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 2019  dicembre 20 Venerdì calendario

STIAMO ALLEGRI (SENZA PANCHINA): "GUARDO UN MARE DI PARTITE IN TV, LEGGO LIBRI THRILLER E TORNO A GIUGNO" - IL TECNICO SI RACCONTA AL ‘NEW YORK TIMES’: "MI DIVERTO CON KLOPP, GASPERINI E IL CAGLIARI. PER VEDERE SE UN GIOCATORE È IN FORMA BISOGNA GUARDARGLI LE GAMBE IN ALLENAMENTO, COME I CAVALLI. ALTRO CHE COMPUTER..." -

Ieri, il New York Times pubblicava una foto della pagina (delle sette) scarabocchiata da Massimiliano Allegri durante due ore d’intervista rilasciata dal tecnico italiano al quotidiano Usa in un hotel milanese. Il giornalista è partito proprio da quei geroglifici: “Lo psicologo Robert Burns una volta disse: ‘Ciò che appaiono come disegni realizzati per noia potrebbero in verità rivelare messaggi più reconditi’”. Quali? Nessuna interpretazione. Ma il titolo del pezzo rivela: “Potrebbe avere tutti i lavori che vuole. Ma adesso non ne sta cercando”. In effetti, Allegri non aggiunge nulla sul suo futuro di cui non abbia già parlato. “Non mi sono preso un sabbatico, ma solo una pausa”.

IL RITORNO A GIUGNO Conferma che tornerà a giugno e racconta di non essere andato in questi mesi di ozio a osservare e studiare gli allenamenti dei colleghi illustri. Ma di trascorrere la maggior parte del suo tempo a leggere libri (“prevalentemente thriller, ma anche uno su Amedeo Modigliani: sono andato a Londra apposta per visitare una sua mostra”) e a guardare partite di calcio in tv: “Molte più di quando alleno. In quei momenti non ho tempo: i video non devono mai superare i 5’. Ora mi godo la vita in famiglia e con gli amici”.

Dice di essere cresciuto dentro l’ippodromo di Livorno dove lo portava il nonno: “Federico Tesio, uno dei più grandi allenatori della storia, spiegava che puoi capire come correrà un cavallo da come muove le gambe al mattino. Stessa cosa con i calciatori: per vedere se un giocatore è in forma bisogna guardargli le gambe alla mattina in allenamento, come i cavalli.

Ai miei assistenti dico di guardare come muovono le gambe, non il computer". Racconta che alla celebre scuola per allenatori di Coverciano ci si concentra troppo sugli schemi e i sistemi e “si dà meno importanza a come comunicare con i giocatori e sulla percezione della partita: le sensazioni sono le cose più importanti”. Adesso gli piace Jurgen Klopp, il “suo” Cagliari e l’Atalanta di Gasperini: “Grande intrattenimento con Gasp, soprattutto perché gioca l’uno contro uno per tutto il campo”. Per il momento però nessuna nostalgia, si diverte guardando gli altri.