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 2019  dicembre 23 Lunedì calendario

Intervista al signor Meloni

aL’appuntamento non era un’ora fa?
«Sì, scusami, è che da settembre mi sono spostato a Roma, dopo tre anni ho fatto il ricongiungimento famigliare. Sono in controtendenza, la bambina mi reclamava”.
E hai preso le cattive abitudini del posto?
«No, è stato un incidente. Sono il classico prototipo del milanese piombato nella Capitale e che si lamenta che non funziona nulla”.
Ingeneroso… «Sìììììì… Ci sono due gocce e la città si è fermata. Ci hanno avvisato alle 21 che l’indomani l’asilo non avrebbe aperto. La Raggi era terrorizzata dal freddo, poi guardi il termometro e la temperatura minima è sette gradi”.
Beh tanto adesso Giorgia diventa sindaco e sistema tutto… «Non credo proprio. È impossibile”.
Ma i romani la attendono come il Messia… «Potevano pensarci prima. Era evidente che fosse la persona giusta. Per amore della città Giorgia si è candidata e ha fatto campagna elettorale con il pancione, ma i romani le hanno preferito la Raggi. E ora si tengano la sindaca grillina e i disastri che combina”.
Ma è davvero messa così male Roma?
«Un disastro, non puoi capire. Buche, siepi, sterpaglie, rifiuti anche lungo le arterie principali. Manca la manutenzione ordinaria. E poi, malgrado sia splendida, la città ormai è incapace di essere attrattiva. Non ci sono eventi, nessuna organizzazione…”.
Dimmi almeno una cosa positiva…
«Cibo e clima, clima e cibo”.
Qualcosa di meno scontato?
«Il fatto che ci vive mia figlia Ginevra. E i ritmi più distesi”.
La piccola parla già romanesco come la mamma?
«No, sono venuto apposta per correggere l’inflessione. Ginevra al massimo parla filippino, visto che sia io che la madre stiamo troppo fuori casa. Comunque non è vero che Giorgia parli romanesco. Conosce le lingue straniere meglio di qualsiasi suo collega”.
Andrea Giambruno, milanese di periferia, 38 anni, da undici giornalista Mediaset, da un lustro compagno della leader di Fratelli d’Italia, non se la prende se qualcuno lo chiama «il signor Meloni».
«Non mi infastidisce essere associato a Giorgia», spiega, «però ho la mia personalità, il mio lavoro, e non le ho mai chiesto niente. Nella coppia l’uomo sono io, non faccio il mammo, non so neppure fare da mangiare”.
Anche se, sempre in controtendenza, ha cambiato lui città e lavoro per seguire la compagna. Ora è tra gli autori di Stasera Italia, tutte le sere su Rete4 alle 20.30, in concorrenza con Lilli Gruber, che quando invita Giorgia non resiste mai alla tentazione di ingaggiare un match di pugilato femminile.
«Lilli è furba», punzecchia Andrea, «chiama Giorgia perché sa che garantisce ascolti e lei ci va perché un leader deve essere universale e parlare anche ai tifosi altrui e perché, essendo in genere più preparata degli interlocutori, alla fine ne esce sempre bene”.
La prepari tu alle sfide tv?
«Ha gente capace che la segue. La politica vive di comunicazione. Mi intendo di comunicazione politica. È il mio lavoro, non faccio il meccanico ma l’autore…”.
La trovi migliorata in tv ultimamente?
«Quando cominci ad avere successo e le cose vanno bene, acquisti sicurezza. C’è stato uno scatto di livello, è maturata, ora parla da leader, è diventata trasversale”.
Tutto merito tuo?
«No, anche se con lei parliamo di lavoro tutti i giorni e la mia opinione non gliela faccio mai mancare. Quando fai il nostro lavoro la preparazione è continua. Ma la verità è che Giorgia il successo se lo è costruito mattoncino su mattoncino. Si prepara in maniera maniacale, è una secchiona. Nessuno di quelli che vedi in tv è più competente di lei”.
Lo studio è il suo segreto?
«Lei cresce perché ha visto un’autostrada dove gli altri non vedevano nulla. Non parla per spot e quindi la sua affermazione è stata più lenta, perché gli italiani, anche noi giornalisti, sono distratti. Oggi però si stanno accorgendo tutti che la Meloni è la più competente in circolazione”.
Può diventare la prima donna italiana premier?
«Certo. Anzi, lo diventerà sicuramente. Di uomini forti al comando ne abbiamo provati tanti, e nessuno ha soddisfatto. La gente potrebbe essere titillata ora dall’idea della donna forte”.
Già al prossimo giro?
«La Lega per ora ha molti più voti di Fdi e se ci sono le elezioni Salvini vince e arriva prima di Giorgia, è naturale che vorrà per sé la presidenza del Consiglio. Ma non confondiamo i partiti con i leader. Nel consenso personale, lei può insidiare Matteo”.
Sarà per questo che il rapporto tra i due è difficile?
«Ma non è difficile, c’è della sana competizione all’interno della medesima squadra, il che ha più conseguenze positive che negative. Se vuoi vincere è meglio avere Ronaldo e Dybala piuttosto che uno solo dei due”.
Quindi su che poltrona la vedresti Giorgia?
«Sicuramente in un ruolo di grandissima importanza. All’Interno”.
Non agli Esteri?
