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 2019  dicembre 27 Venerdì calendario

Gli sviluppi dell'incidente di Roma tra dubbi su domiciliari ed effetto degli stupefacenti

Omicidio stradale plurimo. Questa l’accusa con cui è stato arrestato il 20enne che era alla guida dell’auto che, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre ha travolto e ucciso le due 16enni Gaia e Camilla a Corso Francia, a Roma. Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, è ora ai domiciliari, misura giudicata sin troppo lieve dai familiari delle vittime, L’ordinanza gli è stata notificata al termine dei primi accertamenti condotti dalla polizia locale di Roma Capitale e in base alla relazione trasmessa alla procura. La posizione del ragazzo si era aggravata già immediatamente dopo l’incidente mortale costato la vita alle due giovani. Le analisi alle quali era stato sottoposto, infatti, avevano rivelato un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito e tracce di sostanze stupefacenti.

GLI STUPEFACENTI FORSE ASSUNTI IN UN’ALTRO PERIODO Eppure, proprio queste tracce non sono sufficienti a dimostrare che Genovese la fosse alla guida sotto effetto di quelle sostanze. È questo il ragionamento fatto dal Gip di Roma per escludere nei confronti del 20enne l’aggravante dell’alterazione psicofisica dovuta all’uso di stupefacenti. Per il giudice «le sostanze riscontrate, sebbene presenti, ben potevano essere state assunte dal Genovese in epoca precedente».

CHIESA GREMITA PER I FUNERALI DI GAIA E CAMILLA Intanto, in una chiesa gremita di Collina Fleming gremita si sono tenuti i funerali di Gaia e Camilla. Tantissimi i ragazzi presenti, con decine le corone di fiori per le due amiche. Sul luogo dell’incidente è stato affisso uno striscione “Ciao angeli”. «Da giorni ci chiediamo il perché. Ci interroghiamo sull’insensatezza di quanto accaduto. Brancoliamo nel buio», ha detto il sacerdote nel corso delle esequie. « Ecco quello di oggi è il grande abbraccio che diamo ai genitori di Gaia e Camilla, in questa ora così buia». E ancora parole forti nell’omelia di don Matteo: «Il senso della vita, lo aveva chiesto giorni fa Camilla alla sua famiglia. Ecco, magari quando sei sbronzo o sei fatto ti metti a guidare? Questa è la vita? In fondo ci sentiamo onnipotenti e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza. Ci riscopriamo tutti un po’ palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere e fumarsela».