La Stampa, 17 dicembre 2019
John Elkann alla Stampa
«Per il nostro settore sono stati anni molto difficili. Ed è esattamente per rispondere a queste difficoltà che abbiamo deciso di impegnarci in un progetto in cui io personalmente credo tantissimo. Un progetto non nostalgico, ma che anzi guarda avanti per accelerare le trasformazioni in Gedi, con un obiettivo: generare maggiore interesse nei lettori, quelli di oggi e quelli di domani, creando prodotti di grande qualità. Siamo portatori di un giornalismo serio, indipendente e fatto con grande senso di responsabilità. E questo continuerà a essere il nostro punto di riferimento».
Così John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, nonché presidente di Fca e Ferrari, ieri alla redazione della Stampa durante il consueto scambio di auguri di Natale, a pochi giorni di distanza dall’ufficializzazione dell’acquisizione del gruppo Gedi (che comprende oltre a questo giornale, la Repubblica, Il Secolo XIX, l’Espresso e tredici giornali locali e le radio).
Proprio ieri Laura Cioli ha lasciato il ruolo di direttore generale Gedi che il cda ha affidato a Maurizio Scanavino. Cioli mantiene invece la carica di amministratore delegato fino all’esecuzione della cessione a Exor della quota detenuta da Cir in Gedi. La manager ha raggiunto un accordo con la società per la risoluzione consensuale del rapporto, dando la propria disponibilità a collaborare nei prossimi mesi alla transizione verso il nuovo assetto proprietario. Il cda ha deliberato un accordo di risoluzione consensuale che comporta, oltre alle ordinarie spettanze di fine rapporto: la corresponsione di un importo pari alla somma complessiva lorda di 1.850.000 euro (95% a titolo di incentivo all’esodo e 5% residuo a titolo transattivo), di cui 1.295.000 da versarsi entro 60 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro e il saldo da versarsi entro 10 giorni dalla futura cessazione del rapporto di amministrazione; nonché il versamento di un importo di 100 mila euro quale Mbo forfettizzato per l’anno 2019, che sarà corrisposto entro gli ordinari termini previsti dai regolamenti aziendali; la maturazione di 1/3 delle Units assegnate, con rinunzia alle restanti.
«Il futuro è nelle nostre mani – spiega Elkann dopo l’introduzione del presidente di Gedi News Network, Luigi Vanetti – Dipende da come ciascuno di noi saprà cogliere la sfida della trasformazione. Dobbiamo cambiare la nostra prospettiva e affrontare il 2020 come una grande opportunità: l’occasione per ritornare a cogliere nuove soddisfazioni».
Scanavino – con esperienze in marketing e comunicazione in Fca e già amministratore delegato di Publikompas, direttore generale di Itedi e poi amministratore delegato di Gnn, per la divisione La Stampa e Il Secolo XIX – mette l’accento sulla transizione digitale. «L’informazione digitale a pagamento sarà la nostra principale sfida – spiega – In molti Paesi e anche in Europa il passaggio al digitale sta avvenendo con successo e si stanno consolidando modelli editoriali sostenibili».
Oltre ai casi di successo come il New York Times, Scanavino ricorda il gruppo svedese Bonnier e gli svizzeri di Tamedia che hanno superato i 300 mila abbonati digitali, mentre Le Monde ha annunciato la scorsa settimana la previsione di arrivare a quota 230 mila a fine anno. I quotidiani del gruppo Gedi hanno superato i 100 mila abbonati digitali e dobbiamo puntare a raddoppiarli nei prossimi mesi, facendo leva sul grande potenziale delle nostre testate. Repubblica ha superato i 3 milioni di audience complessiva nel giorno medio e ha una community di quasi 7 milioni di fan, mentre La Stampa ne conta 1,1 milioni con 2,5 milioni di fan».