«L’Italia ha più bisogno di ordine interno che esterno attualmente, anche se lei è quella nel centrodestra che ha le migliori relazioni internazionali. È stato fondamentale il suo viaggio in Usa l’anno scorso alla convention dei conservatori, con Trump presente, dove Giorgia è stata la sola italiana a parlare. In perfetto inglese e non in romanesco”.
È vero che presto volerà ancora negli Usa per un faccia a faccia con Trump, che si fida di lei più di tutti gli altri?
«Sono voci credibili, vediamo. Certo Giorgia si è mossa meglio di tutti nello scenario internazionale”.
Non è strano che l’unico leader donna italiano sia di destra?
«Lei sostiene, e ha ragione, che per le donne è più difficile sia a destra sia a sinistra. Devono studiare tre volte più degli uomini. Però sostiene anche di essere stata rispettata più dagli uomini di destra che dalla sinistra. Forse questo dipende dal fatto che la destra alla fine è più meritocratica. E poi, sebbene di destra, Giorgia piace anche a molti di sinistra, che le riconoscono preparazione e carisma, oltre al fatto di portare avanti battaglie che il Pd non fa più”.
Non è strano che l’unico leader donna non cavalchi le battaglie femminili in un momento in cui portano molto consenso?
«Giorgia non fa politica in modo strumentale, cavalcando argomenti facili. Lei è contro il femminismo a tutti i costi delle quote rosa, per esempio, perché si traduce in favoritismo. Pensa che uomini e donne debbano avere gli stessi diritti e le stesse possibilità. Quindi, niente quote”.
Anche nella denuncia delle violenze sulle donne potrebbe essere più presente… «Non ha bisogno di esporsi su questo, tutti sanno che difenderebbe e rappresenterebbe le donne meglio di chiunque altro. Lo dice la sua storia. Giorgia non cavalca temi facili, non fa una politica di spot, furba come quella di chi a parole difende le donne ma poi non fa nulla per loro. Anzi, se sono delle rivali, le attacca in modo meschino e scava nel privato”.
Ogni riferimento personale è causale?
«No. Repubblica formalmente sta con le donne, poi fa un ritratto di Giorgia definendola poco cavallerescamente la reginetta di Coattonia. Prosegue facendo illazioni sulla nostra storia e rinfacciandole il fatto che non l’ho sposata. Infine la accusa di aver tradito Fini, che si è tradito da solo, e le fa la morale sul padre morto, senza sapere nulla di come è andata tra loro due. E le femministe di sinistra?
Zitte e a testa bassa”.
Hai smesso di votare a sinistra?
«Ma io non ho mai votato a sinistra. Certo, da ragazzino sei più anarchico e tendi a essere rivoluzionario, ma io non ho mai avuto nessuna tessera. Da ragazzo ho fatto un po’ di politica come rappresentante d’istituto e tu sai che a quell’età i fighi stanno a sinistra mentre quelli di destra sono visti come stupidotti…”.
Ho capito: le tue idee politiche sono orientate dalle donne?
«Diciamo che mi sono stabilizzato anche politicamente”.
La Meloni è una donna tradizionale solo a parole o anche nella vita di tutti i giorni?
«È tradizionale, assolutamente, ma non è per nulla una geisha, anche se c’è un riconoscimento preciso dei ruoli. Mi piace anche per questo: io voglio il presepe, la pastasciutta, l’ambiente di casa che mi rassicura, un po’ come le atmosfere della nonna”.
Secondo me ti mena quando legge il termine nonna… «Secondo me no. C’è molta intesa, non è una gatta morta, e stai certo che non equivoca”.
È dura essere il compagno di una donna leader?
«Ha i suoi vantaggi. Sa ascoltare, prova ad aiutarmi, mi è di sostegno nella crescita professionale”.
Ma se sei tradizionalista perché sei a favore delle famiglie arcobaleno e della liberalizzazione della droga?
«Sono a favore delle unioni gay ma contro l’utero in affitto e per le droghe libere perché solo così si batte lo spaccio. Non sono concetti in contraddizione con l’amore per la tradizione”.
Non sei geloso di una donna sempre in mezzo agli uomini, con potere su di loro?
«No, quando ci siamo messi insieme sapevo cosa mi prendevo. Non vai all’acquario se ti fanno paura i pesci”.
Ti fidi molto di lei?
«Mi fido molto di me stesso”.
La lumavi anche prima di conoscerla?
«No, è stato un colpo di fulmine. Una sera è arrivata da Del Debbio, a Quinta Colonna, dopo una giornata di comizi e aveva fame. La sua portavoce ha tirato fuori dalla borsa una banana ma dopo due morsi Giorgia è stata chiamata in scena, così me l’ha mollata in mano, scambiandomi per un assistente”.
Banana galeotta… «Per me vale più di quella di Cattelan venduta a 120mila euro la scorsa settimana”.
E poi chi ha chiamato?
«Lei, ma non è stato casuale, ci ho dovuto lavorare, come sempre con Giorgia”.
Testa, carattere, aspetto: cosa ti attrae di più in lei?
«La testa. È una donna di grande intelligenza”.
E fisicamente?
«Gli occhi. Hanno la stessa tonalità di quelli di mia figlia Ginevra, per me i più belli in assoluto”.
Sarà Ginevra ad avere gli stessi occhi di Giorgia, geneticamente parlando...
«Effettivamente...”.
Caratteraccio?
«Tosta, coerente, leale. In una parola, amabile».