la Repubblica, 17 dicembre 2019
Alitalia, Lufthansa ci riprova. Il suo piano prevede meno dipendenti e meno aerei
Lucio Cillis
FRANCOFORTE – «Alitalia, per garantirsi un futuro di lungo termine, deve avere il giusto partner e la giusta ristrutturazione. Questa è la mia logica ed è ciò che ho detto ai “players” italiani quando li ho incontrati nelle ultime settimane. Ed è altrettanto importante avere un futuro comune per le due compagnie: perché l’una non può andare avanti senza l’altra».
Sono parole di Carsten Spohr, il numero uno di Lufthansa, il Cavaliere Bianco che fa sospirare il governo, suscita le speranze di una parte dei dipendenti e manda nel panico quei lavoratori che temono nuovi esuberi. Le sue parole suonano come una conferma definitiva dell’interesse del gruppo tedesco in Alitalia dopo mesi di indiscrezioni. Sono dichiarazioni chiare, affidate ad alcuni media italiani (tra cui Repubblica ) nel corso di un breve incontro all’interno del quartier generale della linea aerea a Francoforte.
E sono chiari anche i passaggi obbligati per consentire ai tedeschi l’ingresso in Alitalia: il progetto è di partire a giugno prossimo con una partnership commerciale forte. Alitalia è pronta a lasciarsi alle spalle l’esperienza in Sky Team, l’alleanza con Delta e Air France-Klm, per passare al concorrente Star Alliance, che include oltre alla compagnia tedesca anche la statunitense United. Lufthansa sosterrà il gruppo di Fiumicino accollandosi una parte rilevante degli oneri derivanti dal cambio di casacca, pari a circa 50 milioni di euro l’anno per i primi due anni. Superata questa fase, che dovrebbe durare appunto fino al 2021, Lufthansa si ritroverà una compagnia ripulita dai debiti. A quel punto Alitalia sarà una società “ristrutturata”, pronta a riprendere il volo da basi solide (attività di volo e cargo) ma senza alcune certezze del passato: infatti non ci sarà più una Alitalia-handling, ovvero una società che si occuperà dei bagagli. I 3.500 dipendenti non perderanno il lavoro ma, con molta probabilità, cambieranno divisa e confluiranno in Aeroporti di Roma o in Swissport, che ne rileveranno le attività. Un altro passaggio che la nuova gestione commissariale dovrà prendere, riguarda la manutenzione cosiddetta “heavy”, quella pesante, che verrà sacrificata e ceduta. La New Alitalia potrà contare solo sulla manutenzione di linea che interviene su problemi e riparazioni leggere. Al termine del percorso, attraverso uscite incentivate, si passerà dagli attuali 10.800 dipendenti circa, a 6.500, con una flotta di 90 o 95 aerei contro i 113 attuali.
Il piano dei tedeschi è quindi chiaro così come lo sono le motivazioni che spingono Spohr e la compagnia da lui guidata a guardare con grande interesse al nostro Paese. Il perché sta nei numeri: l’Italia è in cima alla lista dei Paesi europei per traffico passeggeri trasportati dal vettore tedesco e seconda al mondo dopo gli Stati Uniti. Ogni giorno, infatti, tra Germania e Italia volano poco meno di 40 mila persone, il 10% dei passeggeri Lufthansa.
Oggi, infine, ci sarà il primo faccia a faccia tra il nuovo commissario Giuseppe Leogrande, i sindacati e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.