la Repubblica, 25 dicembre 2019
Gli appuntamenti politici di gennaio
VANITYX
Tutti parlano delle regionali del 26 gennaio come spartiacque per il governo. In particolare per il verdetto dell’Emilia-Romagna, dove Salvini cerca una vittoria che sarebbe storica. Ma la strada del governo nel mese di gennaio è costellata di appuntamenti cruciali e insidiosi. A partire dal giorno successivo alla Befana. 7 gennaio La riforma Bonafede, con lo stop alla prescrizione dopo il primo grado, scatterà dal primo gennaio. Ma su questo le acque sono agitate nella maggioranza, come emerso già nei giorni scorsi in consiglio dei ministri. Il partito democratico ufficializzerà già il 27 dicembre la sua controproposta, cioè un ritorno alla legge Orlando integrata da una novità: la sospensione della prescrizione durerà un anno in più (si passa da 18 a 30 mesi sia in appello che in Cassazione). Ma l’intesa con i 5Stelle, che difendono la Bonafede, sembra difficile.
rep Approfondimento Giustizia, il Pd prova a smontare la legge Bonafede di LIANA MILELLA
C’è poi la posizione dei renziani, che non proprio non digeriscono lo stop alla prescrizione e infatti nella notte tra martedì e mercoledì – durante le votazioni sulla manovra – hanno detto sì a un ordine del giorno del forzista Costa che che prevedeva lo slittamento di un anno della riforma.
12 gennaio Scade il termine per la presentazione delle firme necessarie per chiedere il referendum costituzionale contro il taglio dei parlamentari. Nei giorni scorsi il quorum – 64 firme – è stato raggiunto in Senato (tra le adesioni c’è perfino quella di un 5Stelle) ma fino al 12 gennaio è possibile che qualche parlamentare, magari su pressione dei partiti, ritiri la propria adesione. Sull’esito della consultazione referendaria ci sono pochi dubbi (il taglio dovrebbe essere confermato dal voto). Ma – nell’attesa delle urne referendarie – potrebbe crescere la tentazione della classe politica di far cadere il governo per scongiurare la sforbiciata di 345 seggi e tornare al voto anticipato. rep Approfondimento Governo, l’ipotesi elezioni agita la politica. E nel M5s la scissione è più vicina di ANNALISA CUZZOCREA E CONCETTO VECCHIO
15 gennaio È attesa proprio per metà mese la pronuncia della Corte costituzionale sul referendum leghista che punta a cancellare la quota proporzionale del Rosatellum, lasciando solo collegi uninominali. Il sì al referendum complicherebbe la vita della maggioranza che ora sta ragionando su una difficile mediazione comunque imperniata sul sistema proporzionale.
20 gennaio È il giorno del voto, nella giunta per le immunità in Senato, sul caso Gregoretti: la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per l’accusa di sequestro di persona. Il verdetto definitivo dell’aula è previsto a febbraio, quando potrebbero esserci sorprese con il voto segreto. Ma già il 20 gennaio la maggioranza potrebbe vivere delle fibrillazioni. Perché mentre i 5Stelle – a differenza del caso Diciotti – sono pronti a dire sì alla richiesta del tribunale dei ministri, i renziani prendono tempo e fanno sapere che devono prima studiare le carte. rep Approfondimento Caso Gregoretti, Conte smentisce Salvini: “Di quella vicenda si occupò lui” di LIANA MILELLA
26 gennaio È il giorno che potrebbe segnare il destino della legislatura. Salvini punta al bottino pieno – vittoria sia in Calabria che in Emilia-Romagna – ma è evidente che è quest’ultima la partita politicamente decivisa. Un’ipotetica sconfitta del governatore uscente dem, Stefano Bonaccini, potrebbe mettere a rischio sia la segreteria Zingaretti che la tenuta stessa del governo. Soprattutto se risultassero determinanti i voti dei 5Stelle, che in entrambe le regioni hanno rifiutato un’alleanza con il Pd, dopo il fallimento del tentativo comune in Umbria. Se invece la sfida della destra, affidata tra varie polemiche alla leghista Lucia Borgonzoni, non dovesse avere successo forse davvero il governo giallo-rosso potrà pensare a una nuova agenda, o cronoprogramma. Ma il percorso per ora sembra assai accidentato.