la Repubblica, 29 dicembre 2019
«Non c’è ragione di tenere Pietro Genovese in carcere». Intervista a Gaetano Azzariti
«C’è solo un’esigenza, fare il processo il più in fretta possibile. Ma ora non si può anticipare la condanna ricorrendo al carcere». È questo il parere del costituzionalista Gaetano Azzariti sull’arresto di Pietro Genovese.
Una misura giusta?
«C’è da tenere presente che le misure cautelari, come gli arresti domiciliari, sono stabilite per esigenze diverse da quelle legate alla pena comminata per i fatti commessi. Sarà il processo a definire le sanzioni penali. In questo caso più delle misure cautelari, che non possono essere un modo per anticipare la condanna, sarebbe auspicabile un rapidissimo processo, tanto più che non vedo esigenze istruttorie che possano ritardarne lo svolgimento».
Ritiene che non ci siano presupposti per l’arresto?
«Quelli possibili sono tre. Il primo è il pericolo di inquinamento delle prove, e nel caso di un incidente automobilistico come questo gli accertamenti probatori (le analisi del sangue per verificare lo stato del conducente) e i rilievi della polizia stradale, si sono già svolti. Il secondo è il pericolo di fuga che normalmente, nel caso di un incensurato e in assenza di altri indizi che possono far ritenere effettivo il rischio di un allontanamento, non dovrebbero essere ritenuti sussistenti. Infine il terzo presupposto: la reiterazione del reato, che secondo il gip sono alla base della misura adottata. Ma che a me non convince».
Secondo lei non ci potrebbe essere il rischio di ripetere il reato?
Un giudice può sentirsela di escluderlo a priori?
«L’opinione del giudice si fonda sul fatto che al giovane era stata ritirata la patente di guida. Non ne conosco le ragioni, ma, a meno che non fosse per un altro incidente automobilistico, non mi sembra che ciò dimostri una propensione a condotte analoghe. Soprattutto mi sembra difficile immaginare, com’è stato riportato, che dopo un trauma del genere un giovane incensurato possa reiterare il reato mettendosi “alla guida di autovetture di amici o conoscenti anche senza patente e porre in essere condotte gravemente colpose in violazione delle norme della circolazione stradale compromettendo così la propria e l’altrui incolumità"».
Non pensa che un omicidio così meriti comunque di tenere il responsabile almeno ai domiciliari?
«Le ripeto che gli arresti domiciliari non possono anticipare la condanna. Un omicidio così merita che il processo sia svolto il più rapidamente possibile per rendere giustizia».