la Repubblica, 22 dicembre 2019
Alla conquista dello spazio: Trump dà vita alla prima space force made in Usa
Un pacchetto da 738 milioni di dollari da spendere per la Difesa – il 2,8 per cento in più rispetto all’anno scorso – e il via libera all’istituzione di quella Space Force, sesta branca delle forze armate, da tempo chiesta da Donald Trump. È il regalo di Natale del partito democratico a quello stesso presidente contro il quale ha pure appena votato l’impeachment. L’ok alla creazione delle forze spaziali – 16 mila uomini impegnati nella difesa dei sistemi satellitari e nel monitoraggio antimissili al di fuori dall’atmosfera – arriva in cambio dell’istituzione di un congedo parentale pagato di tre mesi per i dipendenti federali. Un modo per dimostrare che la procedura d’impeachment è un atto dovuto e non una vendetta e che l’impegno bipartisan continua. Ma per il Commander- in-Chief, appena sbarcato nel resort di Mar-a-Lago dove trascorrerà le vacanze, è un dono succulento. Ennesima promessa mantenuta di cui farsi vanto durante le presidenziali 2020: insieme all’approvazione dell’accordo di libero scambio Umsca, fra Stati Uniti, Messico e Canada. E quella finanziaria da 1.400 miliardi di dollari che permetterà di evitare lo shutdown (chiusura delle attività federali per mancanza di fondi) l’anno prossimo: tutte misure approvate nel fine settimana.«America first anche nello spazio», twitta felice il presidente. «Mantenere il predominio americano fra le stelle è la nostra nuova missione», gli fa eco il segretario alla Difesa, Mark Esper. Spiegando perché l’istituzione della Space Force è un passo storico e strategico per il Paese: «Economia e sicurezza nazionale sono garantiti dai satelliti. Dobbiamo proteggerli da azioni ostili».Monitorare quei satelliti le cui funzioni sono essenziali per far funzionare la moderna tecnologia militare sarà la principale funzione della nuova Space Force, operativa dal primo gennaio 2020. Sì, perché, mentre oggi la Difesa americana conta su un sistema di intercettori basati a terra capaci di “sparare” missili su potenziali testate in arrivo, nuove armi – da droni armati di laser a satelliti dai sensori sofisticatissimi – sfrutteranno proprio i sistemi spaziali per intercettare e colpire eventuali razzi di ultima generazione.Pure la Nato, d’altronde, lo scorso novembre ha indicato per la prima volta lo Spazio come nuova frontiera militare. Col segretario generale Jens Stoltenberg a sottolineare: «I satelliti possono essere hackerati, disturbati, armati mettendo a rischio comunicazioni, aerei, meteo e perfino la rete bancaria». A preoccupare è soprattutto la capacità di cinesi e russi, da tempo attivi nella ricerca di nuovi armamenti tecnologici.Certo, siamo ancora lontani dagli scenari fantascientifici della saga cinematografica Star Wars con truppe spaziali a confrontarsi fra le stelle. Ma di sicuro, lo dice la Secure World Foundation in un rapporto sulla Space Warfare, «siamo davanti a una corsa agli armamenti come non si vedeva dai tempi della guerra fredda». Sedicimila soldatini sotto l’albero di Natale: il 2020 di President Trump si annuncia già ricco di fuochi d’artificio.