la Repubblica, 17 dicembre 2019
Primo sì alla manovra da 32 miliardi
Ottiene la fiducia del Senato e taglia il traguardo la legge di Bilancio 2020. Il maxiemendamento, composto da 958 commi, che comporta un intervento da 32 miliardi di cui ben 23 serviranno per evitare l’aumento dell’Iva dal prossimo anno, è stato approvato ieri sera dall’assemblea di Palazzo Madama con 166 voti favorevoli e 128 contrari. Convinto il “sì” di Pd e Leu, sì con “riserve” dei renziani e mal di pancia per i Cinque stelle: quattro assenti e Gianluigi Paragone vota no. Soddisfatto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che commenta: «Un piccolo miracolo, ora riduciamo le tasse ai redditi medio bassi».Molte le modifiche delle ultime ore dovute ad alcune osservazioni del Quirinale, all’intervento di ripulitura della Ragioneria generale dello Stato e alla scure di inammissibilità della presidente del Senato Casellati. Da oggi il testo passa “blindato” alla Camera: sarà un esame flash, anche se la maggioranza dovrà respingere i presumibili emendamenti delle opposizioni in Commissione. È probabile che l’ok finale, con la trasformazione in legge dello Stato, arriverà dopo Natale, il 27 a Montecitorio.La manovra esce lievemente modificata dallo sprint. Perde per l’intervento della presidenza di Palazzo Madama, tra le polemiche, la liberalizzazione della cannabis e altre 14 misure ritenute “ordinamentali” dunque fuori dal perimetro economico-finanziario della legge di Bilancio: tra l’altro non ci sarà più il rinvio della liberalizzazione delle tariffe di luce e gas al 2022 che dal 1° luglio dal prossimo anno perderanno la “tutela” dell’autorità; esce la Tobin tax sulle transazioni nei mercati finanziari on line; cassato anche tutto il pacchetto assunzioni per Province, Consob, Corte dei conti, Tar, Consiglio di Stato e Agenda digitale. Niente riuso dei farmaci per solidarietà sociale e educazione finanziaria nelle scuole.Circa 70 le norme su cui la Ragioneria dello Stato ha espresso rilievi chiedendo tuttavia solo lo stralcio di alcuni commi. Ne fa le spese e viene cancellata la possibilità di congelare il reddito di cittadinanza in caso di lavori brevi; chiesti aggiustamenti per altre misure come il bonus latte artificiale per le mamme che non possono allattare e lo sconto in fattura per le ristrutturazioni sopravvissuto oltre i lavori per 200 mila euro. “Nessuna riscrittura monstre, solo ritocchi”, ha dichiarato il relatore Dario Stefàno.A conti fatti, dopo il passaggio in Commissione, salta anche la revisione della web tax volta a tenere al riparo della nuova tassa le piccole imprese italiane. La tassa mira a colpire i giganti del web sopra i 5,5 milioni di ricavi con una aliquota del 3 per cento. La misura, che nelle settimane scorse è stata oggetto anche delle critiche Usa e che prevede anche una clausola per uniformarla in futuro alle normative internazionali, resterà sostanzialmente nella versione originaria con l’effetto di avere un peso anche sulle aziende italiane che hanno solo un parte di fatturato di provenienza digitale.La Ragioneria ha anche prodotto un bilancio delle clausole di salvaguardia: azzerate con sforzo per il 2020, resteranno tuttavia in vita per il 2021 e per il 2022 nonostante un taglio rispetto alle eredità “tendenziali” del passato (9,8 per il ‘21 e 2,9 per il ‘22). In particolare per il 2021 ci saranno clausole da sterilizzare, se non si vorrà nuovamente incappare in un aumento di Iva e accise sui carburanti, per 20,1 miliardi mentre per il 2022 il conto sarà di 25,4 miliardi.L’impianto della legge di Bilancio, che dovrà essere accompagnata dal decretone fiscale in esame al Senato, resta quello del battesimo di due mesi fa quando fu varata dal consiglio dei ministri. Oltre ai 23 miliardi per evitare l’Iva, arrivano 3 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, l’abolizione del superticket sanitario e fondi per la famiglia.