Libero, 23 dicembre 2019
Intervista a Pamela Prati
Per mesi abbiamo parlato di lei e del suo amore e futuro sposo Mark Caltagirone scomodando opinionisti, giornalisti psicologi e sociologi per meglio capire cosa stesse accadendo a lei, Pamela Prati, soubrette del Bagaglino famosa in tutto il nostro Paese. «Vittima o carnefice», chiedeva Massimo Giletti a settembre nella prima puntata di Non è l’arena per cercare di capire ciò che era accaduto. «Vittima» rispondeva la Prati senza indugiare nemmeno per un istante. Dovevano sposarsi Pamela e Mark ma in realtà non si erano nemmeno conosciuti. Foto, messaggi vocali e tanta suggestione o forse tanta solitudine e speranza di uscire da un tunnel personale ed umano che è facile giudicare ma è complicatissimo vivere. Pamela vittima di cosa? «Di un sistema che ti circuisce e ti plagia; vittima della paura di essere giudicata dopo trentacinque anni di onorata carriera; non avevo bisogno di pubblicità ma semplicemente avevo creduto che quella persona fosse l’uomo della mia vita». Come è potuto accadere secondo lei, avrà analizzato con se stessa quanto successo? «La cosa che mi dispiace tantissimo è che spesso la gente non pensa che anche noi artisti possiamo avere delle fragilità; anzi le dirò che proprio chi deve avere sempre la maschera del vincente a volte rischia di nascondere qualsiasi cosa». In che senso? «Il palco ed il pubblico giustamente ti obbligano, quasi per copione, ad essere una vincente. Gli stessi social oggi amplificano questa tendenza ad apparire ed a dare una visione di se stessi che non sempre corrisponde alla verità. Noi artisti abbiamo paure e debolezze come chiunque altro ed anzi la notorietà rischia di diventare una prigione». Ma lei non ha mai conosciuto Mark Caltagirone? «No mai. Ho visto le sue foto (che poi ho scoperto essere state rubate da un profilo sui social ) ed ho sentito la sua voce che era calda ed accogliente. Posso chiederle una cosa? Vorrei sapere a chi appartiene, vorrei vedere in faccia chi mi mandava i messaggi vocali e che quando telefonava dopo un secondo faceva cadere la linea». La sua vicenda è stata considerata la più grande fake news di questi ultimi anni, ha permesso al gossip di nutrirsi quasi per un anno, cosa pensa che la gente abbia compreso? «Sono certa che la gente comune che mi abbia capito benissimo; il mio non è stato uno scandalo, come in molti avevano ipotizzato, ma una tragedia dove io sono l’unica vittima. Ho tanto affetto adesso attorno a me, più del sessantacinque per cento dei miei fan sono donne da cui ho una grande solidarietà e che, in continuazione, mi sostengono moralmente». Certamente le donne sono sue alleate ma proprio da due di queste lei ha ricevuto una coltellata alla schiena. «Sì e non voglio parlare di loro perché ci saranno i luoghi adatti per fare chiarezza e verità». Parla dei tribunali? «Anche, mi creda la verità su questa tragedia verrà a galla e quello sarà un momento molto importante non solo per me». Perché dice questo? «Perché io non voglio “combattere le persone” ma il sistema che mi ha distrutto. Un sistema in cui sono caduti personaggi colti ed importanti come Alfonso Signorini o Manuela Arcuri e Wanda Ferro; un sistema che si nutre di dolore, quello altrui». Però per un anno chiunque ne ha parlato, o no? «Certamente, ma chi in maniera ossessiva ne parlava l’ha fatto anche calpestando la mia dignità; quella è la televisione del dolore che non costruisce nulla di buono ma distrugge chi passa sotto le sue grinfie nel nome di uno scoop che non esisteva. Venivo settimanalmente annunciata e poi improvvisamente non c’ero più mentre erano presenti coloro che mi hanno distrutto. Potrei farle altri esempi di persone che sono state massacrate e le loro carriere fatte a pezzi come Marco Columbro, che però ha saputo ribellarsi, o anche Riccardo Fogli che invece ha saputo resistere». Da Giletti però le è stata data una bella opportunità di “catarsi” non crede? «Massimo Giletti è un grandissimo giornalista televisivo e un serio professionista che non cercava sensazionalismi ma voleva capire. Così come Roberto D’Agostino e il giornale on line “Fanpage” che hanno saputo scovare la verità aiutandomi ad uscire da quel labirinto. Mi creda che in questo anno ho trovato persone davvero amiche e amici traditori». Qualche esempio? «Di chi mi ha tradito non ho voglia di parlare ma posso dire che Maurizio Costanzo, Simona Ventura, Mara Venier e Pippo Franco hanno dimostrato di essere profondamente solidali con me e mi creda che in certi momenti è davvero indispensabile avere persone su cui contare; non posso tralasciare le mie amiche Valeria Marini e Matilde Brandi che mi sono sempre state accanto ed infine devo ricordare il mio avvocato Lina Caputo che combatte da anni per i diritti delle donne». La sua però era una notizia. Come pensava che non venisse cavalcata dai media? «Le faccio un esempio di chi, oltre a Massimo Giletti, ha saputo fare della notizia un motivo di approfondimento serio e circostanziato: Federica Sciarelli con i suoi colleghi di “Chi l’ha visto” ha saputo elevare il semplice “gossip” a cronaca e fatto culturale. Loro hanno trattato il tema capendo che io ero e sono stata solo la punta di un iceberg». E adesso Pamela come sta? «Mi sto leccando le ferite, non sono guarita perché ho ancora tanto dolore dentro di me, ma ho un obiettivo preciso». Quale? «Aiutare le persone che cadono vittime di plagio; far capire loro che la verità è liberatoria anche se questa a volte è più surreale di una bugia. Spesso quando uno racconta la verità nessuno ci crede e lì ti appare la solitudine fatta di giudizi negativi che ti distruggono». Nei momenti bui quali erano i suoi pensieri? «Pensavo spesso ad un periodo felice della mia vita negli anni Novanta trascorso a Desenzano sul Garda. Quanto amavo il Vittoriale e quanti arcobaleni sul Garda ho visto, così come mi divertivo nei locali come “Il Sesto Senso” e tanti altri». In quegli anni magari anche lei ha ricevuto corteggiamenti che erano funzionali a farla lavorare? «Sì, qualche volta ma ho saputo difendermi con un bel ceffone». Ed anche adesso? «Adesso ho molti corteggiatori che sono discreti: mandano fiori o lettere che in qualche modo mi fanno compagnia». Parliamo del Bagaglino e del Salone Margherita che tra poco chiuderà definitivamente. «Un peccato mortale chiudere uno dei tempi della cultura popolare italiana per poi farlo diventare (magari) un discount. Abbiamo fatto una petizione anche con Valeria e tanti artisti per scongiurare questo. In questo ultimo anno anche Pier Francesco Pingitore è stato sempre al mio fianco». Chi ricorda dei suoi amici del Bagaglino? La voce di Pamela Prati è rotta dalla commozione e si ferma prima di dire un nome... «Oreste Lionello, con lui ho trascorso momenti indimenticabili che mi sono rimasti nel cuore. Eravamo una vera e propria famiglia e le posso dire che se Oreste fosse stato ancora vivo probabilmente non sarei caduta in questo inganno». Come passerà il Natale? «A casa con la mia famiglia, ho bisogno di loro per ricaricare di energia il mio cuore ferito».