la Repubblica, 22 dicembre 2019
Il Tesoro incassa 9 miliardi in dividendi
ROMA – Fine anno, tempo di bilanci. E si scopre che lo Stato azionista troverà sotto l’albero un bel regalo da 9 miliardi. A tanto ammontano, si legge sul numero di Affari & Finanza in edicola domani, i dividendi delle società quotate in Borsa e partecipate dal Tesoro come Eni e Poste. Con una stella che brilla più delle altre: l’Enel. Inoltre, c’è anche la ciliegina dei 5,7 miliardi incassati grazie al trasferimento degli utili della Banca d’Italia, una cifra record, ma soprattutto un cuscinetto di entrate che è stato fondamentale per rendere un po’ meno faticoso il percorso della legge di Bilancio e che potrebbe anche tornare utile per gestire il futuro di aziende come Alitalia, o possibili privatizzate di ritorno, come l’ex Ilva. E affari d’oro, anche se con un lievissimo calo, fanno le compagnie aeree in giro per il mondo, i cui utili 2019 hanno toccato e superato i 25 miliardi, con l’eccezione di Alitalia. Anche a Piazza Affari si fanno i conti di fine anno: a festeggiare sono in primo luogo un gruppo di aziende che chiude l’anno con prezzi ai record decennali, o poco sotto. Da Ferrari a Diasorin, da Moncler a Recordati. Ma non tutti festeggiano. Nell’industria manifatturiera arriva, alla chetichella, la grande frenata, che ormai coinvolge tutto il Nord senza distinzione. Dalle aree già prima in difficoltà (come il Piemonte a vocazione metalmeccanica) a quelle dove la crisi era uscita dal vocabolario, come Lombardia e Veneto. Gli indici manifatturieri scendono, diventano negativi, segnalano un motore che si inceppa. Le imprese manifatturiere della provincia di Udine sono scese dello 0,9% nel primo trimestre 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La Lombardia si avvicina alla crescita zero: rispetto ai primi 9 mesi del 2018 i dati forniti da Assolombarda parlano di una sostanziale stagnazione: +0,3%. Il Piemonte si muove sulla stessa linea. Il Veneto è cresciuto, ma poco: dell’1,3% ma nel 2018 era salito del 4,2%. Le cause? Molto dipende dalla congiuntura internazionale. E poi alle difficoltà delle economie europee si somma la battuta d’arresto delle vendite extracomunitarie.