (i figli erano fuori casa) i leoni da tastiera si sono scatenati. Ti sta bene, hai visto cosa combinano i tuoi amici? E lui, sempre pacatamente, ha risposto. Per quello che vale, 9 di solidarietà.
Martinez Lautaro (calciatore). Ora che è sicuro del posto, gioca molto meglio. 8.5.
Miller Lucia (cantante). Bello il cd “Lampi sulla pianura” (ed. Eccher), belli testi e musica del marito, Massimo Bubola. Molte donne nei testi: queen Jane, Anita Garibaldi (la migliore, forse), Anna Frank, la crocerossina Margherita Kaiser Parodi Orlando, unica donna sepolta nel sacrario di Redipuglia. Una canzone è dedicata a Filippo Aldrovandi, uscito morto da un incontro notturno con la polizia a Ferrara.
Mondonico Emiliano (allenatore). È morto nel 2018, ma il mondo del Mondo è vivo, l’ha ribadito la figlia Chiara. Il recupero di tossicomani e alcolisti tramite il calcio a Rivolta d’Adda, l’appoggio agli sbandati, il filo aperto con la curva degli ultrà atalantini. Tutto questo è vivo.
Nainggolan Radja (calciatore). Quando una scelta di cuore è davvero una scelta di cuore. Coraggio.
Nandez Nahitan (calciatore). Col Cagliari sembra stia andando in aceto, ma finché non l’hanno distratto le voci di mercato è parso fior di centrocampista.
Nazionale (volley). Quella femminile è più forte di quella maschile.
Orsetti Lorenzo (combattente per la libertà). Dalla parte dei curdi, morto in battaglia contro l’Isis. Roma e Firenze gli hanno dedicato un giardino. Sulla lapide che lo ricorda, a Torino hanno disegnato una svastica.
Paris Dominik (sciatore) Più invecchia più migliora. 9.
Paternoster Letizia (ciclista). Trentina, 20 anni, va forte su pista e su strada, ha già vinto 15 ori nelle gare che contano. Il futuro è suo. 8,5.
Paulino Paulo (indio Guajajara). “L’Amazzonia è nostra e ci facciano quel che vogliamo” ha detto il presidente Jair Bolsonaro (-10). Si vede. Chi prova a difendere la foresta e la terra sa cosa rischia. Dal 2003 al 2016, poi s’è perso il conto, 1.009 indigeni uccisi. Nel solo 2019, 7.854 kmq deforestati (+92,7% rispetto al 2018). Paulino, 34 anni, capeggiava una squadra di pattugliatori per impedire l’incendio delle foreste. Due fucilate in pieno petto, a inizio novembre, una fossa in più e un pattugliatore in meno.
Pellegrini Federica (nuotatrice). Lei c’è sempre, come nei 200 sl di Gwangju. E a Tokio potrebbe suggellare con la quinta partecipazione olimpica una carriera lunga e splendente. 9.
Pellegrini Lorenzo (calciatore). Ecco un altro tuttocampista che continua a crescere. E non ha finito: 8.5.
Pilato Benedetta (nuotatrice). A nemmeno 15 anni, due podi internazionali nei 50 rana sono molto più d’una promessa. 8.5.
Pinot Thibaut (ciclista). Con meno jella addosso potrebbe vincere un Tour (Bernal permettendo). 8.
Pisu Raffaele (attore). La comicità elegante, leggera.
Pompieri Sos (appello personale). I salari sono fermi al 2004. Chi può mi dovrebbe spiegare perché guadagnano 400 euro mensili in meno rispetto ai colleghi europei, e 200 in meno rispetto a ogni uomo in divisa addetto alla sicurezza in Italia. Poi, chiamiamoli pompieri o vigili del fuoco. Sono quelli che intervengono in caso d’incendi (quasi tutti dolosi), di inondazioni, di frane, di terremoti. Fuoco, acqua, fango, macerie, tutto quello che affligge questo Paese, e loro sempre in prima linea. Vogliamo rimediare a una vergogna e pagarli per quello che meritano? 10 di stima.
Portinari Folco (saggista e storico della letteratura italiana). E anche ottimo, arguto, coltissimo compagno di tavola. Gli sia lieve la terra.
