il Fatto Quotidiano, 31 dicembre 2019
Nicoletta Dosio, la prof no Tav finita in carcere
Arrestata Nicoletta Dosio, storica attivista no Tav di 73 anni. La professoressa di greco e latino della Val di Susa, volto noto della protesta in Piemonte, è stata portata in carcere ieri sera dopo che le era stata notificato il provvedimento. Lo scorso novembre Dosio è stata condannata a un anno di reclusione con le accuse di violenza privata e interruzione di pubblico servizio per aver partecipato, nel 2012 insieme ad altri No Tav, ad una manifestazione pacifica di protesta al casello autostradale di Avigliana (Torino).
Dosio dichiarò che era pronta ad andare in carcere e che non avrebbe mai chiesto misure alternative, come l’affidamento in prova. “Stanno arrestando Nicoletta, vergogna allo Stato italiano” è stato il tam tam sui siti del Movimento No Tav, che si è immediatamente raccolto davanti l’abitazione della donna, a Bussoleno in provincia di Torino, per impedirne l’arresto. Per oltre un’ora decine di manifestanti e attivisti, scesi in strada, hanno bloccato l’auto dei carabinieri, con l’anziana a bordo. “Speravate di fare questa porcata di nascosto tra Natale e Capodanno”, hanno urlato ai militari tra insulti e sfottò.
Numerose le reazioni politiche, a partire dalla sinistra. “La Procura generale di Torino ancora una volta dà dimostrazione dell’ossessione repressiva contro il movimento No Tav, non possiamo accettare questo arresto insensato”, hanno commentato Maurizio Acerbo ed Ezio Locatelli, rispettivamente segretario nazionale e segretario provinciale torinese di Rifondazione Comunista.
Perfino dal Partito Democratico sono arrivati attestati di solidarietà, tramite il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut: “Non condivido nulla del movimento No Tav, ma le proteste anche scomode e con le quali non si è d’accordo non vanno ignorate. Trovo sproporzionato l’arresto di Dosio. Credo sia una misura sbagliata e senza senso, frutto di un meccanismo burocratico che prescinde dalla concretezza delle cose”.
Un anno di carcere per aver aperto, insieme ad altri, le sbarre di un casello autostradale della Torino-Bardonecchia, causando danni alla società autostradale. Era il 3 marzo del 2012 quando un gruppo di attivisti bloccò la barriera al casello di Avigliana della A32 in direzione Torino e fece passare 185 veicoli impedendo la riscossione del pedaggio. “Un danno totale di 700 euro per aver alzato la sbarra del pedaggio per una quarantina di minuti” evidenzia l’avvocato della No Tav Emanuele D’Amico che aggiunge: “Il problema non è l’esecuzione di un automatismo ma la condanna definitiva per un atto puramente dimostrativo”.
Dopo la condanna Dosio rivendicò la propria scelta: “Sono pronta a ribadire le ragioni della nostra lotta e della nostra vita. Se mi avessero dato i domiciliari non sarei comunque stata disponibile a fare la carceriera di me stessa. Non mi sento vittima, sono consapevole di stare dalla parte giusta e rivendico ciò che ho fatto, chiedere misure alternative sarebbe stato come ammettere che avevo fatto qualcosa di sbagliato. Vale la pena affrontare anche il carcere per una battaglia giusta”.