Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”, 19 dicembre 2019
MI MANDA DAVIGO – IL CSM NOMINA PER LA PRIMA VOLTA UNA DONNA A CAPO DI UNA GRANDE PROCURA: A TORINO ARRIVA ANNAMARIA LORETO ED È UNA VITTORIA DELLA CORRENTE DI PIERCAMILLO DAVIGO – “AUTONOMIA E INDIPENDENZA”, INSIEME ALLA PROGRESSISTA “AREA”, SONO USCITE ILLIBATE DAL CASO PALAMARA E SE LA COMANDANO: LA PROSSIMA TAPPA È IL PROCURATORE DI ROMA… -
Torino diventa l' unica tra le prime dieci città italiane ad avere una donna alla guida della Procura della Repubblica. Anche, ma non solo per questo, il voto del Consiglio superiore della magistratura per Annamaria Loreto rappresenta una svolta. Riservata ma pugnace pm prediletta da Marcello Maddalena, una vita in Procura culminata nella direzione antimafia, un anno fa la Loreto pareva destinata al ruolo di outsider, quando si era aperta la successione di Armando Spataro.
Tutto è cambiato dopo lo scandalo delle nomine che ha travolto sei membri del Csm, con conseguente ribaltone tra le correnti. Il voto di ieri segna la vittoria di Piercamillo Davigo, grande elettore della Loreto. Introduce un' interpretazione più discrezionale dei curricula, per cui i titoli si pesano e non si contano. E conferma l' egemonia della sua corrente, Autonomia e Indipendenza, e della progressista Area, uscite illibate dalle intercettazioni del caso Ferri-Lotti-Palamara.
Ora le due correnti (cinque seggi ciascuna) con un paio membri laici hanno una maggioranza blindata. Prossima tappa la nomina del procuratore di Roma. La più importante, controversa e spinosa. A maggio - un altro mondo - Davigo aveva sostenuto Marcello Viola in nome della massima discontinuità con il procuratore uscente Giuseppe Pignatone. Scoprendo poi dalle intercettazioni di trovarsi in imbarazzante compagnia (dentro e fuori il Csm).
Ora sostiene apertamente Michele Prestipino, il candidato (allora nemmeno preso in considerazione) di massima continuità con Pignatone, essendone stato braccio destro per dieci anni. Sulla stessa linea anche i progressisti di Area, almeno un paio di membri laici e (in modo latente) Marco Mancinetti di Unicost. Dunque Prestipino in pole position, ma con due incognite. Il ruolo del pm antimafia Nino Di Matteo (antiche ruggini palermitane), in grado di spaccare la corrente di Davigo.
E il peso degli altri due candidati, Franco Lo Voi e Giuseppe Creazzo, procuratori di Palermo e Firenze, più titolati. Oggi si riunisce la commissione, che potrebbe votare. Il fronte che sostiene Prestipino ha finora preso tempo per cercare di convogliare voti verso l' unanimità. Ma il tempo passa, l' unanimità si allontana e il rischio di logorare il candidato cresce.