Poulidor Raymond (ciclista). Se si organizza una corsa con quelli arrivati di recente, è battuto da Gimondi. Spero che il dio dei ciclisti abbia lasciato per lui, da qualche parte, una maglia gialla. Quadarella Simona (nuotatrice). Un 2019 da incorniciare: 2 ori (400 e 800 sl) agli europei in vasca corta a Glasgow, un oro ai mondiali in Corea (1.500 sl) e un argento sugli 800, ma da Katie Ledecky si può anche perdere, una rivincita arriverà. 9.
Raboni Giovanni (poeta, saggista, critico). “Meglio star zitti?” (ed. Mondadori) è il titolo polemico di un libro polemico. Gli “scritti militanti” di Raboni, su cinema, teatro, letteratura, sono in realtà stroncature (anche questo, una volta, faceva un critico) da cui non si salvano Eco, Fellini, Fo, Woody Allen, Pasolini, Hemingway. Se è vero che “una stroncatura serve alla buona salute della letteratura cento volte di più di un elogio infondato”, un libro prezioso.
Rapino Remo (scrittore). Miglior libro di autore italiano letto nel 2019 il suo “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” (ed. minimum fax).
Rapinoe Megan (calciatrice Usa). Suo il gol decisivo nella finale mondiale, suoi i gol, sempre utili, fatti a Trump nella sua battaglia contro ogni discriminazione. 8.5.
Riva Gigi (ex calciatore). Presidente onorario del Cagliari. Scelta perfetta.
Rivera Gianni (ex calciatore). A 76 anni diventa allenatore di A. Scelta incomprensibile.
Rizzoli Nicola (ex arbitro). Più lo sento spiegare il Var e meno ci capisco.
Rubio Ricky (cestista spagnolo). Miglior giocatore nel mondiale vinto. Giusto. 8.5.
Sandoval Mario (torturatore). Molto attivo tra il ’76 e l’83 sul fronte dei desaparecidos, di casa alla famigerata Esma. Come ha fatto uno così ad avere asilo in Francia arrivando addirittura a insegnare alla Sorbona?
Scariolo Sergio (tecnico basket). Campione Nba e ct della Spagna campione del mondo. Ah, la buona scuola italiana.
Sfueai (cd).Si prenda una bella voce (la carnica Elsa Martin), la si accompagni col pianoforte di Stefano Battaglia. Sceglieranno tra i poeti friulani (Pasolini, Cappello, Tavan, Cantarutti, Giacomini) quali musicare e cantare. In marilenghe, sfueai sono luci disseminate in cielo da non si sa quale mano. Può uscirne solo un bel cd, ed. Artesuono.
Sinner Jannik (tennista). Impressionanti, in rapporto all’età, la potenza, la freddezza, la visione tattica del match, la mancanza (apparente?) di tensione. È un campione, teniamocelo stretto. 9.5.
Sironi Alberto (regista). A 20 giorni dalla morte del padre del commissario Montalbano, quello del regista (molto bravo). Coincidenze, certo, ma danno un po’ da pensare.
Souza Luzimara (surfista). 23 anni, sognava Tokyo. Uccisa da un fulmine davanti a Fortaleza.
Tardelli Marco (ex calciatore). Mi piace. A differenza di molti colleghi, specializzati in tv nello spaccio di aria fritta, un suo parere lo esprime sempre. E anche nella rubrica sulla Stampa. Voto 8.
Torrisi Giorgio (karateka). Vince un trofeo per un chiaro errore dei giudici e immediatamente passa la medaglia al collo di Carlotta Bartolo. Lui ha 10 anni, lei 11. È successo ad Acicastello.
Tortu Filippo (sprinter). Una finale mondiale sui 100 per quest’anno può bastare.
Trentin Matteo (ciclista). Per come ha buttato via il mondiale, secondo in una volata a tre, meriterebbe il Premio Pollo 2019. Ma non ci riesco. Ha corso benissimo, gli sono mancati gli ultimi cento metri: 7.
Trocino Alessandro (giornalista). “La carbonara non esiste” (ed. Giunti). O forse sì. Ma forse non è romana. Leggere per chiarirsi.
Udovicich Giovanni (ex calciatore). Nini per i tifosi, esule fiumano, 517 partite con una sola maglia, quella del Novara, tra B e C. Potevano essere di più, ma si ruppe un menisco e andò a lavorare in banca. Una bella bandiera ammainata.
Vidal Arturo (calciatore). Pare vicinissimo all’Inter. Viva soddisfazione dei carrozzieri milanesi.
Vlahovic Dusan (calciatore). Molto forte. L’uomo giusto nella squadra sbagliata, per ora. 8.
Gianni Mura