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 2019  dicembre 18 Mercoledì calendario

Il Pakistan condanna a morte l’ex presidente Musharraf per alto tradimento

L’ex presidente del Pakistan, il generale Pervez Musharraf, è stato condannato a morte in contumacia per alto tradimento da una corte del Paese asiatico. L’accusa è di aver abrogato la Costituzione il 3 novembre del 2007. Inoltre, si ritiene sia il mandante dell’omicidio della candidata rivale alle elezioni, Benazir Bhutto, uccisa il 27 dicembre dello stesso anno. La notizia ha fatto il giro del mondo, in quanto è estremamente raro che i vertici militari della nazione siano condannati. Men che mai alla pena capitale.
In esilio a Dubai
Musharraf, comunque, da anni vive in esilio a Dubai e non sembra essere intenzionato a ritornare in patria. La sua storia è estremamente singolare: entrò nello Special Service Group, il reggimento di forze speciali chiamato anche i «baschi marroni» e visitò più volte gli Stati Uniti. Qui nacquero rapporti solidi con diversi ufficiali americani e se ne crearono altri con Israele. Ciò grazie al fatto che accompagnò la premier Bhutto a un incontro segreto all’ambasciata di Islamabad a Washington con funzionari del Mossad. Dopo gli attentati dell’11 settembre siglò una importante alleanza con Washington nella lotta al terrorismo, tanto che il Pakistan ricevette ingenti fondi dal governo americano. La posizione ambigua verso i taleban in Waziristan, però, fece sì che gli aiuti militari fossero congelati più volte. Per recuperare immagine e soldi con gli Stati Uniti, organizzò una maxi operazione che portò all’arresto dei fisici Sultan Bashiruddin Mahmood e Chaudhry Abdul Majeed. Questi in teoria avevano avuto contatti con il leader di al Qaeda, Osama bin Laden, il quale sarebbe stato interessato a costruire una bomba atomica. Peccato, che il tutto si rivelò solo una messinscena, in quanto i due non erano in grado di ideare e costruire l’ordigno per mancanza di conoscenze tecniche. Poi, fu scoperto che Musharraf aveva ceduto tecnologia atomica alla Corea del Nord, in particolare centrifughe. L’informazione fece morire definitivamente la sua credibilità con Washington. Vinse le presidenziali del 2008, ma dopo un tiremmolla durato mesi fu costretto a dimettersi con l’accusa di alto tradimento.
Da quel momento lasciò il Paese e si trasferì a Londra dove creò un nuovo partito, che però non ebbe fortuna. Intanto il processo a suo carico procedeva e si è concluso solo ieri con la condanna definitiva. —