il Giornale, 19 dicembre 2019
Ballerini in erba costretti a fumare per dimagrire
Berlino È il timore di tanti genitori: che i propri figli adolescenti comincino a fumare. Peggio ancora, che sviluppino disturbi del comportamento alimentare come bulimia o anoressia. Secondo la commissione d’inchiesta voluta dal governo austriaco, gli studenti della prestigiosa Scuola di Balletto dell’Opera di Stato di Vienna correvano entrambi i rischi, vittime di insegnanti ossessionati solo da un dato: il peso corporeo degli studenti. È stata la presidente della commissione, Susanne Reindl-Krauskopf, ad affermare in conferenza stampa «di aver ricevuto denunce secondo cui agli studenti veniva consigliato di fumare per farsi passare la fame». Sotto la guida di Reindl-Krauskopf, docente di diritto penale all’Università di Vienna, la commissione ha trovato che «è evidente che bambini e adolescenti non sono sufficientemente stati protetti dalla discriminazione, dalla negligenza e da possibili effetti medici negativi». Una discriminazione, appunto, legata al peso. Per cui gli studenti non venivano chiamati per nome e cognome, ma per nome e numero di taglia dei pantaloni, a sottolineare una volta di più l’imperativo categorico a restare magri e leggeri.
Un comportamento del genere sarebbe inammissibile fra adulti ma sulla mente di un giovane può avere effetti devastanti. La Ballettakademie dell’Opera di Stato accoglie bambini dai dieci anni in su, fino a ragazzi di 18. E se gli abusi psicologici non bastavano, la commissione ha anche segnalato strattoni, pizzicotti, bambini tirati per i capelli e sessioni di allenamento a non finire, «pericolose per il benessere» degli aspiranti ballerini e ballerine. È stato il settimanale Falter a scoperchiare lo scandalo degli abusi lo scorso aprile, dando la stura alle indagini della procura competente e a quelle della commissione speciale.
Lo scandalo ha anche ripercussioni internazionali. Il Wiener Staatsballett è universalmente considerato fra i migliori al mondo e oltre due terzi dei suoi 136 studenti sono stranieri. Fra l’altro l’Opera di Stato che lo ospita è nel pieno delle celebrazioni del 150esimo anniversario della sua fondazione. Eppure in un rimpallo di competenze, la commissione Reindl-Krauskopf ha faticato a individuare i responsabili dei maltrattamenti. «Il controllo di qualità da parte delle due organizzazioni è praticamente inesistente», si legge nel rapporto ripreso dalla stampa austriaca. Più in generale gli investigatori hanno rilevato che gran parte dei processi non sono documentati e che i criteri per gli esami degli studenti o per l’ammissione di nuovi insegnanti non erano chiari. Una valanga di approssimazioni nel segno dell’abuso sui minori. L’Opera di Stato ha reagito diffondendo un lungo comunicato in cui si impegna fra l’altro a migliorare drasticamente l’assistenza medica e psicologica degli alunni sviluppando un concetto di protezione dell’infanzia; a riorganizzare l’Accademia di danza classica nell’ambito della gestione della qualità; a diminuire immediatamente il numero delle performance, aumentando invece la presenza di psico e fisioterapeuti; senza dimenticare l’impegno a migliorare la formazione degli insegnanti. Il ministro della Cultura Alexander Schallenberg ha parlato di una situazione scioccante. La commissione, da parte sua, ha messo in dubbio che il piano messo in piedi dall’Opera di stato sia quello che serve: «L’approccio e il contenuto delle misure adottate danno alla Commissione l’impressione che la ragione per questi cambiamenti non sia la tutela dei bambini e dei giovani». In altre parole che il teatro stia solo cercando di riparare al danno d’immagine.