Corriere della Sera, 23 dicembre 2019
Macron ha rinunciato alla sua pensione
Nei giorni della rabbia dei viaggiatori, tra treni cancellati proprio sotto Natale e ingorghi nelle autostrade per gli scioperi contro la riforma delle pensioni, Emmanuel Macron ha deciso di rinunciare alla propria. Addio ai 6220 euro lordi al mese che il capo dello Stato avrebbe potuto pretendere per il resto dei suoi giorni, a 44 anni – nel caso non venisse rieletto nel 2022 – o a 49 se ottenesse un secondo mandato.
«Una questione di coerenza», dicono all’Eliseo. Il capo dello Stato e il governo cercano di instaurare per tutti i francesi un nuovo sistema pensionistico, universale, al posto dei 42 regimi speciali attualmente in vigore: è quindi logico che Macron decida di rinunciare a un privilegio che accompagna la vita dei presidenti emeriti dal 3 aprile 1955, quando venne approvata la legge in base alla quale chi ha guidato la Francia dall’Eliseo ha diritto a un vitalizio equivalente al salario di un consigliere di Stato.
Macron poi ha deciso di seguire l’esempio del suo predecessore François Hollande, rinunciando alla poltrona che gli spetterebbe nel Consiglio costituzionale e ai 13 mila 500 euro mensili connessi.
Il no alla poltrona
Il capo dello Stato non siederà come gli spetterebbe nel Consiglio costituzionale
Il gesto di Macron comunque non è stato accolto con grande benevolenza, soprattutto in quella sinistra che sta approfittando della protesta per ritrovare un ruolo politico accanto ai sindacati dopo il disastroso risultato delle ultime presidenziali (il candidato socialista Hamon eliminato al primo turno con il 6%). «Che cosa c’è di straordinario nell’applicare a se stessi quel che si vuole imporre agli altri?», si chiede la capogruppo del Ps all’Assemblea nazionale, Valérie Rabault. Nel clima di rabbia sociale e di tensione che la Francia attraversa in particolare in questi giorni, qualsiasi gesto di Macron è sottoposto a critica. Se avesse mantenuto il vitalizio, lo avrebbero accusato di chiedere sacrifici solo agli altri. Ora che vi ha rinunciato, è tacciato di demagogia dal tribuno populista Jean-Luc Mélenchon: «È insopportabile! Solo gli straricchi possono permettersi questi gesti. Macron dice ai francesi: io faccio a meno della pensione, potete farne a meno anche voi».
Dalla Costo d’Avorio, dove è in visita ai soldati del contingente francese, il presidente ha fatto appello al «senso di responsabilità» dei ferrovieri chiedendo di rispettare la vita delle famiglie alla vigilia del Natale, «in certe circostanze è bene saper fare una tregua». Le sue parole però non sono state ascoltate. Oggi, 19° giorno di sciopero, circoleranno solo due treni ad alta velocità su cinque, mentre a Parigi su 14 linee del metro solo due funzioneranno normalmente, quelle automatiche.