Letizia Tortello per “la Stampa”, 19 dicembre 2019
"PERCHE’ NON C’E’ SANGUE SULLA TUA SCARPETTA", SCANDALO AL BALLETTO DELL'OPERA DI VIENNA PER GLI ABUSI AI DANNI DI ALCUNI STUDENTI CHE ASPIRANO A DIVENTARE ÉTOILE - I MALTRATTAMENTI ANDAVANO DAL BULLISMO ALL'OLTRAGGIO, ALLE MOLESTIE SESSUALI - IL RACCONTO DI UNA STUDENTESSA GIAPPONESE, ARRIVATA A PESARE SOLO 37 CHILI, ADDITATA COME QUELLA CHE “PUZZA DI MORTE”... -
Quanto sacrificio è tollerato per «Il lago dei cigni»? La domanda non vale, se le caratteristiche richieste per danzare in uno dei balletti più famosi al mondo sono sopportazione delle umiliazioni e silenzio di fronte a maltrattamenti e abusi. Come quelli che accaduti per anni all' Opera di Vienna, ai danni di alcuni studenti che aspirano a diventare étoile.
Ad accertarlo è stata una commissione speciale nominata dal governo, che aveva il compito di intervistare bambini e ragazzi per appurare se davvero nelle sale e nei corridoi di una delle scuole più antiche al mondo capitavano le scene descritte lo scorso aprile in uno scoop giornalistico del settimanale austriaco Falter. Il Balletto dell' Opera di Vienna esiste dal 1771 e insieme a Parigi e San Pietroburgo è una delle più prestigiose accademie di danza classica.
Sforna talenti per i grandi teatri internazionali, i suoi ballerini hanno tra i 10 e i 18 anni. Abusi e maltrattamenti I maltrattamenti, secondo il report della commissione, andavano dal bullismo all' oltraggio, alle molestie sessuali, con frasi del tipo «perché non c' è sangue sulla tua scarpetta?», all' inadeguato supporto psicologico e alimentare offerto, per ragazzi e ragazze che competono in un ambiente in cui anoressia e bulimia sono diffusissime. In qualche modo, secondo le accuse, disturbi di questo tipo non sarebbero stati neppure presi in considerazione.
Anzi, talvolta la magrezza sarebbe stata incentivata, con espressioni della serie «il fumo vi aiuta a non prendere peso». Le umiliazioni maggiori sarebbero state rivolte ai ragazzi in particolare da un' insegnante russa, Bella R. Ma c' è anche un giovane che denuncia di essere stato molestato da un insegnante uomo, che poi è stato licenziato. Vi è poi il caso di una giovanissima, graffiata fino a sanguinare, o di un' altra che accusa di essere stata presa a calci sulle caviglie mentre era sulle punte, o ancora il racconto di una studentessa giapponese, arrivata a pesare solo 37 chili, additata come quella che «puzza di morte». Solo dopo settimane, gli insegnanti avrebbero proposto per lei una degenza ospedaliera; i genitori hanno rifiutato e la ballerina è stata «rimandata» in Giappone.
«Abbiamo reagito troppo tardi, abbiamo aspettato troppo», fa il mea culpa Simona Noja, direttrice dell' Accademia. Per quelli che sono stati definiti «metodi educativi del '900», l' ex ballerina dell' Opera di Stato ora capo della struttura non è stata mai messa in discussione. Anche il direttore artistico, Manuel Legris, lascerà l' anno prossimo, a fine mandato. Resteranno, invece, i segni sui piccoli artisti in età fragile, chiamati con la taglia dei pantaloni al posto del cognome, a cui qualcuno potrebbe aver insegnato che, per avere successo nella vita, bisogna essere disposti a tutto.