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 2019  dicembre 17 Martedì calendario

CI HANNO FATTO LE SCARPE - DAI SANDALI EGIZIANI AL TACCO ROCOCÒ, COSÌ LE CALZATURE HANNO SCRITTO LA STORIA - A FIRENZE UNA MOSTRA SULLE CALZATURE: IN GRECIA L'ALTEZZA DELLA SUOLA RIVELAVA LO STATUS SOCIALE, NELL'ANTICA ROMA SOLO I NOBILI SFOGGIAVANO I "CALCEI", NEL '900 LE SCARPE DIVENTANO CAPOLAVORI - L'ESEMPLARE PIÙ ANTICO RINVENUTO IN BUONO STATO DI CONSERVAZIONE (FU TROVATO IN UNA CAVERNA DELL' ATTUALE ARMENIA), PARE SIA STATO CONFEZIONATO INTORNO AL 3.500 A.C. SI TRATTA DI... -

Diceva Pietro Nenni che le idee camminano con le gambe degli uomini. Il vecchio leader socialista dimenticava di aggiungere che se ai piedi infili pure un paio di scarpe comode, è ragionevole prevedere che quelle idee arrivino a interessare un numero non trascurabile di potenziali adepti. Della storia, del ruolo sociale e della valenza simbolica assunta nei secoli della scarpa si discetta nella mostra che si apre oggi a Firenze al Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti (vi rimarrà fino al 19 aprile 2020) e il cui titolo è Ai piedi degli dei.

Le calzature antiche e la loro fortuna nella cultura del Novecento. L' esposizione allinea i principali tipi di scarpe utilizzate nel periodo compreso fra il V secolo a.C. e il IV a.C, rinvenute in diversi contesti archeologici d' Europa. Ad essa affianca una sezione dedicata alla fortuna della calzatura antica nella cultura del Novecento, attraverso due punti di vista fra loro complementari: la moda e il cinema.

Scarpe dei maggiori stilisti italiani del secolo scorso sono esposte insieme ai modelli della più celebre manifattura italiana di calzature per il cinema, la Pompei Shoes, quella che sfornava calzari per gli attori dei film peplum divenuti veri e propri cult: da Cleopatra a Quo Vadis, da Ben Hur al Gladiatore.

Le prime testimonianze grafiche di calzature risalgono a circa 15.000 anni fa anche se l' esemplare più antico rinvenuto in buono stato di conservazione (fu trovato in una caverna dell' attuale Armenia), pare sia stato confezionato intorno al 3.500 a.C. Si tratta secondo gli studiosi di una scarpa da donna, numero 37 e mezzo formata da un unico pezzo di pelle bovina, allacciata nella parte anteriore e in quella posteriore con una cordina di cuoio.

La scarpa smette di fungere da solo oggetto indispensabile ad evitare la scarnificazione dei piedi in epoca egizia. I sudditi del faraone cominciano, infatti, ad assegnarle un carattere simbolico elevandola a tratto distintivo del rango da essi rivestito nella società. Un esempio: la carica onorifica di "portatore di sandali" spettava al seguito di faraoni e nobili.

È tuttavia con gli antichi greci che l' evoluzione della scarpa comincia ad assumere forme e modelli base poi tramandati nel tempo. L' Upodémata, il tipico sandalo con suola di cuoio o di legno legato al piede da strisce di pelle, l' Embàs, uno stivaletto allacciato da donna e l' Embàtes uno stivale di cuoio o stoffa per i cavalieri diventeranno motivo d' ispirazione, nei secoli avvenire, di legioni di calzolai. Si sappia inoltre che nel mondo greco, lo status e il ceto di appartenenza di una persona si distinguevano anche in base all' altezza delle suole.

TACCHI E STIVALI Anche i romani adottano tecniche di concia delle pelli simili a quella dei greci, e anche nel loro caso la scarpa diventerà presto uno status symbol. I Calcei, per dire, erano suole senza tacco con tomaie in pelle che avvolgevano tutto il piede ed erano prerogativa di nobili e senatori. Curiosità: nella Venezia del quattrocento tra le donne della upper class cominciò a diffondersi la moda di calzare le cosiddette Cioppine, zeppe talmente vertiginose che il Maggior Consiglio della Serenissima si vide costretto addirittura a legiferare per stabilirne l'altezza massima (alcuni modelli raggiungevano addirittura il metro). Caracollare su trampoli del genere determinò un numero non precisato di distorsioni alle caviglie.

La moda delle scarpe si diffonde in Francia nel XVI secolo grazie a un' italiana: Caterina de' Medici. Le più ambite si chiamavano Souliers à pont. Nel XVII secolo le donne cinesi presero a infilarsi stravaganti calzari con un piedistallo al centro della suola. Erano talmente scomode e pericolose che per camminare le signore erano costrette a ricorrere al sostegno di qualche maschietto di buona volontà.

Fu nel XVII secolo che presso l'aristocrazia e le classi più abbienti comincia a prendere piede, è proprio il caso di dirlo, la moda degli stivali. Dapprima alti fino al ginocchio, poi oltre e strombati. Nel secolo successivo spopolano tra le donne le scarpe a punta mentre più in generale la calzatura assume forme più moderne. Le scarpe del primo Novecento si ispirano nientemeno che all' Art Noveau francese, hanno la punta allungata e l' accollatura alta.

Prima della Grande Guerra la calzatura più diffusa è il tacco "Luigi", in stile rococò e dalla forma a rocchetto. Dopo il secondo conflitto mondiale è lo stile italiano a dettare il passo: sandali più audaci e décolleté danno la cifra delle nuove tendenze grazie a marchi e firme del made in Italy come Valentino, Versace, Ferrè e Armani. Per concludere: sapete chi sono i protettori dei calzolai? I santi Crispino e Crispiano. I due fratelli raggiunsero nel terzo secolo la Francia per predicarvi la fede cristiana. Facevano i ciabattini. Il resto del tempo lo dedicavano a risuolare le anime. Con successo a quanto pare.