Corriere della Sera, 18 dicembre 2019
Ultime sul delitto di Luca Sacchi
Da «ragazzina timida» ad astiosa nuora. Che insulta la suocera dopo la morte del figlio e restituisce sbagliati i codici dei conti online. Nella parabola di Anastasiya Kylemnyk è racchiusa l’ultima verità sul delitto di Luca Sacchi. Verbali e nuovi riscontri depositati al Riesame dal pm Nadia Plastina gettano ulteriori ombre su di lei.
La ragazza timida
«Sembrava una brava ragazza – ricorda Alfonso Sacchi, il padre di Luca —. Ci raccontò che il patrigno la trattava male perché voleva più bene alla sorellina». «C’era un rapporto sereno fino alla morte di mio figlio», aggiunge Concetta Galati, la mamma. In realtà la relazione si è già irrigidita dopo l’estate per la presenza sempre più costante di Giovanni Princi nella vita dei fidanzati: è scostumato, sembra in intimità con Nastia, organizza una festa dove gira molta erba di cui i genitori del 24enne verranno a sapere. Così Luca, coinvolto forse suo malgrado negli affari dell’amico che allettano la 25enne ucraina, si trova combattuto tra la paura di perdere la fidanzata e la lealtà verso la famiglia. Non dice ai genitori di essere stato fermato a metà ottobre con Princi e un narcotrafficante e quando il pm chiede se l’amico lo usasse come guardaspalle, il padre di Luca risponde: «Penso di sì».
«Devo farti la valigia?»
In quel periodo Anastasiya si allontana da casa Sacchi ma con Luca cominciano a cercare casa. Prima da soli, poi con Princi e la sua fidanzata Clementina Burcea, che al momento di versare la caparra da 900 euro si presenta come una cugina di Luca, l’unico a fornire garanzie economiche con i 500 euro mensili del lavoro in palestra e i 1.800 circa della casa del nonno affittata ai turisti. «Luca – ricorda la signora Concetta – mi disse che non voleva andare a vivere lontano da noi. Erano Anastasiya e Clementina che prendevano casa e lui, al più, poteva dormirci ogni tanto. Dissi ironicamente: “Devo farti la valigia?”. Lui mi rassicurò ma Anastasiya non mi parlò più».
I soldi di Luca
Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo puntano ora a capire se Anastasiya abbia usato i soldi del fidanzato per operazioni illecite. Alfonso Sacchi denuncia la scomparsa del bancomat del figlio due giorni dopo il delitto, bloccandolo. Sul conto ci sono 20mila euro circa e il 10 ottobre Luca ne ha prelevati 4.000 «per i ricambi della moto». La notte tra il 25 e il 26 ottobre Nastia resta a dormire lì un’ultima volta. Ma la mattina successiva, alle sette, esce ancora in pigiama senza dire nulla. Torna più tardi con la madre, ma trova in casa l’avvocato dei Sacchi e se ne va di nuovo. La sera scriverà alla suocera per dire che è con il patrigno malato di cuore. Una patologia mai rivelata. È lo stesso patrigno che in questi giorni la accompagna in scooter a firmare in caserma, dribblando i fotografi. «Non l’abbiamo più vista – dice papà Sacchi —. Le abbiamo chiesto i codici per l’home banking e la gestione online della casa vacanza ma ci ha dato codici che non funzionavano. Li abbiamo dovuti cambiare». Il pm chiede della cassaforte di Luca: «Quando l’abbiamo aperta non c’era nulla. Non so se i soldi li ha presi lui».
Bugie e insulti
Per oltre un mese Anastasiya resta in silenzio e quando compare davanti al pm da indagata piange, ripete la parte della ragazza inconsapevole. «Anche Princi dormiva a casa Sacchi», dice mostrando una foto che lo ritrae assieme a Luca. I magistrati hanno le intercettazioni di 15 giorni prima quando con un’amica insultava la suocera.