Corriere della Sera, 17 dicembre 2019
I cento anni di Angelini, tra tachipirina, collutori e pannolini
Casa Angelini è pronta. «Abbiamo investito cento milioni nella nuova sede di Roma, nel quartiere Appio-Tuscolano, che sarà inaugurata a febbraio. È la sintesi dei nostri cento anni di storia, fatta di investimenti, crescita e spinta verso l’innovazione». Francesco Angelini, 74 anni, è l’imprenditore a capo dell’omonimo gruppo, che quest’anno festeggia anche un secolo di storia. È forte di 1,64 miliardi di ricavi consolidati il cui 54% viene dalla farmaceutica con prodotti storici come, appunto, Tachipirina (nata nel 1958), Moment e Tantum Verde prodotti dalla Acraf ad Ancona (100 milioni di pezzi prodotti). Ma non solo. Sotto il cappello della Angelini holding ci sono anche la Fater, numero uno sul mercato del personal care con marchi come Pampers, Lines e Tampax, e la Fameccanica che costruisce linee di produzione per assorbenti igienici, più Bertani Domains nel campo vitivinicolo, con sei cantine e oltre 4 milioni di bottiglie prodotte all’anno. Le prime due sono in joint venture paritetica con Procter&Gamble nel quadro di un’alleanza – forse unica al mondo e che dura dal 1992 – tra una società di matrice familiare e una multinazionale globale del largo consumo.
«Sono tre gli ingredienti chiave per fare funzionare un’intesa con una realtà come P&G. Un patrimonio di valori comuni, una governance chiara così che ciascuno abbia consapevolezza del suo ruolo, infine, sentirsi un’unica azienda – dice Angelini che punta a diventare un leader europeo —. Per fare questo valutiamo acquisizioni all’estero che integrino in modo coerente la nostra offerta». Al centro è l’innovazione: «Nel 2018 abbiamo investito oltre 50 milioni in ricerca e sviluppo ma l’attenzione non è solo sulla farmaceutica».
La nuova sede rappresenta la scelta del gruppo di mantenere il cuore a Roma, ma è anche il segnale forte della volontà di continuare il percorso di crescita iniziato nel 1919 quando il nonno Francesco aprì una farmacia ad Ancona. «Un altro punto importante – dice Angelini – è garantire la continuità dell’azienda, cosa che oggi è assicurata grazie all’impegno di mia figlia Thea e di suo marito Sergio. Ma occorre avere in mente che il successo dipende da tutti coloro che collaborano con te, come i 6 mila dipendenti. Poi, essere un imprenditore significa avere la consapevolezza di ricoprire un ruolo che comporta responsabilità nei confronti del territorio in cui si opera. Oggi la si definisce responsabilità sociale di impresa, che per me significa impegnarsi ogni giorno nel far crescere l’impresa in armonia con il suo contesto, contribuendo allo sviluppo economico e sociale dei cittadini». Oggi il gruppo Angelini conta su sei centri di produzione in Italia e cinque all’estero, frutto anche della campagna di acquisizioni.
Con Procter& Gamble abbiamo un’alleanza record dal ‘92: un patrimonio di valori comuni, una governance chiara. E ci sentiamo un’unica azienda
Tutto iniziò agli albori del ‘900 con l’intuizione di creare una società per la distribuzione diretta di medicinali alle farmacie, diventata dal 1939 la prima distributrice in Italia di oli medicinali. Pochi anni dopo nasce la Aziende chimiche riunite Angelini Francesco e da lì prende il via lo sviluppo industriale con farmaci come il Dobetin a base di vitamina B12 contro l’anemia che colpiva gli italiani durante la Seconda guerra. Lo sprint viene dalla Tachipirina e dall’Uniplus negli anni 60 quando l’azienda spinge sulla ricerca che sarà poi la leva della nuova espansione. Dai laboratori escono principi attivi come l’oxolamina (antitosse), la benzidamina (antinfiammatorio), il trazodone (antidepressivo che ha avuto l’ok anche negli Stati Uniti) e il dapiprazolo (antiglaucoma).
In contemporanea viene fondata la Fater a Pescara che, in pieno baby boom, cambia il mercato igienico-sanitario con i pannolini monouso a marchio Lines. Negli anni 80 l’innovazione di quella attività avrebbe attratto l’interesse di P&G. Poi sono arrivati l’Amuchina, l’Infasil e nel largo consumo l’acquisizione di Ace, poi la Angelini Beauty e la diversificazione vini pregiati (tra questi Fazi Battaglia). Ora il gruppo Angelini disegna la nuova strategia. Francesco ama le sfide calcolate. Un po’ come si fa quando si gioca a bridge, di cui è stato molto più di un grande appassionato: nel 1998 si è aggiudicato il titolo di campione mondiale.