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 2019  dicembre 29 Domenica calendario

Le orche di Genova ora nuotano a Messina


«Guarda che spettacolo. Che bellezza!», urla dalla gioia il pescatore Simone Vartuli. La sua voce trema, ma non è paura: è l’emozione di vedere tre splendide orche giocare sotto la prua della sua barca. Qualcosa di mai visto in Sicilia. Nello Stretto di Messina, al largo di Scilla, il 27 dicembre sono arrivate le orche, con tutta probabilità quelle di Genova. Ad avvistarle e filmarle è ancora una volta un pescatore. Manca una fotoidentificazione precisa, ma i biologi ipotizzano che siano le stesse che da quasi un mese animano la fantastica storia di Natale che sta appassionando ricercatori e curiosi. Una storia a caccia di un lieto fine.
Perché le orche, che da noi non si erano mai viste nei porti, sembrano proprio non aver nessuna intenzione di lasciare l’Italia. Tutto è iniziato il primo dicembre quando a sorpresa un “pod”, ovvero un piccolo gruppo famigliare, è spuntato all’improvviso nel porto di Genova Voltri. Una anomalia, ancor di più se si pensa da dove arrivano: l’Islanda. Hanno nuotato per 5200 chilometri per arrivare fino a Genova, una migrazione mai osservata prima.
Nel gruppo c’erano il grande maschio Riptide, la femmina madre SN114, ribattezzata “Zena” tramite un sondaggio online, e due esemplari più giovani, Acquamarin e Dropi. Con loro anche un cucciolo, morto dopo pochi giorni: per quasi una settimana la madre Zena col muso lo ha trascinato nel tentativo commovente di farlo respirare, purtroppo senza successo.
Quella perdita, dicono i biologi marini, ha allungato la permanenza delle orche in Liguria, proprio per la difficoltà di voler abbandonare per sempre il piccolo. Così a Genova le orche sono diventate un simbolo: sempre lì, per quasi tre settimane, così vicine che si potevano osservare dalla costa. Poi all’improvviso intorno al 18 dicembre hanno iniziato a spostarsi. Prima a ovest, verso Vado Ligure, poi a est, a largo di Portofino. Le maestose dorsali spuntavano ovunque.
Qualche giorno prima della vigilia di Natale i ricercatori hanno creduto nel regalo più bello: che le orche se ne fossero andate, tornate verso Gibilterra e verso quell’Islanda che significa casa, dove avrebbero più possibilità di sopravvivere. Invece giusto dopo Santo Stefano eccole riapparire: un altro lungo viaggio, di circa 820 chilometri, fino alla Sicilia. Il pescatore Vartuli le avvista nello Stretto e le riprende, “uno spettacolo” grida felice. Ma un dettaglio smorza l’entusiasmo. Il pescatore, che ha la fortuna di vederle bene dato che i mammiferi fanno “bow riding”, ovvero giocano sotto la sua prua per un’ora, conta solo tre esemplari. Uno manca all’appello. «Crediamo sia Dropi, l’esemplare che ci era apparso in precedenza molto magro, forse malato» spiega Sabina Airoldi, direttrice scientifica di Tethys, istituto di ricerca cetacei. «Da altre segnalazioni sembra che inizialmente ci fossero tutte e quattro. Abbiamo chiesto ai ricercatori islandesi che conoscono bene questo gruppo se è possibile che l’animale si sia semplicemente allontanato: a volte, ci dicono, capita che si uniscano ad altri gruppi di orche, oppure può succedere per motivi ignoti. Una possibilità però è che Dropi sia stata male e non faccia più parte del gruppo».
È presto per tirare conclusioni. Lasciando persino la porta aperta alla possibilità che si tratti di altre orche. «Da noi non si erano mai viste» dice Clara Monaco, biologa dell’associazione siciliana Marecamp che sta monitorando la vicenda. «Quest’estate c’erano le pseudorche, evento rarissimo. Ma le orche mai: crediamo siano quelle di Genova, ma alcuni colleghi ipotizzano persino che siano altre, dubbiosi per la velocità con cui sono arrivate qui. Servono più dettagli per fotoidentificarle, però con il mare in tempesta non so se riusciremo a uscire e rivederle. Nel frattempo chiediamo a chiunque le veda di segnalare alla Capitaneria la loro presenza».
Di sicuro in Sicilia, anche per le orche, il pranzo delle feste è stato lauto: pare sia pieno di tonnetti. «Forse stanno cacciando o forse si spostano e basta. Ci sono arrivate segnalazioni: qualcuno dice che hanno preso la via dello Stretto e che erano quattro. Ma non abbiamo prove. Speriamo ci siano ancora tutte». Nella speranza che stiano tornando a casa, sarebbe il lieto fine tanto desiderato.