La Stampa, 31 dicembre 2019
Creò gemelle con Dna mutato. Carcere di 3 anni per lo scienziato
L’anno scorso era finito con una notizia «rivoluzionaria», che lasciava intravedere l’alba di una nuova umanità da laboratorio, geneticamente modificata, fatta di uomini-Frankenstein. Il 2019 termina invece con il carcere, per He Jiankui, il ricercatore cinese che ha scandalizzato il mondo intero quando, a novembre 2018, ha annunciato la nascita di due gemelle, Nana e Lulu, rese da lui resistenti al virus dell’Aids tramite l’alterazione del loro Dna. Aveva selezionato coppie con padri malati e madri sane. Tramite una tecnica chiamata Crispr/Cas9 (si pronuncia crisper) inizialmente usata sui topi era riuscito ad applicare la terapia del «gene editing», una specie di taglia e cuci sul Dna, alle due nasciture, fino a rendere il loro genoma impermeabile al virus Hiv. Uno choc, per la comunità scientifica e quella internazionale. E ora Pechino ha deciso di punirlo con tre anni di carcere e una multa da 3 milioni di yuan (pari a 384 mila euro). Insieme a He Jiankui, 35 anni, vanno alla sbarra altre due persone appartenenti a «istituti medici della provincia di Guagdong»: Zhang Renli, che pagherà con due anni e una multa di un milione di yuan, e Qin Jinzhou, un anno e mezzo di prigione con pena sospesa e una multa di 500 mila yuan. La condanna, per tutti e tre, è per esercizio illegale della medicina. Hanno «proceduto illegalmente alla manipolazione genetica di embrioni ai fini della riproduzione», ha annunciato l’agenzia di stampa di Stato cinese Xinhua. Ha aggiunto: «La Corte ritiene che i tre accusati non abbiano ottenuto qualifiche mediche e che ricercassero fama e profitto» e hanno «deliberatamente violato la regolamentazione sulla ricerca».
Ragioni etiche contro l’eugenetica
Anche in Cina, Paese nel quale una legislazione blanda sul tema è stata introdotta nel 2003, è vietata la manipolazione genetica degli embrioni. Il ricercatore era riuscito ad aggirare i controlli. Fino alla condanna di questi giorni. La tecnica delle «forbici genetiche» applicata sui topi poi adattata per protocolli di terapia genica per combattere le malattie ereditarie, presenta numerosi rischi: il taglio sul Dna, dicono gli scienziati, potrebbe agire anche su tratti non selezionati tra quelli «da correggere». Delle gemelle, e del terzo bimbo nato a inizio 2019 dagli esperimenti di He Jiankui non si sa nulla, dunque non si conoscono le loro condizioni di salute. Sebbene gli scienziati abbiano capito da tempo come si possono modificare i geni dei bambini non ancora nati, la maggior parte dei Paesi del mondo ha vietato la pratica per motivi morali ed etici.