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 2019  dicembre 17 Martedì calendario

Il giorno del divorzio (è il primo lunedì di gennaio)

Sarà lo stress dei regali, lo strenuo tentativo di esibire sorrisi di circostanza o l’ingiunzione di entrare in sintonia con tutti, ma le feste natalizie, per una coppia su quattro, rappresentano la fine dell’idillio. A confermarlo non è l’ennesimo brontolone insofferente a festoni e luminarie, bensì autorevoli statistiche che sfatano il mito del Natale quale collante d’amore. Mai come in questo periodo, due partner sull’orlo della crisi, sarebbero invitati dalle circostanze a prendere coscienza della rispettiva incompatibilità, e opterebbero per un addio sancito al grido di: «Non ti sopporto più». Gennaio è infatti il mese delle separazioni che, carte in mano, divengono per molti il primo proposito per il nuovo anno: subito dopo capodanno si registra un picco delle rotture di coppia pari al 25%, chiaro sintomo del fatto che i più, al fine di tenere fede alla tradizionale iconografia del Natale perfetto, simulano sintonia dinanzi ad amici e parenti, riproponendosi di palesare la realtà di un legame naufragato una volta trascorse le feste; è una messa in scena sulla quale, generalemente, cade il sipario il primo lunedì lavorativo dell’anno, data che gli americani hanno ribattezzato “divorce day”, ovvero: “giorno del divorzio”. E mentre la separazione dal coniuge viene mediata da un legale che trova il modo di dipanare la matassa, non è lo stesso nel caso dei dissidi che prendono vita tra i parenti: le affollatissime tavolate festive che chiamano a rapporto tutti i familiari, rischiano di rivelarsi l’occasione propizia a portare in superficie rancori mai sopiti. Essi, spiattellati in faccia nella ricorrenza che vorrebbe esortare alla tolleranza ed al perdono, assumono una eco biblica che perdura per interi lustri, tempo durante il quale, a dispetto del legame parentale, i contendenti manterranno le distanze. OCCASIONI CONVIVIALI Sarà per questo che quattro italiani su sei dichiarano di vivere con timore la sopraggiunta del Natale! A rivelarlo è un sondaggio ad opera dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap), la cui presidente Paola Vinciguerra afferma: «Il periodo natalizio è già stressante in sé. Tutto questo gran correre ci fa sentire sotto pressione e potrebbe impedirci di vivere pienamente l’atmosfera. Tra le occasioni conviviali, infatti, le festività natalizie sono sicuramente quelle più a rischio di conflittualità. Il periodo coincide con la fine dell’anno e con l’accumulo di tensione. Sarebbe molto più salutare approfittare del Natale quale occasione per riscoprire i veri valori della famiglia, tra cui la comunicazione e la condivisione emotiva». Insomma, il modo migliore per beneficiare appieno dello spirito festivo è quello di ambire a gratificazioni semplici, come può esserlo una riunione familiare attorno alla tv. Ma attenzione ai film natalizi: tendono a mettere a confronto lo spettatore con una serenità da cui potrebbe percepirsi remoto: l’incapacità di replicare nella propria vita le dinamiche dello schermo piò rivelarsi frustrante. Si rende altresì indispensabile un consiglio alle coppie: in occasione dei ritrovi familiari permettete al partner di indossare ciò che preferisce, senza la pretesa di farlo corrispondere a un ideale di eleganza che possa compiacere i vostri congiunti. E soprattutto, non ricorrete ad analogie infelici per inibire i gusti dell’altro in fatto di mise: purtroppo la ricorrenza si presta ad allegorie nient’affatto simpatiche, del tipo: «Sembri un albero di Natale», o peggio: «La befana».