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 2019  dicembre 20 Venerdì calendario

Attacco a Mosca


Spari, pedoni in fuga e automobilisti che abbandonano le loro auto: un uomo armato di kalashnikov ha seminato il terrore nel cuore di Mosca nei pressi della Lubjanka, il quartier generale dell’Fsb, erede del famigerato Kgb, dove ebbe il suo ufficio anche Vladimir Putin prima della sua ascesa al non lontano Cremlino. Un agente è morto e cinque persone, tra cui un civile, sono state ferite prima che le forze di sicurezza uccidessero l’assalitore. Un «attentato alla vita degli addetti delle forze di sicurezza» – così è stato definito dal Comitato investigativo russo – proprio alla viglia del 102° anniversario della fondazione della Cheka, la madre di tutte le polizie segrete della Federazione.
Sono all’incirca le 17.40 locali, le 15.40 italiane, quando l’attacco inizia. Vladimir Putin – che diresse l’Fsb tra il 1998 e il 1996 al culmine di una lunga carriera nel predecessore Kgb – ha da poco terminato la sua annuale conferenza stampa di fine anno, una maratona di 71 domande durata quattro ore e 18 minuti, e sta tenendo un discorso nella Sala congressi del Cremlino proprio ai vertici dei servizi di sicurezza alla vigilia della Giornata di celebrazioni in loro onore. Una concomitanza che non appare casuale.
«Ma le vostre finestre sono blindate?», chiedono ridacchiando le clienti di un locale riprendendo al di là della finestra un poliziotto appostato nei pressi di un’automobile in uno dei primi video diffusi sui social quando ancora non è chiaro che cosa stia accadendo. «Si spara con armi automatiche. Ma non preoccupatevi, i dannati anni Novanta sono finiti da tempo», ironizza su Twitter il blogger anti-corruzione Aleksej Navalnyj.
Nella capitale viene attivato il sistema d’allerta “Sirena” che segnala la presenza di un cecchino in strada, mentre tutti gli agenti reperibili del “Gruppo Alfa” delle forze speciali vengono dispiegati nei pressi del teatro della sparatoria come pure numerosi mezzi di soccorso. In tutte le sedi dell’Fsb intanto entra in azione il piano “Fortezza” che prevede il blocco totale di tutti gli edifici con divieto di ingresso e di uscita. Il canale Telegram 112 è tra i primi a riferire che ben tre assalitori avrebbero fatto irruzione nella sala d’ingresso al pubblico della sede dell’Fsb, l’edificio giallo e rosso che domina piazza Lubjanka: due sarebbero stati subito uccisi dalle guardie alla reception, mentre un terzo avrebbe tentato la fuga togliendo la vita a un agente della polizia stradale prima di essere ucciso a sua volta. È la stessa versione riportata – e poi cancellata – dall’agenzia di stampa Moskva. L’Fsb però smentisce: la sparatoria, precisa, sarebbe iniziata nei pressi del numero 12 di Ulitsa Bolshaja Lubjanka. «Un uomo solo – prosegue – non insieme ad altri due come riportato dai media, ha aperto il fuoco vicino all’edificio, ma non è riuscito a entrare». Una rettifica che ad alcuni fa temere un insabbiamento dei servizi.
L’uomo è stato «neutralizzato» alle 19.15 locali, le 17.15 italiane, certifica infine l’Fsb senza però diffondere dettagli sulla sua identità né nazionalità. Alle 19.30 viene cancellato il sistema di allerta “Sirena”. Il presidente russo Vladimir Putin «è stato informato», fa sapere il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.
Restano tanti interrogativi. Mentre sui social si moltiplicano video e immagini del presunto assalitore. Un filmato lo riprenderebbe da lontano mentre viene colpito alle spalle e cade a terra tra i pilastri di un parcheggio e il canale Telegram Baza ne mostra persino il presunto volto insanguinato, incorniciato dal cappuccio di un giubbotto e dagli occhiali dall’esile montatura.