Libero, 17 dicembre 2019
Il commento di Vittorio Feltri al ritratto di un Gesù pedofilo
Il lettore è pregato di osservare attentamente la cosiddetta opera d’arte la cui foto pubblichiamo oggi. Essa ritrae Gesù accanto ad un fanciullo. E fin qui nulla di male. Delle figure di Cristo sono piene le pinacoteche e le chiese di tutto il mondo e nessuno se ne duole. Eppure, in questo caso, l’effigie del Redentore esposta dal museo comunale di Roma, sotto l’egida dell’assessorato capitolino, va oltre ogni immaginazione. Il figlio di Dio può essere messo in discussione quale uomo in carne ed ossa, tuttavia dileggiarlo significa dubitarne non tanto la divinità (cosa che sarebbe lecito fare con cattivo gusto), bensì contestarne moralità e forza rivoluzionaria, le quali hanno mutato la civiltà mondiale. Ecco perché si tratta di una operazione vile nonché ispirata ad un desiderio di deridere un personaggio che da oltre 2000 anni ci insegna a comportarci in modo fraterno con i nostri simili. Ovvio che non tutti siamo capaci di obbedire ai suoi moniti, ma noi occidentali sappiamo che il primogenito di Maria e Giuseppe aveva ragione. Io non sono un credente, tuttavia mi sento sfregiato dal ritratto di Gesù profanato da un presunto artista allo scopo di beffeggiarlo e proporlo quale pedofilo incallito e pronto ad approfittare di un giovinetto inginocchiato di fronte a lui. Questa è una schifezza indigeribile che grida vendetta e impone una ribellione. Che poi sia un ente pubblico a presentare una simile manifestazione blasfema ci offende nell’intimo e ci fa gridare allo scandalo. Ciascuno sia libero di affermare ciò che vuole, ma nessuno è autorizzato a prendere per i fondelli il capo della cristianità come fosse un malvivente irredimibile. Nella serata, a seguito delle proteste, il museo ha fatto sapere che rimuoverà l’opera. Ce ne rallegriamo, però il solo fatto che avessero deciso di esporla la dice lunga su quanto siano in pericolo i principi della nostra civiltà cristiana.