https://www.ilpost.it/2019/12/23/giornali-contributi-pubblici, 23 dicembre 2019
Quali giornali ricevono i contributi pubblici
La scorsa settimana il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri ha pubblicato gli elenchi di quotidiani e periodici che nel corso del 2018 avevano ricevuto contributi pubblici. Sono contributi erogati ogni anno e discussi con grande frequenza, ma quest’anno la lista contiene diverse novità. Dall’elenco sono infatti scomparsi il Foglio e Italia Oggi, mentre Avvenire ha perso per la prima volta la sua posizione di quotidiano più finanziato dallo Stato a vantaggio del Dolomiten. In tutto sono stati erogati poco meno di 60 milioni di euro, in calo rispetto ai 67 milioni del 2017 e soprattutto rispetto ai finanziamenti di dieci anni fa, quando furono versati in finanziamento quasi 200 milioni di euro.
La classifica dei quotidiani e periodici che ricevono più contributi è la seguente:
Dolomiten (6,1 milioni di euro) Avvenire (5,5) Libero (5,4) Il Manifesto (3) Il Quotidiano del Sud (2,9) Primorsky Dnevnik (2,6) Cronacaqui (2,3) Corriere di Romagna (2,2) CronacheDi (1,3) Quotidiano di Sicilia (1). Il Dolomiten è un quotidiano in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano, mentre il Primorsky Dnevnik è un quotidiano della minoranza slovena pubblicato a Trieste. I contributi sono erogati in base a una serie di calcoli che tengono conto dei costi sostenuti dal giornale e della sua diffusione, calcoli che favoriscono i gruppi di medie dimensioni, che infatti raccolgono da soli oltre un quarto dei finanziamenti.
La legge sui contributi esclude invece tutti i grandi quotidiani nazionali, come Repubblica, Corriere della Sera e Stampa. Ma ci sono alcune eccezioni per i quotidiani di medie dimensioni, come abbiamo visto, per esempio Avvenire e Libero. I grandi gruppi, e tutti gli altri, usufruiscono invece dei contributi indiretti alla stampa, per esempio gli sconti sull’acquisto della carta. Anche questi contributi si sono ridotti moltissimo nel corso degli anni e oggi ammontano a pochi milioni di euro. Quasi tutti i grandi gruppi editoriali sfruttano questa forma di contributi, anche se non sono particolarmente rilevanti per i loro bilanci. Nell’ultimo bilancio del gruppo RCS, che pubblica il Corriere della Sera, i contributi sono indicati allo 0,5 per cento del totale dei ricavi.
Il finanziamento diretto all’editoria, invece, ha uno scopo più preciso e limitato: sostenere il pluralismo dell’informazione aiutando in particolare le piccole testate locali, quelle delle minoranze linguistiche e quelle indipendenti, come in teoria dovrebbero essere quelle edite da cooperative di giornalisti. Un tempo i finanziamenti sostenevano anche i giornali di partito, ma quest’aspetto della legge è stato soppresso. In tutto sette tipologie differenti di periodici e quotidiani hanno diritto ai finanziamenti.
Cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici; Imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro; Enti senza fini di lucro ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti; Imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche; Imprese editrici, enti ed associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti; Associazioni dei consumatori che editano periodici in materia di tutela del consumatore, iscritte nell’elenco istituito dal Codice del consumo; Imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero. Il sito specializzato Datamediahub, ad esempio, scrive che osservare più severamente i criteri di finanziamento ha portato quest’anno all’esclusione di quotidiani come il Foglio e Italia Oggi, che utilizzavano «pieghe legislative per ottenere contributi». Libero, un altro giornale che ha ottenuto decine di milioni di euro di finanziamento anche se a prima vista non appartiene a nessuna delle categorie sopraindicate (è ancora in corso una complicata vicenda giudiziaria su questo caso), è invece riuscito a ottenere un cospicuo finanziamento nel corso del 2018.
Secondo Datamediahub, i dati sul finanziamento pubblico di quest’anno mostrano che la situazione in Italia sta lentamente migliorando, ma che i finanziamenti sono ancora troppo concentrati. Inoltre, su cento testate finanziate, le prime dieci assorbono metà dei finanziamenti e le prime tre (Dolomiten, Avvenire e Libero) ne assorbono quasi un quarto.