la Repubblica, 18 dicembre 2019
Intervista a Maria Elena Boschi. Parla di banche e di prescrizione
Maria Elena Boschi, capogruppo e leader di Italia Viva, il grillino Elio Lannutti vuole fare a tutti i costi il presidente della commissione parlamentare Banche, quale è la vostra posizione?
«Noi siamo stati chiari fin dall’inizio: Lannutti per noi è invotabile, e non per il conflitto di interessi con suo figlio, ma per le frasi vergognose dette sugli ebrei.
Chi porta avanti pregiudizi squallidi antisemiti non avrà mai il nostro voto, qualunque attività faccia suo figlio. Mi chiedo come i 5Stelle possano continuare a sostenere questa candidatura».
Quale è il suo giudizio sul salvataggio della Popolare Bari?
«Quando sta per saltare una banca, è giusto intervenire.
Punto. Certo si può discutere di tutto: il merito del provvedimento, la tempistica, il ruolo della Vigilanza, la mancata trasformazione in spa, i tanti denari necessari. Ma salvare una banca significa salvare le famiglie dei risparmiatori e dei lavoratori.
Noi lo abbiamo sempre detto, adesso se ne accorgono anche gli altri. I grillini dovrebbero avere un po’ d’onestà intellettuale».
Lei potrà togliersi ora qualche macigno dalle scarpe?
«Dopo una vicenda del genere, ci si potrebbe togliere molto più che un macigno. Un’intera valanga, volendo. Ma non voglio più riaprire le polemiche del passato».
La vicenda Banca Etruria la vide sul banco degli imputati per il ruolo di suo padre. Ammette un conflitto d’interessi? Fa autocritica?
«La mia famiglia ha pagato un prezzo altissimo e ingiusto. Mio padre è stato massacrato mediaticamente e ha subito vari procedimenti: la sua posizione è stata archiviata su tutto sino ad ora. Resta un procedimento ancora in piedi e la Procura ha chiesto l’archiviazione anche per quello. La mia famiglia è stata distrutta sui giornali e sui social e chi ha un minimo di onestà intellettuale oggi dovrebbe chiedere scusa, altro che attendere l’autocritica.
L’Antitrust stessa ha escluso che sussistesse un mio conflitto di interessi. Banca Etruria è stata il grande alibi per una vergognosa campagna di sciacallaggio di tanti. Di troppi».
Italia Viva si è messa di traverso su PopBari per una sorta di rivincita?
«Nel modo più categorico no.
Abbiamo solo preteso – e ottenuto – che prima di mettere 900 milioni di soldi dei cittadini italiani per salvare una banca fosse almeno chiaro che tipo di intervento si andava a fare. Quanto a Bari spero che si trasformi in spa come prevedeva la riforma delle Popolari, scelta che quell’istituto non ha voluto fare. Noi abbiamo dato una mano. A mettersi di traverso sulla Popolare di Bari è stato chi l’ha gestita male, non Italia Viva. O volete darci la colpa anche di questo?».
Voi renziani però state ponendo una serie di veti.
Entrerà in vigore a gennaio la prescrizione. Ma voi darete battaglia sul pacchetto giustizia?
«Entra in vigore una legge vergognosa, votata da 5Stelle e Lega. Una legge che fa a pezzi lo Stato di diritto perché la giustizia senza fine è la fine della giustizia.
Sono avvocato, prima che parlamentare. E ciò che ha fatto Bonafede su questo punto è tecnicamente uno scandalo.
Detto questo Pd e Italia Viva condividono la necessità di cambiare la legge. Se i 5S vogliono cambiarla, meglio. Altrimenti voteremo la proposta dell’ottimo Enrico Costa, che non fa altro che tornare indietro alla riforma che abbiamo votato nella scorsa legislatura».
Il governo dura o Renzi vuole andare al voto prima della riforma elettorale perché più conveniente?
«Questa costante attribuzione a Renzi delle peggiori intenzioni è figlia di un pregiudizio noioso.
Renzi ha fatto nascere questo governo per togliere l’Italia dalle mani di Salvini e per scongiurare l’aumento dell’Iva, subendo molte critiche e facendo la cosa meno conveniente per lui e più conveniente per il paese. Io non dico di ringraziarlo, basterebbe non attaccarlo con motivazioni inesistenti. Il governo dura se fa l’interesse del paese, non l’interesse di Renzi o di Italia Viva».
Verifica. Conte chiede che ci siano i leader al tavolo. Ma Renzi non vuole andare per non incontrare Di Maio?
«Questo governo è nato con un preciso assunto di Di Maio: non mi siedo al tavolo con Renzi. E Conte in più di una circostanza ha attaccato Renzi con virgolettati mai smentiti. E tuttavia Renzi fa la sua parte in Parlamento, votando la fiducia come tutta la maggioranza, mentre la delegazione di IV guidata da Rosato e Bellanova partecipa agli incontri di maggioranza. Eviterei di inseguire il gossip politico e mi concentrerei sui fatti: Renzi chiede un Piano shock per l’Italia, per fare crescere il Pil, trasformare i sussidi in posti di lavoro, realizzare le opere.
Portiamola avanti, indipendentemente da chi lo presenterà ai tavoli di maggioranza».
Anche sull’autonomia state mettendo un veto?
«Non è un veto. Vorremmo parlarne per evitare di ripetere gli stessi errori che in passato fecero con la riforma del titolo V, vent’anni fa. Se il governo deve durare abbiamo il tempo per approfondire. Se invece qualche ministro vuole mettere le bandierine per mere esigenze di visibilità personale, ognuno voterà come crede in aula. Su questo e su altro».