il Fatto Quotidiano, 31 dicembre 2019
Tutti i candidati (impresentabili) del centrodestra alle regionali in Calabria
Le Regionali, in Calabria, più che una tornata elettorale sembrano un torneo di salto della quaglia. Una gara tutta del centrodestra guidato dalla parlamentare Jole Santelli che, però, non si è accontentata dei voltagabbana per tentare di vincere le elezioni. Nelle sue liste c’è di tutto: dagli indagati agli ex comunisti fulminati sulla via tra Arcore e Pontida. Al punto da far sembrare quasi normale la candidatura con il M5S di Alessia Bausone fino all’anno scorso coordinatrice della mozione Boccia al congresso del Pd. La stessa che ieri, all’Adnkronos, ha ammesso di aver chattato nientemeno che con Mark Caltagirone, il mancato marito virtuale di Pamela Prati, che nel gennaio 2018 l’aveva contattata. “Il suo obiettivo era quello di screditare una politica calabrese del centrodestra”, spiega ora la candidata del Movimento che, quando esplose il caso Pamela Prati, si guadagnò una partecipazione, seppur solo telefonica, alla trasmissione di Barbara D’Urso.
Se la neo-grillina parla tranquillamente del suo cambio di casacca, nel centrodestra è più complicato. Dalle parti della Santelli c’è un esercito di candidati che cinque anni fa sostenevano il centrosinistra e Mario Oliverio (Pd). Tra questi il consigliere regionale uscente Tonino Scalzo, oggi Udc ma fino a ieri coi “Moderati per la Calabria” dove c’era pure Franco Sergio che, invece, si è candidato con “Santelli presidente”, nella stessa lista di Vincenzo Pasqua (anche lui ex “moderati per la Calabria”) e Mauro D’Acri che, nel 2014, stava con “Oliverio presidente”.
Cognato dell’ex senatore Nico D’Ascola, il consigliere regionale uscente Giuseppe Neri si è riscoperto un nostalgico del ventennio dopo 5 anni a Palazzo Campanella e altri 10 al consiglio provinciale (tutti con il Pd). Oggi Neri è candidato con Fratelli d’Italia assieme al sindaco di Sant’Eufemia Domenico Creazzo (che grazie al centrosinistra è stato nominato vicepresidente del Parco nazionale d’Aspromonte). La Meloni ha fatto incetta di transfughi. Ed ecco pure il consigliere comunale di Reggio Calabria Demetrio Marino, nel 2014 candidato con il sindaco Giuseppe Falcomatà, che perde anche Nicola Paris oggi candidato Udc.
Con la lista “Santelli Presidente” corre l’ex consigliere comunale Carolina Caruso, detta Titina, sotto processo per bancarotta fraudolenta assieme al marito Giuseppe Cristaudo che il pentito Angelo Torcasio indica essere vicino al boss Giuseppe Giampà. Forza Italia, invece, punta su Antonio Daffinà il cui nome compare nelle carte dell’inchiesta “Rinascita” contro la cosca Mancuso: non è indagato ma il pentito Andrea Mantella lo inquadra tra i massoni “che avevano rapporti con la ‘ndrangheta”. Da ex commissario dell’Aterp di Vibo, Daffinà ha una richiesta di rinvio a giudizio nel processo nato dall’indagine sull’utilizzo dei fondi Ex Gescal dove è indagato pure Pino Gentile, anche lui candidato per essere eletto per la settima volta in Consiglio regionale. Se tra gli azzurri trova posto anche Maria Grazia Pianura, moglie di Pasquale Farfaglia (l’ex sindaco del comune San Gregorio di Ippona sciolto per infiltrazioni mafiose), nella lista della Santelli il punto forte è Vito Pitaro citato nelle intercettazioni dell’inchiesta di Gratteri. Ex consigliere comunale di Rifondazione comunista, assessore socialista e dirigente del Pd, Pitaro che negli ultimi 5 anni ha intascato 3.800 euro al mese come “capo struttura” di un consigliere regionale Pd. Più di 200 mila euro: oggi però è candidato col centrodestra.