Corriere della Sera, 21 dicembre 2019
A Parigi, 7 condanne per i suicidi di France Telecom
Il 26 aprile 2011, davanti all’agenzia France Télécom di Mérignac, Rémy Louvradoux si è dato fuoco. Aveva 56 anni, 32 li aveva passati nella più grande azienda di telecomunicazioni di Francia, ex monopolio privatizzato nel 2004. Il suo fu solo uno tra decine di suicidi legati al piano di ristrutturazione deciso dall’amministratore delegato Didier Lombard.
Ieri Lombard è stato condannato – assieme a sei stretti collaboratori – a un anno di carcere con la condizionale e a 15 mila euro di ammenda. La politica di svalutazione e denigrazione nei confronti dei dipendenti per convincerli a dimettersi è stata qualificata di «persecuzione morale istituzionalizzata». Le parti civili chiedevano che Lombard e i suoi uomini venissero processati per omicidio, ma quel capo di imputazione è stato abbandonato perché era impossibile dimostrare un legame diretto tra il mobbing in azienda e il suicidio, che di solito dipende da più fattori.
Lombard e gli altri non faranno un giorno di carcere e la multa non è certo di enorme entità visti i loro passati stipendi. Le pene sono giudicate «molto deboli» dal procuratore Brigitte Pesquié, ma sono state applicate le norme – poi inasprite – in vigore all’epoca dei fatti.
Si tratta comunque di una sentenza molto importante e destinata ad avere pesanti effetti sulle relazioni di lavoro anche nelle altre aziende. Didier Lombard aveva il diritto e il dovere di mettere France Télécom al passo con i tempi, ma non ricorrendo a una politica generalizzata di terrore psicologico.
Nel momento di maggiore crisi, nel 2008-2009, i suicidi a France Télécom furono 35, ma il totale è ancora superiore. Il processo si è concentrato sulle vicende di 39 dipendenti: 19 si sono uccisi, 12 hanno tentato il suicidio e otto hanno sofferto di depressione grave.
Nel 2004, lo Stato francese cede la maggioranza in France Télécom, che viene privatizzata e chiamata a recuperare competitività di fronte alla sfida di Internet e in generale delle nuove tecnologie. Nel 2005 il nuovo capo Didier Lombard lancia i piani di riorganizzazione Next (Nuova esperienza di telecomunicazione) e Act (Anticipazione e competenze per la trasformazione). Al di là del gergo manageriale, nel 2006 Lombard spiega davanti a 200 quadri la vera questione: bisogna tagliare 22 mila posti di lavoro su 110 mila. Senza licenziare, ma trattando i dipendenti talmente male da convincerli ad andarsene da soli. «Quelle 22 mila partenza le otterrò – disse Lombard —, se ne andranno passando dalla porta o dalla finestra». Pochi mesi dopo, l’inizio dei suicidi.