la Repubblica, 18 dicembre 2019
Tutte le polemiche su la Popolare di Bari, da Lannutti che vuole fare il presidente della commissione d’inchiesta col figlio che lavora nella banca pugliese a Patuanelli che punta il dito su Bankitalia: «Non vigila», fino all’audio di una riunione in cui l’ex ad dice: «Truccavate persino i conti economici delle filiali»
— Commissione Banche in cerca di presidente, mentre il Movimento Cinque Stelle torna all’attacco di Bankitalia. «È evidente che non esercita fino in fondo la sua funzione, cosa che è costata il fallimento di molte banche e di molte famiglie», afferma il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Bankitalia continua a non intervenire nelle polemiche, ma difende il proprio operato: in una nota precisa infatti, replicando alle critiche, che il prestito concesso a Tercas nel 2012 «fu interamente rimborsato il 5 novembre 2013, contestualmente all’erogazione di un finanziamento da Bpb a Tercas per lo stesso importo».Unanimi nel volere che la nuova Commissione Bicamerale d’inchiesta parta al più presto possibile, i Cinque Stelle non sembrano però più altrettanto convinti e compatti nel sostegno della candidatura di Elio Lannutti alla presidenza, e così slitta, con ogni probabilità a gennaio, la seduta in programma per domani mattina alle 9. All’ordine del giorno c’erano infatti proprio l’elezione del presidente, del vicepresidente e dei segretari, ma ieri è riesploso il “caso” Lannutti. Alle accuse di antisemitismo per un post sui “Protocolli dei Savi di Sion” si aggiunge ora un potenziale conflitto d’interessi, dal momento che il figlio del senatore, Alessio Lannutti, è un dipendente della Banca Popolare di Bari, lavora a Roma presso l’Ufficio Enti dell’istituto, al centro del recentissimo intervento di salvataggio statale. Il Pd è compatto contro la candidatura di Lannutti, e qualche intervento un po’ più possibilista, come quello del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, che invita il senatore a «dire prima cosa vuole da questa commissione», viene criticato dai compagni di partito: «Non serve “vedere cosa propone Lannutti” per valutarne la totale incapacità a guidare la commissione banche», replica il deputato Andrea Romano. «Mi auguro che abbia la sensibilità di togliere la maggioranza da questo grande, gigantesco imbarazzo», scrive su Twitter Alessia Morani (Pd), sottosegretaria allo Sviluppo. Sulla stessa linea Italia Viva: «Il M5S ci tolga dall’imbarazzo e ritiri la candidatura», chiede il capogruppo in Senato Davide Faraone. Nessuna obiezione dalla Lega, invece. Anche se il più forte sostenitore della propria candidatura rimane proprio lo stesso Lannutti, che nega il conflitto d’interessi, definendo le accuse «polemiche create ad arte in queste ore da diversi organi di stampa». E sentendosi in bilico, ieri ha chiesto il sostegno dello stesso Beppe Grillo, che ha incontrato a Roma all’Hotel Forum, facendosi accompagnare da Antonio Di Pietro.Dopo averlo sostenuto con forza, il M5S adesso sembra oscillare. Non ufficialmente: ieri sono arrivati molti interventi a sostegno di Lannutti, a cominciare da quello dei componenti M5S della commissione Finanze del Senato, che parlano di «vile attacco» al senatore e di «risibili ipotesi di conflitto d’interessi». «Per me lui rimane l’unico candidato», afferma il senatore Primo Di Nicola. Di contro la presidente della commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco, si limita ad auspicare che la questione «si risolva presto con scelte condivise», continuando «un lavoro importante di prevenzione delle crisi bancarie». Ruocco, ex componente molto attiva della precedente commissione, è tra i possibili candidati. Gli altri sono il Questore del Senato Laura Bottici e i deputati Alvise Maniero e Raphael Raduzzi. Dello stesso tono l’intervento di un altro ex componente M5S della precedente Commissione, Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno: «Tendo a non focalizzarmi sui nomi, l’importante è che si risolva presto per mettere sotto controllo queste banche usate come bancomat, anche oggi è stato diffuso l’ennesimo audio da brivido». Il riferimento è a una lunga registrazione pubblicata dal sito FanPage, e acquisita dalla Procura di Bari, in cui l’ex amministratore delegato Vincenzo De Bustis definisce i conti «tutti truccati»: «Truccavate persino i conti economici delle filiali», accusa, definendo la banca «un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato».